Cani adottati durante il lockdown ora vengono abbandonati: la denuncia dell’Enpa

Il canile di Monza ha registrato negli ultimi mesi un più 30% di ingressi. La maggior parte di questi sono pitbull e doghi argentini.

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Non accenna a diminuire l’ondata di persone che sceglie di portare al canile gli animali adottati durante il lockdown. I numeri sono in aumento costante e nemmeno l’estate ha placato questo andamento. Il canile di Monza ha registrato negli ultimi mesi un più 30% di ingressi concordati tra i padroni che scelgono di “disfarsi” del proprio cane. La maggior parte di questi sono molossi, tra pitbull e doghi argentini.

Una tendenza che l’Enpa sta gestendo ormai con rassegnazione. “Durante il lockdown, spinti dalla solitudine dovuta all’isolamento, molte persone hanno deciso di comprare o di adottare un cane– ha spiegato il presidente dell’Enpa di Monza e Brianza Giorgio Riva-. A distanza di mesi le cose sono cambiate e la vita è tornata quasi alla normalità tra lavoro fuori casa e impegni vari. Una normalità che ha portato in tanti a riconsiderare la scelta di vivere con un cane in casa”. Non solo. La decisione, secondo il presidente dell’Enpa risiede anche nella troppa leggerezza con cui è stata fatta la scelta riguardante il tipo di razza da adottare.

“Molte di queste persone hanno sbagliato la razza canina sottovalutando alcuni aspetti caratteriali o di esigenza fisica- ha precisato Giorgio Riva-. Durante il lockdown hanno comprato o adottato con estrema leggerezza, magari tramite staffette non supervisionate, cuccioli di razze magari impegnative e ora, che cuccioli ormai non sono più, si rendono conto dell’impegno che un animale comporta. Ecco allora la decisione di portare il proprio cane in canile”.

Le razze maggiormente portate in canile da padroni di cani pentiti sono i molossi. “I pitbulll da cuccioli sono tenerissimi ma nell’educazione e nella crescita devono essere seguiti in modo molto preciso con grande attenzione– ha spiegato il presidente dell’Enpa di Monza-. Cosa che non tutti sono in grado di fare e quindi decidono, una volta cresciuti, di abbandonare i loro animali perché troppo impegnativi o ingestibili. Non è colpa del cane ma dell’approccio scorretto con cui è stato cresciuto. La scelta di un cane non può essere fatta sull’onda emotiva o per seguire la moda del momento ma deve essere fatta in modo ponderato e dopo essersi informati sulle caratteristiche delle singole razze”.

L’Enpa, anche in questo caso, sta facendo la sua parte per gestire questo momento così delicato di ingresso di un numero elevato di cani. Nel solo mese di agosto, ad esempio, si è raggiunto il picco di 25 cani portati in canile dai rispettivi padroni.  “Entrano tanti cani, è vero, ma riusciamo ad affidarne altrettanti grazie al lavoro dei circa 200 volontari che guidano le famiglie verso una scelta consapevole. Dall’inizio del 2021 sono stati adottati circa 190 cani. Si tratta di un risultato importante perché il fine ultimo del canile è proprio quello di affidare i cani dando loro un futuro sereno insieme alla famiglia adottiva -ha concluso Riva-. Siamo anche al lavoro per aiutare le famiglie in difficoltà con il proprio animale. Portare il cane in canile deve essere proprio l’estrema ratio. Noi siamo a disposizione per aiutare gratuitamente le famiglie in difficoltà con il proprio animale con interventi mirati degli educatori cinofili”.

Il lavoro di Enpa è orientato anche verso la formazione con corsi specifici proprio per analizzare il rapporto tra animali e uomini. La prossima è in programma per il 25 ottobre e si intitola la Relazione Uomo-Cane: come si costruisce.

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