Politica

Revisione Legge Sanitaria, critiche dal PD. Astuti: “Ci aspettavamo un cambio di rotta”

Dure critiche da parte del Partito Democratico per la revisione della Legge sanitaria presentata ieri dalla giunta lombarda. Il commento del capo delegazione PD commissione sanità: "Non sono stati affrontati i veri nodi".

samuele astuti pd

Quella di Moratti e Fontana è una non riforma, non sono stati affrontati i nodi veri e i problemi della sanità lombarda rimarranno identici: è proprio vero che il Covid non gli ha insegnato nulla. – è questa la prima dichiarazione di Samuele Astuti, capodelegazione del Pd in commissione sanità, il giorno dopo l’approvazione in giunta regionale del progetto di legge di riforma della sanità lombarda. “Partiamo dalle risorse, che sono esclusivamente nazionali, vincolate alla realizzazione del PNRR, il che conferma che Moratti e Fontana apportano solo i cambiamenti obbligatori o quelli per i quali sono stanziate risorse, senza cambiare il disegno complessivo”.

Letizia Moratti alla conferenza stampa per la presentazione della revisione della legge sanitaria.

“Un esempio – spiega Astuti – è il ruolo dei privati, a cui in Lombardia dai tempi di Formigoni è permesso fare ciò che meglio credono, senza una vera programmazione da parte della Regione, che si limita a pagare. Contavamo su una correzione di rotta, che era stata pure annunciata, ma evidentemente in giunta è passata la linea Moratti: nessun obbligo per i privati di erogare anche le prestazioni meno remunerative, in compenso potranno aprire le case di comunità, per le quali ci sono ingenti stanziamenti statali. Nella riforma Maroni, almeno, eravamo riusciti a introdurre l’Agenzia dei controlli sulla sanità, che era un organismo pensato come terzo e indipendente: non solo non viene potenziata, ma addirittura si prova a minarne l’indipendenza”.

“Anche sul lato dell’efficientamento le novità non sono positive, perché, per esempio, alle ATS vengono tolte le cure primarie, che ne erano un loro elemento fondamentale, ma non è stata prevista alcuna razionalizzazione – prosegue. –  Meno compiti ma non meno poltrone, per dirla in modo estremamente chiaro, e questa è una vittoria della Lega che è specializzata nel controllo del territorio attraverso i ruoli pubblici assegnati discrezionalmente dalla politica. Peraltro, alla fine, Moratti e Fontana non sono riusciti nemmeno a risolvere la confusione di competenze tra ATS e ASST, che era un problema notevole della riforma Maroni, e addirittura la aumentano sulla prevenzione”.

“Detto ciò – conclude Astuti – rimangono ancora da fare le scelte che toccano la carne viva, come l’istituzione delle nuove aziende ospedaliere, ma queste scelte verranno rimandate a dopo le elezioni del 2023, perché su questo il centrodestra rischia di davvero di spaccarsi”.

 

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