Biassono, micio scomparso torna dopo una settimana con un cappio di acciaio al collo

Il micio scomparso improvvisamente da una settimana, ricompare con una vistosa e profonda lacerazione al collo, da cui pende un cappio d’acciaio.

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A Biassono, ai confini con Macherio, nella zona della cascina San Giuseppe, vive una colonia felina amorevolmente seguita da una signora. Si tratta di una zona boschiva, quindi ideale, almeno sulla carta, per ospitare una colonia.

Circa quattro mesi fa compare all’improvviso un bel micione maschio bianco e tigrato, che viene subito inserito nella lista per essere catturato e successivamente sterilizzato (ENPA sta già facendo delle catture in zona). Il gatto, però, scomparso improvvisamente da una settimana, ricompare lunedì 20 settembre con una vistosa e profonda lacerazione al collo, da cui pende un cappio d’acciaio.

Biassono, il micio scomparso e lo spettro del bracconaggio

La tutrice (o “gattara”) che segue e nutre la colonia contatta immediatamente ENPA di Monza, in virtù di una stretta collaborazione tra l’ente e i tutori delle colonie feline. Sul posto si reca l’operatore Sergio che, con una trappola a scatto, riesce a catturare il povero micio che viene ricoverato al gattile di Monza.

La ferita si conferma molto profonda: il cavetto di metallo ha lacerato la carne e vi si è inserito. Come da prassi, viene contattato il veterinario del servizio ATS che, dopo aver sedato il gatto, asporta il cappio di acciaio suturando subito dopo la ferita.

Il micio – battezzato “Danton” in gattile – ora sta bene, è stato sterilizzato e a breve verrà reimmesso nella sua colonia.

Questa vicenda però non può finire qui: ENPA di Monza e Brianza, infatti, presenterà nei prossimi giorni una denuncia penale contro ignoti per maltrattamento e bracconaggio. Chiederà inoltre alle forze dell’ordine di controllare la zona nella quale è accaduto questo inquietante episodio.

Lacci mortali, strumenti di tortura e di morte

Questi cavi di acciaio, purtroppo, vengono usati sempre più spesso dai bracconieri per la cattura di lepri e conigli e sono veri e propri strumenti di tortura e di morte, perché finiscono per strangolare lentamente l’animale imprigionato quando tenta di liberarsi.

E le vittime non sono solo lepri e conigli ma anche altri animali, domestici e non. Nel mese di agosto, infatti, le Guardie Zoofile dell’ENPA di Vicenza sono dovute intervenire per salvare due animali rimasti incastrati in due trappole mortali illegali: un gatto di proprietà e un capriolo. La micia fortunosamente è riuscita a salvarsi (il filo l’aveva stretta alla metà del corpo), mentre il povero capriolo, un bellissimo esemplare maschio di circa un anno, è morto impiccato nel tentativo di rompere il cavo.

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