Politica

Elezioni comunali a Desio, il candidato Stefano Motta: “Mi impegno per far cambiare passo alla città”

L'aspirante sindaco, sostenuto anche da Italia Viva e Forza Italia, marca la sua differenza con l'attuale amministrazione Corti. Desio, per l'insegnante e scrittore, deve partire dalla cultura come motore di sviluppo.

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Ha il sostegno di due partiti nazionali, Italia Viva, di cui è il coordinatore cittadino e Forza Italia, oltre all’UDC – Unione di Centro e al movimento civico “SìAmo Desio” e alla lista “Desio Popolare”. Ma l’impressione è che Stefano Motta, 46 anni, insegnante e scrittore, candidato sindaco a Desio, non voglia porsi come uomo della politica. E, nella campagna elettorale in corso nel principale Comune brianzolo alle urne il prossimo 3 e 4 ottobre, punti soprattutto sulla “desianità” e sulla cultura come uno dei motori principali dello sviluppo futuro di Desio.

Una delle idee alla base del programma elettorale di Motta, come spiega ad MBNews in quest’intervista che continua, dopo Denis Franzini (Movimento 5 Stelle) e Guido Meda (Lista Civica Attivi per Desio), il ciclo di appuntamenti con chi ha l’aspirazione di succedere a Roberto Corti nella carica di primo cittadino di Desio, è che ci sia bisogno di un cambio di registro rispetto ai 10 anni di amministrazione di centrosinistra.

“E’ mancato il rapporto coi cittadini – sostiene Motta – la giunta Corti-Moro ha trattato in maniera arrogante i desiani, gestendo il proprio ruolo di amministratori come una posizione autoreferenziale di potere”.

L’INTERVISTA

Motta, perché ha scelto di candidarsi anche se fino a qualche mese fa lo aveva escluso?

Mi sono accorto che la situazione politica si stava incartando su due estremismi: il sovranismo populista della Destra e il “noismo” della Sinistra radicale, che si oppone sempre pretestuosamente a tutto. Ho fatto fatica ad accettare una visione così dicotomica di una città grande e importante come Desio, e in molti mi hanno offerto il loro appoggio e la loro stima per una scelta di rottura fortemente innovativa.

Due grandi partiti nazionali, Italia Viva e Forza Italia, hanno investito sulla mia figura e su questo progetto, e meritavano che gli dedicassi le mie energie e il mio tempo. Che è sottratto alla famiglia e ai figli, che dovrò in qualche modo risarcire!

Rispetto all’operato della Giunta Corti, a cui naturalmente si ricollega la candidata sindaco Jennifer Moro ( Partito DemocraticoDesio VivaSinistra Per Desio e Desio Libera), quali ritiene siano le cose principali da cambiare?

Potrei parlare di alcuni aspetti concreti come la viabilità pasticciata, la mancata gestione della città nel suo complesso che ha reso Desio insicura, l’immobilismo a proposito delle aree dismesse, l’incapacità di attingere ai corposi bandi di finanziamento per realizzare opere importanti a Desio, ma mi sta a cuore un aspetto più ampio e paradigmatico: è il rapporto coi cittadini che è mancato.

La giunta Corti-Moro ha trattato in maniera arrogante i desiani, gestendo il proprio ruolo di amministratori come una posizione autoreferenziale di potere. Il tono saccente con cui la candidata sta conducendo questa campagna elettorale, se ce ne fosse bisogno, lo dimostra ancora di più.

Cosa pensa la differenzi dagli altri quattro candidati sindaco di Desio?

La “desianità”. La mia storia, la storia della mia famiglia, a partire dal cognome tipicissimo, è legata a filo doppio con la città. Da scrittore porto in giro con orgoglio il nome di Desio in Italia ogni volta in cui vengo invitato a parlare dei miei libri, e finora, oltre al volontariato e all’impegno in parrocchia, è quello che ho potuto fare per restituire a Desio quel che ho avuto. Impegnarsi in politica è un modo per ricambiare la mia città.

Nei primi 100 giorni del suo eventuale mandato da sindaco quali sono tre cose che promette di riuscire a realizzare?

Il ripristino di una viabilità sensata, una data certa e incontrovertibile per la rimozione definitiva delle rotaie della vecchia metrotramvia, interventi visibili per migliorare la sicurezza della città.

Nella sua squadra di governo immagina un’apertura alla società civile, la presenza di tecnici o ci saranno soltanto presenze chiaramente politiche?

Il Comune ha in organico tecnici validissimi. La responsabilità di governo è di natura politica. Va da sé che all’interno della nostra coalizione esistano dei profili molto autorevoli nei diversi ambiti e che a loro si guarderà quando verrà il momento di assegnare le deleghe. Nella loro esperienza lavorativa sono dei tecnici di prim’ordine e sapranno coniugare queste loro esperienze già attestate con la visione politica più ampia.

Di certo non nominerò assessori alle prime armi o non desiani, come è stato fatto dalla Sinistra, che debbano fare esperienza del ruolo o della città cammin facendo, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Come sta impostando la sua campagna elettorale, caratterizzata da tempi così ridotti? Come giudica quella dei suoi avversari?

Il giorno del deposito delle liste ho scritto una lettera ai miei candidati consiglieri nella quale chiedevo e suggerivo di essere positivi. Di non concentrarsi sui problemi della città ma di avere il coraggio di sognarne gli sviluppi futuri. Stiamo conducendo una campagna elettorale bella, divertente, propositiva: abbiamo ospitato e ospiteremo personalità di grande rilievo, per essere lievito per la città.

Potrebbe peccare di oggettività, ma quale sarà secondo lei l’esito delle elezioni a Desio? Vittoria al primo turno o è più probabile il ballottaggio? In quest’ultimo caso spera anche nel sostegno del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico o quello della destra?

Il numero dei candidati, cinque, porta a una inevitabile parcellizzazione dei voti che ci condurranno forzatamente al ballottaggio. Escludo che al secondo turno M5S e partiti di Sinistra possano appoggiarmi: siamo troppo lontani nei contenuti e nella forma, e alcuni atteggiamenti tenuti dal PD e da Desio Viva, la lista civica ad esso collegata, sono irricevibili: fatico a immaginare qualcuno di loro seduto nella mia Giunta.

Gli elettori non sono però i leader dei partiti e sapranno decidere in autonomia. Siamo stati i primi a stendere un programma integrale e a renderlo pubblico: tutti i cittadini di Desio lo conoscono nei dettagli e potranno decidere in autonomia se varrà la pena appoggiarlo anche se al primo turno avessero votato per un altro candidato.

Per un uomo di cultura come lei, tra l’altro studioso di Alessandro Manzoni e conferenziere, Villa Tittoni, il suo Parco e il loro utilizzo è sicuramente un punto delicato. Cosa pensa del dibattito che si è scatenato in queste settimane?

Il PD ha montato una polemica infantile sulla questione degli eventi nel cosiddetto “Parco Tittoni”, dimostrando di non saper leggere quello che abbiamo scritto nel programma o, peggio, di voler difendere le proprie irragionevoli posizioni per interessi che è difficile immaginare coincidenti con quelli dei cittadini desiani.

Abbiamo più volte ribadito di voler valorizzare la Villa e il Parco in modo pertinente alla loro storia e alla loro vocazione, che non è quella di luogo per birra e salamelle. Solo il PD ha capito che li volessimo chiudere, e questo ci conferma di quanto ancora di più si debba investire in cultura, appunto.

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