L’ultimo rapporto di Inapp (Istituto nazionale per le analisi delle politiche pubbliche) afferma che in Italia ci sono 73mila posti di lavoro non ricoperti per mancanza di uomini e donne qualificati. A pagare le conseguenze di questa situazione, in particolare, il settore edile e il comparto meccanico. E in un contesto che, a causa del Covid-19, ha visto il nostro Paese perdere quasi 800mila posti di lavoro, non è decisamente una buona notizia.
Per invertire questo preoccupante trend, si può e si deve creare un ponte fra scuola e impresa attraverso strumenti e opportunità, come l’alternanza scuola/lavoro, tirocinio ed apprendistato, che possano favorirne l’incontro. Almeno questa è la proposta che è stata al centro di un webinar gratuito organizzato dal Gruppo Scuola e l’Area Sindacale e Formazione di Confimi (Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata) Monza e Brianza e Confimi Apindustria Bergamo.
“Il nostro Gruppo, che è entrato in funzione lo scorso novembre anche grazie alla sinergia con Bergamo ed è composto da alcuni associati con aziende operanti nel settore del Terziario Avanzato, Metalmeccanico, Gomma Plastica, Energia, ritiene che rafforzare il dialogo tra le aziende e il mondo dell’istruzione e formazione sia un tema caldo da approfondire” afferma Laura Parigi, Responsabile Gruppo Scuola Confimi Industria Monza e Brianza e Amministratore Delegato della NPI Italia.
“Siamo partiti da un sondaggio che abbiamo effettuato, da cui è emersa l’esigenza di incentivare la formazione dei nostri imprenditori, la necessità di rientrare in contatto con le scuole e gli istituti tecnici in particolare e la collaborazione con coloro che hanno virtualmente aperto le proprie aziende al mondo della scuola – continua – nel prossimo autunno il nostro Gruppo, Covid permettendo, organizzerà in presenza incontri mirati tra imprenditori ed istituti scolastici in cui ognuno presenterà le proprie peculiarità”.
Il tema di trovare o rilanciare modalità che consentano alle imprese di accogliere profili e risorse umane da far crescere professionalmente all’interno dell’azienda vede impegnata tutta la territoriale monzese di Confimi Industria.
Lo dimostra anche l’Accordo di partenariato, che coinvolge l’associazione imprenditoriale, capace di riunire a livello nazionale 45mila aziende, con circa 600 mila addetti complessivi e un fatturato aggregato di circa 85 miliardi di euro annui, l’Istituto di Istruzione Superiore “Virgilio Floriani” di Vimercate, la Fondazione ITS Mobilità Sostenibile e la Fondazione EnAip (Ente Acli istruzione professionale) Lombardia, con l’obiettivo di promuovere Percorsi di Orientamento al Lavoro e Apprendistato.
“La qualificazione e riqualificazione professionale è fondamentale per far fronte alle lamentele degli imprenditori sulla mancanza di adeguato personale specializzato” afferma, nel corso del webinar, Franco Goretti, Presidente Confimi Industria Monza e Brianza.
TIROCINIO
In Italia le basi per un proficuo dialogo tra scuola e impresa sono legate anche ad una legislazione sia regionale che nazionale. Appartiene al primo ambito il D.g.r. n.X/7763 del 2018 che definisce il tirocinio “una metodologia formativa ovvero una misura di politica attiva finalizzata agli obiettivi dell’orientamento, della occupabilità e dell’inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro”.
“Il tirocinio si distingue in extracurriculare, che è indirizzato a persone disoccupate, inoccupate o fragili e curriculare, cioè rivolto al mondo della scuola, accademico con un mix di teoria e pratica, lezioni frontali ed esperienze da fare sul campo” spiega Davide Lucini Paioni, Responsabile Area Sindacale Confimi Industria Monza e Brianza.
“Nel tirocinio si sottoscrive una Convenzione nell’ambito di un rapporto trilaterale tra ente promotore, tirocinante ed ente ospitante – continua – nel caso dell’extracurriculare è prevista un’indennità di partecipazione, soggetta solo a tassazione senza pagamento dei contributi, e una durata minima di 2 mesi e massimo di 6, prorogabili di altri 6 mesi, mentre nel caso del curriculare non ci sono obblighi remunerativi e la durata è stabilita all’interno del piano studi che accompagna la Convenzione”.
