Economia

Monza, Icar Spa dichiarata fallita: 170 lavoratori in bilico tra curatori e sindacati

La sentenza del Tribunale di Milano apre scenari preoccupanti per la società di condensatori. Alla Icar l'attività è sospesa. I dipendenti, che ricevono la Cassa integrazione, sperano nell'esercizio provvisorio.

monza sciopero icar 4

C’è chi aspetta agosto per staccare finalmente dal lavoro e godersi il meritato riposo estivo. E c’è chi, invece, proprio nel classico periodo del solleone, il lavoro rischia di perderlo definitivamente ed è costretto a vivere, con grande preoccupazione, uno stop forzato. E’ quest’ultimo il caso dei circa 170 lavoratori della Icar Spa, che produce condensatori elettrici e sistemi in bassa e media tensione.

La storica azienda, che ha due sedi operative, in via Isonzo a Monza e a Villa D’Adda, in provincia di Bergamo, ha ricevuto la notizia della sentenza del Tribunale di Milano che ha accolto la richiesta di fallimento inviata dal liquidatore della società un paio di settimane fa. Ed ha nominato un collegio di tre curatori fallimentari che ora sono chiamati a valutare la sussistenza dei presupposti  di un esercizio provvisorio.

Questa possibilità permetterebbe, almeno per la metà della forza lavoro della Icar Spa, di restare in azienda con relativa tranquillità più o meno fino alla primavera del 2022, quando dovrebbe essere completata la commessa per la produzione di defibrillatori siglata con la Philips.

C’è anche la speranza che intanto, come sembrerebbe già emerso quando è stata annunciata la messa in liquidazione, si faccia avanti qualche acquirente italiano o straniero interessato alla Icar. Che ha un patrimonio di 75 anni di esperienza nel settore dei condensatori elettrici e sistemi in bassa e media tensione e fa parte di un Gruppo con sei stabilimenti in Europa in grado di controllare tutte le fasi produttive, dalla produzione di film di polipropilene fino alla realizzazione del prodotto finito e di esportare in più di 100 paesi nel mondo.

UNA SITUAZIONE DIFFICILE

Lo stato attuale della Icar Spa non nasce dalla sera alla mattina. Ma è il frutto di un lungo periodo di sofferenza finanziaria culminato a novembre 2020 con la messa in liquidazione dell’azienda monzese. A febbraio 2021 il Tribunale di Milano non ha accolto la domanda di amministrazione straordinaria con la motivazione della mancanza dei requisiti numerici all’atto dell’ammissione.

A quel punto lo spettro del possibile fallimento è stato inizialmente scongiurato dalla commessa Philips che ha aperto le porte alla presentazione, da parte dell’azienda, di un piano concordatario corredato da tutta la documentazione necessaria ed in grado di pagare tutti i creditori, tra cui naturalmente i dipendenti. Alla scadenza fissata per il 20 luglio, però, il liquidatore della Icar Spa ha comunicato l’istanza di fallimento con richiesta di esercizio provvisorio al Tribunale di Milano.

Immediata la reazione dei lavoratori, che il 28 luglio hanno manifestato in via Isonzo con uno sciopero e un presidio, indetti dalle organizzazioni sindacali della Fim-Cisl Monza Brianza Lecco e della Fiom-Cgil Brianza, congiuntamente alla RSU aziendali, secondo cui “ai lavoratori in prima battuta era stato chiesto di rientrare a lavorare nonostante mancasse completamente la garanzia di essere retribuiti”.

Ad oggi gli impianti della Icar Spa a Monza e a Villa D’Adda sono fermi. Dal momento che è stato dichiarato il fallimento dell’azienda, i dipendenti, che attendono ancora il saldo degli stipendi di novembre 2020 e marzo 2021 e il premio di risultato relativo all’anno 2019, si vedono bloccata, come prevede la legislazione italiana, anche la busta paga da luglio 2021 in poi.

LA POSIZIONE DEI SINDACATI

A questo punto l’esigenza più immediata è dare ai lavoratori della Icar il sostegno economico in attesa che ci siano i prossimi sviluppi di questa intricata vicenda. “Fino alla data di nomina dei curatori fallimentari, tutte le lavoratrici e i lavoratori sono stati posti in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria già sottoscritta con le Organizzazioni Sindacali e con il Ministero del Lavoro – spiega Claudio Rendina della Fiom Cgil Brianza – ora, il 3 agosto, in un primo incontro con i curatori, insieme a Fim-Cisl e alle Rsu, abbiamo chiesto loro di poter arrivare ad una relazione positiva in tempi brevi, anche per attivare l’ammortizzatore sociale più congruo per tutta la forza lavoro, che al momento risulta sospesa dall’attività lavorativa”.

“I curatori si sono impegnati a redigere in tempistiche quanto più brevi la relazione necessaria a definire l’utilizzo o meno dell’esercizio provvisorio e quindi della possibilità di parziale ripresa di attività per completare le commesse in essere – continua Rendina – tale valutazione dovrà tener conto degli utili che potranno essere generati senza che si possano creare ulteriori danni ai creditori”.

Tra le possibilità, nel caso la prosecuzione dell’attività non portasse utili è di chiedere di prolungare l’attuale cassa integrazione fino a giugno del 2022. “Un nuovo incontro verrà convocato non appena i curatori avranno redatto la relazione richiesta dal Tribunale e si avranno novità sul futuro dello stabilimento” annuncia il sindacalista della Fiom Cgil Brianza. Chissà che agosto, iniziato con nube molto fosche, non si concluda per la Icar Spa con qualche sprazzo di sereno. In fondo l’estate, tradizionalmente definita la bella stagione, è ancora lunga.

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