Politica

Comunali 2021 a Desio, Moro (centrosinistra): “Porto la marcia in più che hanno le donne”

La candidata sindaco punta anche sull'essere l'unica esponente del gentil sesso per differenziarsi dai suoi contendenti alla carica di primo cittadino. In quest'intervista ci racconta la sua idea della Desio del 2026.

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Le differenze di genere non dovrebbero esistere in una società più equa, giusta e solidale. Ma l’uomo e la donna, pur nella parità di diritti e doveri, hanno naturali differenze fisiche e, tendenzialmente, caratteriali, frutto anche di retaggi socio-culturali difficili da cancellare. Ma in politica queste diversità possono costituire anche un vantaggio. A favore, si intende, delle donne. Almeno è quello di cui è convinta Jennifer Moro, unica donna tra i 5 candidati sindaco a Desio per le elezioni comunali del 3 e 4 ottobre.

L’attuale vicesindaca del Comune brianzolo, che nella Giunta Corti ha le deleghe alla sicurezza e al bilancio, nella competizione elettorale è sostenuta da Partito DemocraticoDesio VivaSinistra Per Desio e Desio Libera. Il suo slogan “Libera, coraggiosa, vicina a te” caratterizza sin dall’inizio l’idea che la Moro, 46 anni, un passato da imprenditrice e ricercatrice universitaria alla LIUC – Università Cattaneo, ha della Desio del 2026.

Un concetto che ritorna, con parole e articolazioni più ampie, anche nell’intervista che, a pochi giorni dal voto, continua il ciclo di appuntamenti di MBNews con chi punta ad essere il prossimo sindaco del principale Comune alle urne nella nostra Provincia.

Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato le intenzioni e i progetti di Denis Franzini (Movimento 5 Stelle), Guido Meda (Lista Civica Attivi per Desio) e Stefano Motta (“Desio Popolare”, Forza Italia, UDC – Unione di Centro e “SìAmo Desio”). Ultimo incontro programmato da MBNews sarà quello con Simone Gargiulo, candidato sindaco a Desio di LegaFratelli d’Italia e della lista civica Per Desio.

L’INTERVISTA

Siamo ormai al rush finale di una campagna elettorale che anche a Desio ha dovuto fare i conti con tempi ristretti. Perché ha scelto di candidarsi?

Ho scelto di candidarmi perché mi piacerebbe lasciare una Desio migliore della Desio che ho trovato. Già in questi 10 anni l’abbiamo trasformata e mi piacerebbe continuare questa trasformazione. E’ una delle cose che dico sempre alle mie figlie, lo faccio oltre che per loro anche per il mondo in cui si trovano e quindi dico loro, nella loro vita, di cercare di lasciarlo un po’ meglio di come lo hanno trovato. Penso sia una cosa che dobbiamo fare tutti e la politica è lo strumento giusto per farlo.

Visto il suo ruolo nella Giunta Corti, ritiene che siano più le cose da fare in continuità o quelle da cambiare? Quali le priorità?

Stiamo sul 50% e 50%. Ci sono dei progetti che devono essere portati avanti e conclusi perché sono progetti di lungo periodo e di ampio respiro. Ci sono invece cose che vogliamo far partire ora. Le nostre priorità saranno ripartire dall’analisi dei bisogni cittadini e cercare di colmare quei gap che ci vengono anche in alcuni casi segnalati. Abbiamo detto una città vicina e per quello lavoreremo.

Per farlo vogliamo ripartire dall’analisi del bisogno e capire come modificare e adeguare i servizi ai bisogni dei cittadini. In parte lo abbiamo già scritto nel programma elettorale quando abbiamo parlato dei giovani e degli anziani e di tutti i servizi e di tutte le iniziative che vogliamo portare avanti per queste due fasce di popolazione, tra le più colpite dalla pandemia.

Cosa la differenzia dagli altri 4 candidati sindaco di Desio e crede possa essere il suo punto forte in una competizione elettorale così complessa?

Intanto penso che sia evidente che sono una donna e questo mi differenzia in tutta la nostra zona, non solo a Desio, visto che tra la nostra città, Varedo, Limbiate penso di essere l’unica candidata sindaco. Le donne hanno sicuramente in alcuni ambiti una marcia in più, di certo a livello organizzativo. E’ indubbia la loro capacità di organizzare proprio per una struttura mentale e i compiti che nel tempo sono sempre stati loro assegnati. Questa è di sicuro una marcia in più per governare un ente che ha 200 persone alle proprie dipendenze.

Nei primi 100 giorni del suo eventuale mandato da sindaco di Desio cosa promette di riuscire a realizzare?

