Salute

Covid-19, “Vacciniamoci!” è la campagna dello Spi e della Cgil di Monza e Brianza

Il sindacato lancia un appello che sta attivando tutte le sue sedi sul territorio provinciale. L'obiettivo è convincere che il Covid non è ancora sconfitto. E bisogna tutelare gli anziani, ma anche dare una mano ai giovani.

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Da più di un anno e mezzo stiamo tutti partecipando ad una corsa di cui nessuno veramente conosce il traguardo. C’è chi da tempo dice che siamo all’ultimo chilometro e chi, invece, che non si arriverà mai. Nell’attesa, come in ogni gara lunga, è importante alimentarsi. Nella competizione contro il Covid-19, non ancora finita, il “carburante” a disposizione è il vaccino. E allora lo Spi (Sindacato pensionati) e la Cgil di Monza e Brianza hanno pensato di dare il loro contributo con “Vacciniamoci!”, la campagna di comunicazione che sta coinvolgendo tutte le sedi del sindacato di via Premuda sul territorio della nostra Provincia.

L’APPELLO

“Vacciniamoci. Per noi stessi e per gli altri” è l’appello di Spi e Cgil di Monza e Brianza che nel volantino di lancio dell’iniziativa spiegano anche: “Perché il Covid non è ancora stato sconfitto e l’informazione serve a superare paura e perplessità”.

“Diamo vita a una grande campagna di sensibilizzazione sul valore e l’utilità dei vaccini – spiega Anna Bonanomi (nella foto in basso), segretaria generale dello Spi Cgil di Monza e Brianza – con la speranza che maggiore informazione possa aiutare le persone che ancora non lo hanno fatto per dubbi e incertezze a vaccinarsi per il proprio bene e quello degli altri. Siamo preoccupati soprattutto per i nostri anziani che non si sono ancora immunizzati”.

In Lombardia, dopo ritardi e polemiche che hanno portato anche ad un cambio al vertice dell’assessorato regionale al Welfare, i dati sulla campagna vaccinale sembrano essere confortanti. Sono state somministrate oltre 14 milioni di dosi con un tasso di popolazione completamente immunizzata che si attesta circa al 70 per cento.

Se si contano anche le persone che hanno ricevuto solo la prima dose, il dato si alza fino a sfiorare l’80 per cento. E, secondo i report di Ats Brianza, il dato della popolazione con almeno la prima dose nella provincia di Monza e Brianza è più alto della media regionale.

Eppure i numeri dicono anche che tra gli over 50 e in alcune categorie più giovani persiste una certa esitazione vaccinale. “La vaccinazione ad oggi è lo strumento che serve per evitare ciò che abbiamo già affrontato con i vari lockdown: didattica non in presenza, cassa integrazione, restrizioni sulla mobilità e sulla socialità ed emergenza sanitaria – afferma Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza.

“Se vogliamo riappropriarci di una normalità a beneficio soprattutto delle nuove generazioni e delle lavoratrici e dei lavoratori che occupano una posizione più fragile e precaria nel mercato del lavoro, dobbiamo impegnarci tutti nel sostenere la campagna vaccinale – continua – questo, insieme alla necessità di mantenere e rafforzare i protocolli sanitari dentro e fuori le aziende”.

LE PROSPETTIVE

La terza dose è ormai approvata ufficialmente anche in Italia. Dove, come stabilito in questi giorni dal Ministero della Salute, si partirà con over 80, ospiti Rsa e sanitari over 60. Poi, in base a valutazioni successive, molto probabilmente toccherà a tutto il resto della popolazione. Decisioni che, come da tempo evidente per le caratteristiche del Covid, dimostrano la necessità di tutelare prima di tutto le fasce più fragili.

“Dobbiamo proteggere gli anziani ed evitare in tutti i modi di farli tornare in una condizione di isolamento e solitudine come durante il lockdown, quando alcuni di loro non erano in grado di soddisfare i propri bisogni fondamentali come fare la spesa o acquistare medicinali” sostiene la segretaria generale dello Spi Cgil di Monza e Brianza, che recentemente a Desio ha presentato la pubblicazione “Effetto Covid” e a marzo scorso aveva fortemente richiesto un’accelerazione nella somministrazione del tanto agognato vaccino alla popolazione degli over 80.

Il vaccino è la strada per uscire dall’emergenza sanitaria e per aiutare i nostri anziani a vivere meglio, ma anche per permettere ai nostri giovani di riprendere in mano il proprio destino” conclude Bonanomi.

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