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Uno sponsor per Edoardo Casati campione di tennistavolo: “Sogno le Olimpiadi di Parigi”

Prima di terminare il quarto anno al liceo Parini Edoardo Casati si è laureato campione italiano giovanile di tennistavolo paralimpico. Il sogno è arrivare alle Olimpiadi d'Oltralpe del 2024. Per questo è a caccia di sponsor.

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Cercasi sponsor per un sogno. Iniziamo dalla fine, anzi, dal podio, a raccontare la storia di Edoardo Casati, diciottenne lissonese, che ha appena concluso il quarto anno al liceo Parini.

Non prima però di essersi laureato campione italiano giovanile di tennistavolo paralimpico lo scorso 20 maggio nella competizione che si è svolta a Cadelbosco di Sopra, provincia di Reggio Emilia.

 

 

Dal gradino più alto del podio Edoardo guarda lontano, fino alle Olimpiadi di Parigi del 2024. Per arrivarci però non basta aver conquistato il titolo nazionale, occorre iniziare a frequentare tornei all’estero e scalare il ranking internazionale.

«Per questo motivo mi serve uno sponsor, o anche più di uno, qualcuno che voglia credere in me tanto da sostenere economicamente il mio progetto. Io a Parigi tra tre anni voglio esserci», spiega sicuro Edoardo Casati.

Un ragazzo che di sfide, ben più ardue, ne ha vissute e vinte parecchie negli ultimi cinque anni.

«Fino ai tredici anni sono stato un ragazzino come tanti, con la passione per il calcio e il sogno di diventare calciatore o anche cuoco. L’estate tra la seconda e la terza media è stata bellissima. A settembre avevo appena iniziato a giocare nel Vedano, ero alla mia prima partita amichevole, quando tutto è cambiato».

Di quell’incontro Edoardo ricorda tutto. «Ho colpito la palla con un colpo di testa. Dopo un po’ mi sono accasciato, sentivo un grande formicolio alle braccia e alle gambe. Ero vigile e cosciente ma non potevo più muovermi. Il mister ha provato a rimettermi in piedi, pensavano a un colpo di calore, ho fatto due passi e sono crollato di nuovo a terra».

Poi la corsa verso il pronto soccorso del San Gerardo e l’esito delle analisi: lesione al midollo spinale. Due settimane dopo Edoardo ha iniziato la sua partita più dura all’ospedale di Niguarda, dove è rimasto ricoverato per dieci mesi. «Ho fatto tutta la terza media e gli esami di fine anno in ospedale. Avevo messo in conto di iscrivermi all’alberghiero per diventare cuoco, ma la mia nuova condizione mi ha costretto a rivedere i miei programmi e ho scelto il linguistico».

Proprio a Niguarda incontra il tennistavolo per la prima volta, come parte della terapia di recupero. Qualche mese di ritrovata normalità e poi un nuovo ricovero, a novembre del 2017. Dopo undici mesi di ospedale, lo stato di coma, decine di interventi finalmente le dimissioni.

«Durante questo secondo ricovero ho iniziato a lavorare più seriamente con le racchette, insieme a un esperto della disciplina. A settembre 2019 mi sono iscritto all’asd Ausportiva di Niguarda, la società sportiva dell’unità spinale dell’ospedale. Da lì ho iniziato a fare sul serio».

 

 

Il primo torneo a Brescia a dicembre 2019. «Il debutto è stato tragico: fuori al primo turno. Non sapevo se quello fosse l’inizio o la fine di tutto. Il mio allenatore, Paolo Brugliera, non ha però mai smesso di credere in me, dovevo iniziare a crederlo con la testa, lavorando non solo sui colpi ma anche sulla concentrazione».

La pandemia non ha fiaccato la voglia di Edoardo di tornare in campo. E la prima occasione che si è presentato l’ha colta al volo, iscrivendosi ai campionati italiani. «Il prossimo torneo sarà a ottobre in Spagna. E io ci sarò, e mi auguro che qualcuno possa davvero aiutarmi a conquistare altri podi».

Durante il lockdown Edoardo Casati si è cimentato anche con il mestiere del web reporter, inventandosi il canale YouTube E – DOmanda. Da aprile 2020 a giugno una carrellata di volti locali e celebrità: dai sindaci di Seregno e Lissone (la videointervista a Concettina Monguzzi ha superato le 1000 visualizzazioni) all’intervista a Filippo Tortu, Giacomo Valenti di Tutti pazzi per RDS e Gianluca Rossi di Tele Lombardia. Un progetto che è talmente piaciuto da essere replicato anche quest’anno, con la collaborazione dei ragazzi del Parini.

 

 

Articolo scritto da Sarah Valtolina

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