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Meda, “L’acqua è contaminata, dobbiamo fare delle rilevazioni”. Anziano non ci casca e sventa la truffa

Il pensionato, anziché far entrare in casa i due truffatori, dopo averli portatI in un vecchio ufficio pertinente ma separato dall’abitazione, ha detto loro che stava chiamando l’Arma.

carabinieri monza

Erano le 09:30 del mattino quando un pensionato 83enne di Meda con trascorsi da imprenditore, mentre si trovava nel proprio giardino, ha visto un uomo avvicinarsi alla porta della sua abitazione e suonare il campanello.

Aria distinta e affabile ma al contempo professionale, ha affermato di essere un tecnico dell’acquedotto che, a causa di un pericoloso malfunzionamento della rete idrica, doveva procedere al controllo delle tubature dell’abitazione al fine di accertare i livelli di contaminazione.

LA TRUFFA: L’ACQUA E’ CONTAMINATA, DOBBIAMO FARE DEI CONTROLLI IN CASA

L’anziano, anche un po’ preoccupato, non ha potuto fare a meno di credere alle parole di quell’uomo così gentile con il quale era subito entrato in empatia: scarpe di colore nero, un maglioncino grigio, occhi chiari e un italiano semplice ma quasi perfetto che, privo di inflessioni particolari, era capace di coinvolgere appieno l’83enne.

L’anziano lo ha quindi fatto entrare in casa e lo ha condotto in giardino per mostragli il pozzetto con il contatore dell’acqua. Qui l’uomo, dopo aver guardato per bene il contatore e manovrato con un attrezzo, ha chiesto gentilmente un bicchiere d’acqua per poter effettuare la misurazione delle sostanze inquinanti.

ANCHE UN “FINTO CARABINIERE”: L’ANZIANO SI RICORDA DI QUANTO APPRESO AL CORSO ANTI TRUFFA

Nel frattempo ha tirato fuori un strumento luminoso e, dopo aver simulato una misurazione, sostenendo che l’acqua fosse inquinata ha detto di dover procedere al controllo degli altri rubinetti di casa. Qui l’83enne, ricordando anche i racconti del comandante della stazione dei carabinieri durante la campagna anti-truffe, ha cominciato a insospettirsi e, con una scusa, ha impedito all’uomo di entrare in casa. È solo a quel punto che si è presentato un complice vestito con una giacca nera e una scritta “carabinieri” bordata di oro all’altezza del petto. Addirittura un berretto con la fiamma e i pantaloni con le bande rosse lungo i fianchi. Si è presentato quale carabiniere. Anche lui aveva un bell’italiano con un tono acceso, deciso ma rassicurante.

Il sedicente carabiniere è quindi intervenuto nella conversazione e ha pregato l’anziano di condurlo in un punto dove potesse controllare l’acqua. L’83enne ha qualche sospetto ma non ha la forza di reagire immediatamente ma, negli attimi in cui non era travolto dalla convincente loquacità dei due uomini, aveva come l’impressione di aver già vissuto quella scena.

“CHIAMO I CARABINIERI”: TRUFFATORI IN FUGA

La certezza però si è fatta sempre più forte: era proprio il racconto che più volte aveva ascoltato dal comandante di stazione. E da quei racconti aveva anche appreso una soluzione molto semplice: chiamare i carabinieri.
Il pensionato quindi, anziché far entrare in casa i due truffatori, dopo averli portati in un vecchio ufficio pertinente ma separato dall’abitazione, ha detto loro che stava chiamando l’Arma. A quel punto il fuggi fuggi è stato immediato e i due si sono allontanati a piedi lungo le vie limitrofe.

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