Il 5 settembre, in Polonia, a Chorzow, al Memorial Kamila Skolimowska, tappa Gold del Athletics Continental Tour, per Filippo Tortu sarà l’ora di riprovarci nei 200 metri.
Era il 2019 quando, per l’ultima volta, il ragazzo di Carate Brianza si mise in gioco sul mezzo giro di pista, cercando di migliorare quel suo record personale, stabilito allo Stadio Olimpico di Roma 2 anni prima, nel 2017, quando impiegò 20″34 per concludere la gara, ma senza riuscirci, sfiorando quel tempo solo di 2 centesimi – 20″36.
Il 5 settembre segnerà anche il suo ufficiale ritorno in pista dopo il trionfo alle Olimpiadi di Tokyo nei 4×100 vincendo la medaglia d’oro.
Calcherà la pista d’atletica polacca, dunque, per la prima volta da campione olimpico, e su lui, a soli 23 anni, di fatto, e se possibile, le aspettative di tutti si moltiplicheranno notevolmente. Perché non ci sono più scuse: nonostante le Olimpiadi non erano iniziate nel migliore dei modi, un finale pirotecnico e così clamoroso; un’impresa sportiva simile, per Tortu e per l’Italia intera, non può far altro che portare con sé strascichi di grande responsabilità per il resto della carriera. Della sua carriera.
Oltre l’età, l’esperienza e la fama, i trionfi sono quella cosa che più conta nella vita di uno sportivo, se poi questi li si riesce a ottenere nella manifestazione più importante al mondo – per quanto concerne gli sport olimpici – allora è obbligatorio trasformarli in carburante per migliorare e proseguire, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Sarà dunque questo il destino di Filippo Tortu, che in questa sfida sui 200 metri ha voluto concentrarsi con tutte le sue forze ed energie mentali, e chissà che non possa ottenere risultati incredibili come quelli già raggiunti in altre specialità.
Noi, spettatori e tifosi, non possiamo far altro che augurargli la miglior fortuna possibile.
