Invalsi, bocciata la scuola della Dad: studenti peggiorati in italiano e matematica. Cresce il divario Nord-Sud

Sono stati pubblicati pochi giorno fa i dati INVALSI 2021. Un quadro difficile, quello post pandemia, che rischia di penalizzare un'intera generazione di studenti. Ecco i numeri.

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Ne escono con le ossa rotte gli studenti delle scuole medie e superiori d’Italia dopo un anno e mezzo di DAD. A dirlo sono non solo le molte testimonianze di professori e studenti che negli ultimi mesi hanno più volte espresso perplessità sulla didattica a distanza, ma adesso anche i dati rilasciati dall’INVALSI, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, l’ente che valuta la qualità della scuola italiana e che prova a identificare, entro certi limiti, i principali problemi. Ciò che emerge ad una prima lettura dei numeri è che cresce il divario tra Nord e Sud e peggiora l’apprendimento di italiano e matematica, a grandi linee in tutte le Regioni d’Italia.

INVALSI, tutti i numeri 

Le Prove INVALSI 2021 sono le prime prove standardizzate rivolte a tutti gli studenti dopo lo scoppio della pandemia. Rappresentano quindi la prima misurazione su larga scala degli effetti sugli apprendimenti di base conseguiti – in Italiano, Matematica e Inglese – dopo lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza.  Ad essere stati coinvolti nelle rilevazioni sono stati 1,1 milioni di allievi della scuola primaria, 530mila studenti delle scuole medie e 475mila dell’ultimo anno delle superiori.

Dal confronto tra i risultati del 2019 e quelli del 2021 emerge una certa stabilità nella scuola primaria: non ci sono state particolari difficoltà nella comprensione del testo in italiano e in inglese, mentre c’è stato un leggero peggioramento nell’apprendimento della matematica. Ciò che veramente preoccupa sono i numeri delle scuole medie e superiori. Infatti, sia nella scuola secondaria di primo grado sia nella scuola secondaria di secondo grado, rispetto al 2019, anno dell’ultima rilevazione, i risultati del 2021 di Italiano e Matematica sono più bassi, mentre quelli di Inglese (sia listening sia reading) sono stabili. Nelle scuole superiori la quota degli studenti che non ha raggiunto il livello minimo in italiano è molto alta: è passata dal 35% del 2019 al 44% del 2021: +9% in soli due anni. Inoltre, la metà degli studenti, per la precisione il 51%, non ha raggiunto il livello considerato accettabile in matematica.

Il focus regionale: male le Regioni del Mezzogiorno

Nel rapporto si possono vedere i risultati regione per regione. In linea con la media nazionale 2019 è la Regione Lombardia. 

I divari territoriali si ampliano maggiormente, invece, passando dalle regioni del Centro-nord a quelle del Mezzogiorno. In molte regioni del Mezzogiorno oltre la metà degli studenti non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in Italiano (Campania 64%, Calabria 64%, Puglia 59%, Sicilia 57%, Sardegna 53%, Abruzzo 50%). In Matematica le percentuali di studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora (Campania 73%, Calabria e Sicilia 70%, Puglia 69%, Sardegna 63%, Abruzzo 61%, Basilicata 59%, Lazio 56%, Umbria 52%, Marche 51%). Le percentuali di allievi che non raggiungono il traguardo previsto al termine dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado (B2 del QCER) divengono molto preoccupanti, se non addirittura drammatiche, sia per Inglese- reading (Campania 68%, Puglia e Calabria 67%, Sicilia 66%, Sardegna 63%, Basilicata e Abruzzo 61%, Umbria 56%, Lazio 55%) e per Inglese-listening(Calabria 82%, Campania 81%, Sicilia 80%, Basilicata 80%, Puglia 78%, Abruzzo 76%, Sardegna 71%, Umbria e Molise 67%, Lazio 65%, Marche 61%, Toscana 59%, Liguria e Piemonte 54%, Emilia-Romagna 53%, Veneto 51%).

Vimercate, due studenti manifestano contro la DAD fuori dalla loro scuola

“Le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli – commentano dall’istituto INVALSI. – Gli esiti registrati nel 2019, in miglioramento rispetto al 2018, evidenziavano che la scuola aveva intrapreso la strada giusta, considerando che gli esiti di apprendimento, per loro natura, non possono variare velocemente da un anno all’altro. Il brusco arresto imposto dalla pandemia e gli esiti delle prove INVALSI realizzate quest’anno richiedono strategie urgenti per far riprendere il passo al sistema scolastico italiano“.

In apertura: una manifestazione in Brianza contro la DAD (didattica a distanza). Immagine di repertorio MBNews.  

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