Il tirocinio, soprattutto nell’ottica di creare un ponte tra aziende e scuole, presenta una serie di vantaggi per le aziende. “Consente una valutazione sul campo delle competenze trasversali, le cosiddette soft skills, di una risorsa umana per un futuro inserimento aziendale – afferma Lucini Paioni – inoltre, oltre all’esiguo costo economico, fornisce un supporto per realizzare progetti specifici ed accrescere conoscenze e abilità utili alle aziende in vista di una staffetta generazionale”.
APPRENDISTATO
Il tirocinio può sfociare in un contratto di apprendistato. Che, se deriva da un percorso extracurriculare, è professionalizzante o di secondo livello, mentre se è la conseguenza di un tirocinio curriculare può portare ad un apprendistato di primo livello, cioè indirizzato al conseguimento di una qualifica e diploma professionale o certificato di specializzazione tecnica superiore, o di terzo livello, cioè di alta formazione e ricerca.
L’apprendistato di primo e terzo livello, che sono quelli maggiormente pensati dal Decreto legislativo n.81 del 2015 e dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro per mettere in contatto imprese e scuola, ha caratteristiche e vantaggi peculiari.
“Si definiscono un protocollo tra datore di lavoro e istituzione formativa, che stabilisce la durata e le modalità, anche temporali, della formazione a carico del datore di lavoro, e un contratto di lavoro in apprendistato tra datore di lavoro e lavoratore, che deve essere minimo di sei mesi, con l’individuazione di un tutor” sostiene il Responsabile Area Sindacale Confimi Industria Monza e Brianza.
“Sia l’apprendistato di primo livello, che è rivolto a giovani tra i 15 e i 25 anni, sia quello di terzo, dedicato a chi ha tra i 18 e i 29 anni ed ha conseguito un diploma di istruzione secondaria superiore o un diploma professionale, hanno una serie di vantaggi in termini di performance aziendali, di carattere economico, ad esempio la formazione esterna non retribuita e quella interna solo al 10% di quella dovuta, contributivo e normativo” continua.
Diverso il discorso per l’apprendistato di secondo livello. “È un rapporto di lavoro bilaterale tra datore di lavoro e apprendista che poggia su un Piano formativo individuale – spiega Daniela Pescarolo, Area Formazione Confimi Industria Monza e Brianza – sono previsti una serie di percorsi formativi da un lato di natura trasversale, quindi comuni a tutti, spesso finanziati dal pubblico e con una durata stabilita da Regione Lombardia e dall’altro di natura tecnica/professionale, quindi specifici per il determinato lavoro e svolti on the job con costi a carico dell’azienda”.
Un’altra possibilità per facilitare il dialogo tra mondo dell’istruzione ed imprese è l’alternanza scuola/lavoro. “E’ una modalità didattica innovativa che, attraverso l’esperienza pratica, aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e a testarle sul campo con progetti in linea con il piano di studi – sostiene Lucini Paioni – è un trampolino propedeutico ad un apprendistato di primo livello”.
In alcuni istituti di istruzioni superiore, l’alternanza scuola-lavoro è stata sostituta, come al Floriani di Vimercate per gli indirizzi didattici del ramo industriale, dai Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Come ha spiegato la Prof.ssa Annamaria Bonanzinga nel corso del webinar organizzato dal Gruppo Scuola e l’Area Sindacale e Formazione di Confimi Monza e Brianza e Confimi Apindustria Bergamo.
Il Covid-19 potrebbe rendere ancora più urgente lo sviluppo di un dialogo forte e proficuo tra scuola e imprese. “Bisogna abbattere anche alcune barriere culturali su questo che è un argomento delicato, ma soprattutto di territorio – sostiene Edoardo Ranzini (nella foto in alto), Direttore di Confimi Monza e Brianza e Confimi Apindustria Bergamo – la pandemia ci sta lasciando grandi difficoltà nel reperimento delle materie prime e delle risorse umane”.