Salute

Revisione Legge Sanitaria, Moratti: “Entro 3 anni nuovo assetto per l’assistenza territoriale”

216 Case della comunità, 100 Distretti, 64 ospedali di comunità. È questa la rete sanitaria che verrà realizzata entro tre anni da Regione Lombardia secondo il cronoprogramma.

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Rafforzare la sanità territoriale, evitare i ricorsi inappropriati in Pronto Soccorso attraverso la realizzazione di strutture dove, grazie al coinvolgimento dei medici di medicina generale e alla loro collaborazione con gli specialisti ospedalieri, i cittadini possano trovare una risposta migliore ai propri bisogni di salute. Sono questi i punti chiave della revisione della Legge regionale sanitaria approvata ieri dalla Giunta lombarda e ora pronta all’esame dell’iter dell’esame del Consiglio.

216 CASE DELLA COMUNITÀ, 100 DISTRETTI E 64 OSPEDALI DI COMUNITÀ

216 Case della comunità, 100 Distretti, 64 ospedali di comunità,  ovvero i punti di riferimento per la presa in carico dei lombardi e per l’attuazione della medicina di prossimità. È questa la rete sanitaria che verrà realizzata entro tre anni da Regione Lombardia secondo il cronoprogramma stilato.

IL CRONOPROGRAMMA

Entro 90 giorni l’istituzione dei distretti e nomina direttori, l’istituzione dei Dipartimenti di cure primarie e dei dipartimenti funzionali di prevenzione. Entro 6 mesi, invece, la costituzione del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Entro 6 mesi dall’istituzione dei distretti, poi, la realizzazione delle Centrali Operative Territoriali (Cot); degli Ospedali e delle Case di Comunità. 
Infine, entro 3 anni, il completamento del potenziamento della Rete territoriale. Questo il cronoprogramma presentato dal  vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, dall’entrata in vigore della legge.

La proposta assegna un ruolo importante a Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di libera scelta, alla telemedicina, alla formazione, alle università e alla ricerca.

RAFFORZARE L’ATTIVITA’ TERRITORIALE – I PRINCIPI CARDINE

“La nostra attenzione va alla cura della persona, rafforzando l’attività territoriale. L’obiettivo è accompagnarla nella prevenzione, nella cura e nella riabilitazione. Ciò deve avvenire in un percorso qualificato che non preveda vuoti” ha commentato il vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti.

I principi cardine del testo approvato sono: un approccio “One health”, ossia la costruzione di una governance che assicuri la protezione e la promozione della salute complessiva per persone, animali e ambiente (salute globale); libertà di scelta, ovvero la tutela della libertà del cittadino di scegliere le strutture e il personale sanitario, da sempre un patrimonio del Servizio sanitario regionale; rapporto pubblico-privato, cioè equivalenza e integrazione all’interno del Sistema sanitario regionale (Ssr) dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate; raccordo tra mondo produttivo, università e ricerca scientifica.

FONTANA: “OGGI INIZIA UNA NUOVA FASE POST PANDEMIA”

“Questa nuova organizzazione sarà possibile grazie a un’inversione di tendenza del Governo che è tornato ad investire in sanità dopo i continui tagli, iniziati con 7 miliardi nel 2012 e conclusisi con i 20 miliardi del 2019″ ha spiegato il governatore Attilio Fontana.

“La pandemia – ha proseguito il presidente della Regione – ci ha lasciato delle ferite che sicuramente mai potranno rimarginarsi, ma anche la forza di ripartire più forti di prima. E oggi con questo provvedimento inizia una nuova fase. Abbiamo imparato quanto sia importante mettere a sistema l’innovazione tecnologica all’interno dei percorsi di presa in carico. Per questo le Case di Comunità, che potranno essere gestite dai medici di medicina generale, anche riuniti in cooperativa, saranno dotate di attrezzature all’avanguardia e di telemedicina che favoriranno le cure domiciliari”.

BORSE DI STUIO E SUPERAMENTO DEL NUMERO CHIUSO DEI CORSI SPECIALISTICI

Fontana ha poi evidenziato come “il tema del personale resta centrale”. “Il Governo nazionale – ha detto – deve ora far in modo che i maggiori investimenti vadano di pari passo con l’incremento delle borse specialistiche e il superamento dei numeri chiusi soprattutto per le branche più carenti”.

ATTIVITA’ MOTORIA FONDAMENTALE NELLA PREVENZIONE 

Concludendo la sua analisi, Fontana ha evidenziato l’attenzione rivolta a ricerca e sport. “Nella nostra proposta – ha spiegato – è prevista la creazione di una rete regionale della ricerca biomedica e dell’innovazione nelle scienze della vita. Un hub, coordinato dagli Irccs di diritto pubblico che coinvolgendo gli enti di ricerca e le Università favorisca iniziative per sviluppare il trasferimento tecnologico in collaborazione con le imprese. Fondamentale, poi, è la valorizzazione dell’attività sportiva e motoria quale parte integrante dei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione ed elemento centrale di un corretto stile di vita”.

 

 

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