Intanto non faccio mai promesse perché è una cosa che non mi piace e non lo faccio neanche in campagna elettorale. Sicuramente prenderò in carico le situazioni di bisogno e le segnalazioni e, ogni volta che ne ricorrono le condizioni, cercherò di risolverle senza distinzione per tutti i cittadini che me le vengono a sottoporre. Sono molto onesta nell’analisi. Quello che si può risolvere si risolve, quello che non si può fare dirò ai cittadini che non si può fare.

Nella sua squadra di governo immagina un’apertura alla società civile, la presenza di tecnici o ci sarà soltanto una presenza politica?

Arrivo dalla società civile, come mamma che si era rivolta all’allora assessore al bilancio che aveva tagliato educatrici e trasporto scolastico. Cosa che noi non abbiamo mai fatto. Credo fermamente che la politica debba riprendersi il suo ruolo. La politica non ha bisogno dei tecnici nella formulazione degli indirizzi, ma ne ha bisogno per la loro applicazione. Quindi, la struttura tecnica è necessaria e il nostro Ente ce l’ha, ma la guida deve essere di tipo politico, perché il disegno della città è di tipo politico e spetta ai politici. Troppo comodo scaricare mettendo in Giunta le parti tecniche.

Come ha impostato la sua campagna elettorale?

L’abbiamo fondata sostanzialmente sulla promozione dei temi che a me stanno a cuore. Quindi, non tanto nel ribattere agli altri, a parte quando è proprio necessario perché dicono cose che non corrispondono alla realtà, quindi, è doveroso rettificare. Per il resto cerchiamo di veicolare i messaggi e la visione di città che vogliamo costruire. A noi interessa passare un messaggio positivo perché la costruzione della città di domani è un messaggio positivo.

Desio deve avere un’immagine positiva e bisogna smetterla di continuare a passare invece messaggi negativi legati ad alcuni aspetti che niente hanno a che vedere con la nostra città, ma che hanno a che vedere più in generale con la società, con l’evolvere della società e anche con i territori limitrofi.

Come giudica, invece, l’operato dei suoi contendenti alla poltrona di sindaco di Desio?

Non mi piace la campagna elettorale dei miei avversari, perché, almeno di quelli principali, è fondata sostanzialmente sul continuo attacco degli altri e soprattutto sull’uso dell’immagine degli altri candidati, anzi, della mia immagine a cui associano i loro messaggi ovviamente negativi. Questa è una cosa che io non ho mai fatto, non faccio e non farò e su questo ci distingueremo sempre!

Potrebbe peccare di oggettività, ma quale sarà secondo lei l’esito delle elezioni a Desio? Spera in una vittoria al primo turno o è più probabile il ballottaggio? In quest’ultimo caso spera anche nel sostegno del Movimento 5 Stelle e magari di Italia Viva?

Bisogna essere oggettivi e, attualmente, non mi sembra ci siano i numeri per passare al primo turno. Credo che andremo a un ballottaggio. Dove spero nel supporto di tutti i cittadini che decidano di sceglierci perché credono nel progetto di città che proponiamo, ma anche nelle persone che devono portarlo avanti. Quindi sono convinta che la città farà la scelta giusta.

In queste ultime settimane tra le questioni che l’hanno vista sotto accusa, soprattutto in quanto esponente dell’attuale amministrazione di centrosinistra a Desio, c’è sicuramente l’utilizzo di Villa Tittoni e del suo Parco. Come si difende?

Si parla sempre di Parco Tittoni mettendo in risalto l’aspetto ”birra e salamella”, ma credo sia giusto dire che in questi 10 anni è stato un’occasione di lavoro e integrazione per un numero di persone che oscilla tra le 25 e le 40. Una realtà fatta anche di impegno nel sociale che ha accolto inserimenti lavorativi, tirocini, servizio civile e collaborazione con le reti del territorio per l’inserimento di persone con disabilità. Ogni anno la Soprintendenza emette prescrizioni che vengono attuate e rispettate.

Parco Tittoni attualmente ha un modello di gestione ben definito fondato su una certa struttura di costi. L’equilibrio tra grandi eventi che generano entrate ed eventi più di nicchia in   perdita consentono di proporre alla città una manifestazione culturale e di intrattenimento che non grava sulle casse del Comune. Allora “spostare i concerti” significa cambiare la struttura dei costi e sarebbe opportuno dire alla città quali sono le condizioni di sostenibilità del nuovo modello di gestione. L’area feste di prossima realizzazione nel Parco delle Farfalle è stata pensata per realizzare, in uno spazio attrezzato, feste di quartiere e sagre. Non è un luogo adatto a concerti e/o grandi eventi.

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