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Si scola una bottiglia di vodka, 15enne finisce in ospedale: denunciato il negoziante recidivo

Il titolare, 36enne bengalese, residente a Seregno, aveva già venduto alcolici ad altri ragazzini. Era stato colto in flagrante una decina di giorni prima.

Carabinieri

A Seregno, una ragazza di 15 anni, dopo essersi scolata una bottiglia di vodka è finita in ospedale. I Carabinieri della stazione locale, dopo accurate indagini, hanno individuato il minimarket che ha venduto l’alcolico alla giovane e hanno denunciato il titolare “recidivo”: lo stesso era già stato sanzionato dieci giorni prima.

I fatti

Lo scorso 3 ottobre 2021, una 15enne di Carate Brianza, durante una serata in compagnia di alcune amiche a passeggio nelle strade di Seregno, dopo aver bevuto un’intera bottiglia di vodka, si era procurata una seria intossicazione alcolica, ai limiti del coma etilico, ed era poi finita al pronto soccorso dell’ospedale di Carate.

Raccolta la denuncia della madre e i ricordi della giovane offuscati dall’alcol di quella sera, i Carabinieri della Stazione di Seregno hanno effettuato gli accertamenti del caso, ricostruendo i fatti e riconducendo l’acquisto di quella bottiglia di vodka a un minimarket di Seregno.

Nella giornata di ieri, i militari hanno quindi deferito in stato di libertà il titolare del negozio, un 36enne bengalese, residente a Seregno, per somministrazione di bevande alcoliche a minori (ex art. 689 co. 1 e co. 4 c.p.).

Il precedente

Sempre in quel negozio erano stati effettuati, lo scorso 24 ottobre, specifici controlli finalizzati al contrasto della vendita di alcol ai minori. In quella data, intorno alle ore 22:00 circa, i Carabinieri di Seregno in abiti civili, vedendo un numerosissimo gruppo di ragazzi sui 18 anni transitare verso la zona di quel minimarket, supponendo che l’intento fosse quello di comprare alcol, avevano deciso di seguirli e monitorarli.

Giunti nei pressi del negozio, dopo aver visto tre di questi entrare, uno dei militari aveva fatto ingresso nel piccolo negozio e, fingendo di comperare una Coca Cola, aveva osservato quanto stava accadendo. In quell’occasione l’esercente, nonostante i volti mostrassero chiaramente l’età dei giovani, senza chiedere alcun documento, aveva accettato 35 euro in contanti e aveva dato nelle mani dei minori 2 bottiglie di Vodka, una Fanta e una Schweppes.

Ultimata la transazione, proprio mentre i ragazzi stavano uscendo dal negozio, il militare in abiti civili si era palesato ed era stato subito raggiunto da un altro collega. Dopo una prima fase in cui il giovane, privo di documenti, aveva dichiarato la maggiore età con un nome di fantasia (Francesco Esposito), non riuscendo a convincere gli operanti, si era quindi rassegnato e convinto a dire la verità: aveva 16 anni. Per l’esercente, già sotto controllo da diverso tempo, era scattata la prevista sanzione, all’epoca solo amministrativa, in quanto il minore aveva un’età superiore ai 15 anni.

Nel mentre, un altro giovane, senza accorgersi che era in corso un controllo, era entrato nel minimarket con l’intento di comprare da bere. Alla richiesta del documento di identità da parte del titolare, il ragazzo, forse sorpreso dalla domanda considerata anomala, aveva capito chi fossero gli altri presenti e così aveva tentato di dileguarsi, ma sull’uscita era stato fermato dai Carabinieri.

Notata l’agitazione e il tremolio del fermato, i militari gli avevano fatto svuotare le tasche, rinvenendo quattro confezioni in cellophane di cocaina e quasi 600 euro in contanti, ritenuti provento di spaccio.

Il giovane, 23enne tunisino, celibe, incensurato, senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale era stato quindi portato in caserma per l’identificazione e denunciato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Foto di repertorio MBNews

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