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Grazie a Filippo Tortu la Brianza è nell’Olimpo

Fantastico, incredibile, quasi inevitabile risultato dei nostri azzurri, soprattutto del brianzolo Tortu, ultimo nostro velocista di partenza che sottolineato la nostra ferocia e forza nell'atletica leggera a queste Olimpiadi.

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Chi l’avrebbe mai detto! O Forse no, perché dopo l’oro di Jacobs nei 100 metri e quello di Tamberi nel salto in alto, l’Italia dell’atletica leggera vista in queste Olimpiadi era tra le favorite anche quest’oggi nella gara forse più impegnativa in termini di dispendio energetico, la 4×100.

Con il senno di poi, scaramanzia a parte, eravamo per davvero i favoriti: è arrivato dunque un altro, l’ennesimo, oro per la nostra nazionale alle Olimpiadi, e questa volta la firma sulla vittoria della medaglia più importante è stata messa anche da Filippo Tortu – insieme a Jacobs, Patta e Desalu.

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Frame finale in cui si nota come Tortu abbia battuto il rivale inglese per questione di millimetri.

TORTU: UN’IMPRESA FANTASTICA

Un’impresa fantastica quella raggiunta anche quest’oggi dalla nostra nazionale, dal velocista brianzolo Filippo Tortu, cresciuto a Carate Brianza, che, dopo un olimpiade disputata così e così, è riuscito a rifarsi dapprima in semifinale della 4×100 e poi, ovviamente, nella finale appena conclusasi.

Da Patta a Jacobs, dal recordman italiano ed europeo a Desalu, infine Tortu, che dopo aver visto i compagni sfrecciare come treni sui primi 300 metri della gara, riesce a compiere il  più importante di quei 37″.50, e di certo, della sua intera carriera, anche sopra quei 9″.99 sui 100 metri che, prima di Jacobs, sembravano insormontabili per l’atletica italiana: mantenere il passo della Cina – arrivata poi quarta – che stava pian piano recuperando e volare verso l’arrivo superando l’Inghilterra che aveva quel piccolo, ma faticoso, margine che Filippo doveva recuperare, e che ha fatto egregiamente, battendo gli inglesi per quel millesimo di secondo di differenza – hanno chiuso con 37″.51.

Come quella dell’Italia a Wembley anche questa, seppur qui sia ancora giorno, può dirsi una notte magica, perché dove gli azzurri hanno centrato l’impresa la notte era già arrivata da un bel pezzo, in Giappone, a Tokyo, città ospitante delle Olimpiadi che ci ricorderemo per bene in quanto italiani, perché con questa il medagliere è salito a 38.

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Tortu incredulo pochi secondi dopo aver passato il traguardo

Dopo l’Italia e la Gran Bretagna, si sono posizionate il favoritissimo Canada, la Cina, la Giamaica –  ancora primatista mondiale grazie al tempo di 36″.84 registrato alle Olimpiadi di Londra 2012 – e la Germania; niente da fare per il Giappone e il Ghana, che per quanto concerne i primi, sono stati fermati per un errore nello scambio del testimone, mentre i secondi sono stati squalificati.

FILIPPO TORTU: LA COMMOZIONE A FINE GARA

Tortu, a fine gara, visibilmente commosso, si è lasciato andare a dichiarazioni a caldo, che riassumono brevemente tutto quello che ha vissuto in quel mezzo minuto e poco più, adrenalinico, di gara.

“Difficile parlare di me, perché la staffetta la si corre in 4. Non capivo. Ho chiesto a Lorenzo – Patta – se avevamo vinto e me lo ha confermato. Le lacrime pensavo di averle finite, ma la cosa più bella sarà cantare l’inno domani. Lì piangerò ancora e ancora.

Quando sono partito ho visto che il britannico era lì, al mio fianco. In quel momento ho pensato solo a stare rilassato e a correre il più tranquillo possibile perché sapevo che l’avrei potuto prendere e superare.

Ero più lucido mentre correvo rispetto a quando ho tagliato il traguardo. Non potevo credere che potesse essere vero, ho subito chiesto se avessimo vinto davvero noi ed era così. Quando ho visto `Italia´ sul tabellone nemmeno ho guardato il tempo, che è stratosferico, ma non mi interessava. Stanotte non riuscirò a chiudere occhio – ha aggiunto Tortu – La cosa più bella sarà cantare l’inno domani sul podio”.

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Il quartetto italiano vincitore della 4×100, da sinistra: Jacobs, Desalu, Patta e Tortu

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