Politica

Sindacati: presentata l’attività di contrattazione sociale per il 2021

Presentata stamattina nella sede Cgil di Monza in modo unitario da parte di tutte le sigle sindacali la sintesi dell'attività di contrattazione sociale.

Cisl conferenza stampa copertina-mb

Si è tenuta ieri mattina alle 11, presso la sede della Cgil in via Premuda a Monza, la conferenza stampa unitaria di Cgil, Cisl, Uil e dei rappresentanti dei pensionati di presentazione in sintesi dell’attività di contrattazione sociale con i comuni della provincia di Monza e della Brianza per l’anno 2021. Presenti in rappresentanza delle diverse sigle sindacali Franco Stasi segretario Cgil Monza e Brianza, Mirco Scaccabarozzi segretario generale della Cisl Monza Brianza e Lecco, Anna Bonanomi segretaria generale dello Spi Cgil, Giuseppe Saronni segretario Fnp Cisl Monza Brianza Lecco, Ambrogio Meroni segretario Cisl Monza e Brianza, Franco Montrasio della Fnp Cisl e Mario Castiglioni Coordinatore Sportelli Non Autosufficienza della Cgil.

Per la durata dell’incontro i delegati hanno avuto modo di presentare alla stampa alcune criticità e interventi auspicabili su argomenti quali il covid-19, l’abbassamento, a giudizio degli stessi immotivato, delle soglie di esenzione delle addizionali Irpef in alcuni comuni, e la totale assenza in altri, ma anche problemi quali nuove povertà, Tari e la difficile gestione a livello regionale delle Rsa. “Vogliamo dare un segnale preciso, pensiamo sia necessario coinvolgere tutti e per questo abbiamo cercato di intervenire in modo confederale e in termini unitari” così ha aperto la conferenza Franco Stasi per poi continuare “Abbiamo incontrato molti sindaci dei Comuni della Brianza e con loro ci siamo confrontati su nuove fragilità, rafforzamento del sistema socio-sanitario territoriale, esigenze abitative ed emergenza lavoro”. Sulla stessa linea anche Scaccabarozzi che ha a sua volta sottolineato come, negli ultimi vent’anni, la contrattazione diretta con i comuni, nonché la capacità della Cisl di intercettare in modo capillare le esigenze dei cittadini abbiano prodotto “importanti misurabili in termini di equità e attenzione alle fasce di popolazione più fragile”

contrattazione sindacale

Contrattazione e obiettivi sull’Irpef

Durante la conferenza stampa, come detto, si è avuto modo di presentare ampiamente, seppure senza pretese di esaustività, delle aliquote Irpef, le problematiche ancora esistenti ma anche i buoni risultati ottenuti negli anni grazie alla collaborazione tra sindacati e comuni. Attualmente tra i 55 Comuni brianzoli quelli con una soglia di esenzione sono 42, pari al 76%. Sono invece 20 i Comuni (38%) che applicano un’aliquota progressiva, mentre in 35 Comuni (63%) viene applicata un’unica aliquota, un risultato migliorabile ma in ogni caso ottimo se si pensa che solo 10 anni fa erano pochi i Comuni brianzoli che avevano una soglia di esenzione maggiorata, cioè superiore al tetto fissato dalla normativa nazionale. L’azione delle organizzazioni confederali e dei sindacati dei pensionati ha appunto favorito l’adozione di forme di tassazione più morbide nella maggior parte dei Comuni della Brianza.

Al momento le addizionali Irpef applicate vanno dallo 0,20% di Ceriano Laghetto allo 0,80% di 11 comuni. Netto peggioramento del Comune di Monza che nel corso dell’amministrazione Allevi ha deciso di abbassare la soglia di esenzione Irpef da 18.000 euro a 12.000 euro; lapidario a riguardo Franco Montrasio dei pensionati della Cisl Monza Brianza “Il Comune di Monza ha dimostrato di non interessarsi delle persone più fragili”, è da dire, per contro, che nessun comune in tutta la provincia presenta una soglia d’esenzione così alta come era quella precedente del comune capoluogo di provincia che ha sì peggiorato le condizioni di tassazione ma lo ha fatto adeguandole al resto dei comuni.

Il potenziamento dei servizi socio-sanitari

Altro argomento cardine su cui le organizzazioni sindacali hanno particolarmente insistito è quello dei servizi socio-sanitari: tutti i delegati hanno evidenziato come obiettivo comune la ricostruzione della rete di sanità territoriale, dalla ridefinizione del rapporto tra ospedale e territorio al potenziamento dell’assistenza domiciliare. Sempre in ambito socio-sanitario problematica si mostra nei report dei sindacati la situazione delle Rsa, presentata sia da Saronni che dalla Buonanomi come “critica per la totale assenza di Regione Lombardia e la fragilità del sistema di assistenza territoriale”. Basti pensare che nonostante a livello nazionale si sia stabilita per legge una divisione paritaria tra quota sanitaria (sostenuta dalle regioni) e quota alberghiera (spettante alle famiglie) la regione Lombardia applica tuttora una divisione al 40% e 60%, obbligando, di fatto, le famiglie a pagare il 10 % in più sulle rette rispetto alla media delle altre regioni con costi che si attestano intorno agli 80 euro giornalieri e liste d’attesa che, nella sola provincia di Monza e Brianza, raggiungono quasi le 5mila unità.

Articolo scritto da Mattia Marzola

 

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