Economia

Comune VS Gianetti: il Tar non sospende il divieto di accesso ai mezzi pesanti

L'ordinanza era stata emessa nello scorso mese di luglio, dopo l’allestimento del presidio dei lavoratori della fabbrica chiusa all’improvviso per decisione della direzione aziendale.

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Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto la richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso presentato da “Gianetti Fad Wheels” nei confronti dell’ordinanza emessa in estate dal Comune di Ceriano Laghetto per vietare il passaggio dei mezzi pesanti in via Stabilimenti.

L’ordinanza era stata emessa nello scorso mese di luglio, dopo l’allestimento del presidio dei lavoratori della fabbrica chiusa all’improvviso per decisione della direzione aziendale. Per il Tribunale “l’interesse di parte ricorrente appare recessivo rispetto a quello di cui sembra farsi carico l’Amministrazione, con particolare riguardo alla tutela della sicurezza pubblica”. Questo il motivo per cui non è stata sospesa l’efficacia dell’ordinanza, di cui si discuterà nel merito nell’udienza fissata il prossimo 28 gennaio 2022.

“Finalmente un pronunciamento di Tribunale che tutela i lavoratori”, ha commentato il sindaco Roberto Crippa, rivendicando la correttezza della propria decisione. “Questa ordinanza è stata emessa per salvaguardare innanzitutto l’incolumità delle persone. Qui si parla di persone, prima ancora che di lavoratori. Questo è sempre stato fin dall’inizio il nostro approccio a questa delicata e complicata vicenda in tutte le sedi in cui ho avuto la possibilità di intervenire: non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di persone, verso le quali è indispensabile il rispetto e la tutela della salute e dell’incolumità, prima di ogni altra cosa. Su questo si è basata la decisione di vietare il transito di mezzi pesanti su quella strada in presenza di un presidio permanente di persone, giorno e notte e sono orgoglioso che il giudice ne abbia riconosciuto la correttezza, accogliendo le ragioni della difesa presentata dal Comune. Questa Amministrazione comunale nella vicenda Gianetti continuerà per quanto le sarà legittimamente possibile, a schierarsi sempre e in tutte le sedi opportune, dalla parte delle persone e a tutela della sicurezza e della salute pubblica”, conclude il primo cittadino.

“Quanto sta avvenendo sulla vertenza Gianetti è preoccupante per tutto il Paese – dichiarano Stefano Bucchioni e Pietro Occhiuto della FIOM CGIL Monza e Brianza – siamo di fronte ad una situazione che rende palese la debolezza delle Istituzioni nei confronti delle scelte di fondi e multinazionali che vengono in Italia, magari anche utilizzando soldi pubblici, per poi in una logica di mercato portare le produzioni ed il lavoro altrove senza preoccuparsi del disagio sociale che causano e senza che questo possa essere impedito”.

“Presso la sede di Regione Lombardia abbiamo ribadito che era, ed è, necessario richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla vertenza per salvaguardare l’occupazione sia nel territorio Brianzolo sia sul sito di Carpenedolo, motivo per il quale a nostro parere la cassa integrazione per riorganizzazione restava in quella situazione l’unico strumento attraverso il quale l’azienda presentasse un piano industriale credibile. Piano che i lavoratori di Gianetti Fad Wheels di entrabi i siti chiedono da anni senza che l’azienda dia risposte e per il quale già nel 2019 avevano cercato di coinvolgere la Regione” ci spiega Stefano Bucchioni che poi prosegue “oltre ad esprimere amarezza per come si è sviluppata la vicenda crediamo che il tema delle delocalizzazioni debba essere affrontato in ambito nazionale, a partire dal Governo, non come ha fatto finora, lasciandosi smentire dall’Inps e non vincolando l’azienda alle sue responsabilità anche sociali come sancito anche dalla Costituzione che troppo spesso non viene applicata e tradotta nelle norme legislative”.

Il segretario generale della FIOM CGIL Brianzola Pietro Occhiuto aggiunge “è necessario prevedere delle norme ad hoc riguardo le crisi, le delocalizzazioni e le chiusure che siano finalizzate alla tutela dell’occupazione e alla re industrializzazione accompagnandole con ammortizzatori sociali in grado di sostenere la continuità industriale e non a decretarne la fine”.

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