Politica

Pedemontana, Cortesi (Europa Verde-Lissone): “perché la politica non capisce che è un modello fallimentare?”

"Visto che nessuna banca voleva assumersi il rischio di non vedersi restituito l’enorme prestito richiesto, si è fatto intervenire lo Stato che ha messo in campo i più importanti istituti di credito pubblici"

Fab-cortesi

Dissenso e perplessità per il maxi finanziamento al progetto di Pedemontana che permetterà il completamento della tratte  B2 C, per arrivare fino a Vimercate, (Leggi qui) sono arrivate anche da Fabrizio Cortesi, referente di Europa Verde Lissone. In una comunicato stampa fiume l’esponente di Ev scorre punto per punto tutte le negatività dell’opera a partire dal fatto che si “sia ricorso addirittura alle banche pubbliche Banca Europea per gli Investimenti e Cassa Depositi Prestiti per ottenere la provvista finanziaria  di 2 miliardi necessaria per continuare la Pedemontana, opera che vede finora solo 23 Km realizzati e opere ferme dal 2015, l’anno che invece avrebbe dovuto vederne il completamento, stando agli insostenibili piani iniziali.

EV Lissone ricorda ai cittadini della Brianza che quest’opera detiene almeno due record negativi: “essere la più costosa, sorpassando addirittura la Brebemi con la mostruosità di 56 milioni a KM e  la più in ritardo nella realizzazione d’Italia”.

Fallita l’idea del project financing la realizzazione fin qui ha potuto contare su un contributo a fondo perduto di 1,2 miliardi da parte dello Stato, fondo che una volta divorato, ha visto l’opera arenarsi.

“Per rianimare Pedemontana,  la Regione Lombardia, azionista di controllo, che ha già sborsato 350 milioni di aumento di capitale e trasformato in prestito una garanzia di 900 milioni del 2017 per non farla fallire, ha così adottato la soluzione più comoda già presa dalla Brebemi. Visto che nessuna banca voleva assumersi il rischio di non vedersi restituito l’enorme prestito richiesto, si è fatto intervenire lo Stato che ha messo in campo i più importanti istituti di credito pubblici, come detto sopra.

EV Lissone ricorda però al contempo che il modello Brebemi, qui riesumato, è stato altamente fallimentare, dato che quell’autostrada, completata da 6 anni, ha il traffico di una modesta strada provinciale, ha chiuso tutti i suoli bilanci in rosso e non ha ancora cominciato a pagare i mutui contratti con la  BEI e alla CdP.

Allo stesso modo, anche per Pedemontana, del resto, il mercato finanziario in più di un’occasione ha mostrato di non aver fiducia nel progetto. Ciò vista la crescita dei costi, l’allungamento dei tempi, gli enormi problemi ambientali (la diossina nei terreni di Seveso) da superare e il traffico che è stato sovrastimato per giustificare il progetto.

E non impressionano certo le dichiarazioni di Webuild, aggiudicatrice del contratto esecutivo, che addirittura prospetta mirabolanti tecnologie di Intelligent Transport Systems come le smart roads sulla tratta, tecnologia ad oggi inutile e non supportata sui veicoli, quei pochi che presumibilmente circoleranno.

STOCCATA ALLA POLITICA LOCALE

Lato politico, spiace davvero vedere da un lato l’avallo di questo tipo di progetti, davvero dannosi e insostenibili ambientalmente e finanziariamente, addirittura dal ministero della transizione ecologica, che pare fare tutt’altro che occuparsi di ambiente, biodiversità e sostenibilità, dall’altro la Regione a trazione leghista nel perseverare con le grandi opere dannose puntando tutt’oggi sulla mobilità su gomma e asfalto quando si dovrebbe andare in tutt’altra direzione, spiace vedere il vanto di una presunta spinta dell’opera sull’indotto locale, quando il territorio avrebbe in realtà bisogno di rinaturalizzarsi e decongestionarsi, invece che sviluppare ulteriormente traffico, cemento, asfalto, impatto e inquinamento, e spiace vedere l’atteggiamento tutto sommato passivo e accomodante di una politica locale, anche lissonese, che nulla ha da dire sui pesanti impatti negativi dell’opera, che andrebbe fermata, se non al più solo preoccuparsi che venga lasciato uno svincolo della Valassina all’intersezione con la Pedemontana, mostrando davvero poca sensibilità per la sostenibilità di questo territorio ormai compromesso irreversibilmente”.

Questa, per EV, conclude Fabrizio Cortesi “non è transizione ecologica, ma ulteriore danno ambientale, di biodiversità, di perdita di verde e di suolo, danno al microclima, e frutto di pura speculazione a spese dello Stato: la strada da percorre per la sostenibilità ambientale, economica, e per perseguire il vero ben-essere della popolazione si trova in tutt’altra direzione, virando di 180 gradi, e cancellando opere come la Pedemontana”.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.