Ambiente

Como verso l’espansione del termovalorizzatore di La Guzza: a metà 2025 la conclusione dei lavori

Un progetto dal valore di 57 milioni di euro quello della costruzione di nuova linea di termovalorizzazione di fanghi, che si aggiungerà ai due impianti già presenti a Como, del gruppo Acsm Agam, per il trattamento dei rifiuti urbani e speciali e la produzione di energia termica ed elettrica.

Acsm agam termovalorizzatore Como

Un progetto dal valore di 57 milioni di euro quello della costruzione di nuova linea di termovalorizzazione di fanghi, che si aggiungerà ai due impianti già presenti a Como per il trattamento dei rifiuti urbani e speciali e la produzione di energia termica ed elettrica. Vedrà la luce a metà 2025, ad annunciarlo giovedì 14 ottobre il gruppo Acsm Agam che ha presentato il progetto di sviluppo, in linea con le politiche di sostenibilità ambientale e di economia circolare definite nel Piano Industriale 2021-2025.

“Siamo convinti che il piano elaborato dalla Business Unit Ambiente del nostro gruppo risponderà alle esigenze del nuovo Programma Regionale Gestione dei Rifiuti – ha spiegato l’Amministratore Delegato di Acsm Agam, Paolo Soldani. “Che per i fanghi dovrebbe prevedere la necessità di diversificare i trattamenti in un’ottica di autosufficienza e prossimità con le nuove tecnologie emergenti, destinando all’agricoltura solo quelli di elevata qualità”.

Il gruppo Acsm Agam si occupa sul territorio di distribuzione idrica, elettrica e gas, vendita di energia, igiene urbana e termovalorizzazione dei rifiuti oltre a teleriscaldamento, efficienza energetica, illuminazione pubblica, smart city e generazione da rinnovabili. Dal primo luglio 2018 ha cominciato ad operare la nuova società, a maggioranza pubblica, con A2A azionista di riferimento e partner industriale, frutto dell’aggregazione fra utilities di Como, Monza, Lecco, Sondrio, Varese.

Vecchio… e nuovo impianto

Oggi l’impianto comasco, in località La Guzza, suddiviso in due linee di termovalorizzazione, smaltisce circa 90mila tonnellate l’anno di rifiuti, principalmente di origine urbana, con un ritmo giornaliero di circa 280 tonnellate. La produzione di energia elettrica ceduta alla rete nazionale si aggira intorno ai 37mila MWh annui mentre quella di energia termica, utilizzata per il teleriscaldamento di una parte della città di Como, è stata di 27mila MWh nel 2020. Concretamente, l’energia elettrica annualmente prodotta permette di soddisfare i fabbisogni di circa 10.000 famiglie mentre quella termica garantisce il riscaldamento di circa 2.000 abitazioni.

La potenzialità di trattamento della terza linea di impianto, che verrà  realizzata accanto alle precedenti, sarà di 85mila tonnellate l’anno. Una stima che nasce dall’analisi della quantità di fanghi prodotta dai gestori del Sistema Idrico Integrato (SII) delle province di Como, Varese, Monza e Brianza e Lecco, coperte dal gruppo Agam, pari a oltre 100mila tonnellate l’anno, e dalle attività private.

Tecnologia e design innovativi

Una tipologia di impianto, quella prevista, all’estero già ben radicata, con circa una ventina di strutture presenti in Europa tra Svizzera e Germania ma che ancora non era arrivata in Italia. Quello di Como, insieme a quello in costruzione a Sesto San Giovanni, con la sua tecnologia innovativa sarà il primo del suo tipo sul nostro territorio.

“La parte di incenerimento usufruirà della tecnologia a letto fluido, mentre gli altri due impianti funzionano con la tecnologia a griglia, non adatta per il flusso di rifiuti che intendiamo trattare – spiega Elisabetta Fasola, ingegnere e responsabile del termovalorizzatore Acsm Agam Ambiente. “Nello specifico avremo un forno costituito da un cilindro in cui dei grossi ventilatori manterranno in sospensione della sabbia capace di mantenere il calore all’interno del forno dove viene iniettato il materiale, ovvero i fanghi, che così bruceranno immediatamente”.

“Delle oltre 100mila tonnellate di fanghi prodotte ogni anno nel territorio – prosegue Fasola. “Una parte nel rispetto della normativa potrà continuare ad andare in agricoltura per apportare il proprio beneficio mentre la restante, che contiene materiali non adatti ai terreni, sarà appunto termovalorizzata”.

E anche il design della struttura parla chiaro in fatto di innovazione. Mentre guardando i vecchi impianti è possibile vedere i silos e le tubazioni, a cielo aperto, quello nuovo sarà incluso tutto all’interno della propria struttura. La copertura, di colore verde e rivestita da pannelli fotovoltaici, si ispira alla figura di una foglia rovesciata con il picciolo costituito dalla ciminiera e sale dai dieci metri di altezza fino a raggiungere i trenta.

Iter e dialogo col territorio

Nei prossimi mesi, il progetto sarà sottoposto a un lungo percorso di verifica, che comprenderà, oltre alla presentazione dell’istanza di autorizzazione Integrata Ambientale alla Regione Lombardia, la valutazione di Impatto Ambientale. Una volta ottenuti tutti i permessi, le strutture preesistenti sul sito saranno demolite per fare spazio al nuovo complesso.

Nei prossimi mesi e in particolare dal 15 ottobre al 10 dicembre, il gruppo Acsm Agam organizzerà incontri sul territorio con l’obbiettivo di informare al meglio i partner e i cittadini su tutte le caratteristiche della terza linea. Le date dei momenti in questione saranno ufficializzate sul sito dell’azienda.

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