Ambiente

Affidare la gestione del Bosco delle Querce a Ersaf e Legambiente: la provocazione a 45 anni dal disastro di Seveso

È la provocazione che ha lanciato Paolo Lassini, "il papà del Bosco delle Querce", in occasione del 45esimo anniversario del disastro di Seveso.

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Affidare la gestione del Bosco delle Querce a Ersaf e Legambiente. È la provocazione che ha lanciato Paolo Lassini, “il papà del Bosco delle Querce”, in occasione del 45esimo anniversario del disastro di Seveso. “Il comune di Seveso non ha dato grandi segni di interesse, quello di Meda ha voluto staccarsene sin da subito – ha spiegato -. Ersaf (l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) invece è presente sul territorio, così come Legambiente e tante altre associazioni che qui hanno sempre dato il loro contributo, come gli Alpini, il Wwf, la Lipu. Propongo che Regione Lombardia sottoscriva una convenzione con Ersaf e Legambiente per la gestione del parco per i prossimi cinque anni, come punto di partenza per guardare al futuro. Ovviamente sarebbero loro a dover curare anche la manutenzione delle vasche, non si possono lasciare ad altri”.

paolo lassini

Docente presso l’Università degli Studi di Milano, Lassini ha lavorato come dirigente presso diversi enti pubblici in Lombardia, ed è stato l’ideatore di numerosi interventi di forestazione urbana. Fu lui a curare il progetto del Bosco delle Querce, anche se, specifica, “non c’è mai stato un vero progetto, più che altro quella del parco era una bozza, che veniva riprogettata di anno in anno con chi c’era”.

Il Bosco delle Querce: un luogo unico nato dal disastro di Seveso

Invitato a un dibattito sul 10 luglio 1976 organizzato dal circolo Legambiente Laura Conti di Seveso e dalle associazioni politiche Seveso Futura, Sinistra e Ambiente e Impulsi – Sostenibilità e Solidarietà di Meda, Lassini di è detto “molto colpito” dalle considerazioni fatte poco prima da Massimiliano Fratter, che aveva guidato una breve visita lungo i sentieri del Bosco. “Fratter dice che secondo lui Seveso non ha ancora elaborato la diossina. Forse è per questo che il sindaco ha dato le dimissioni, vuole che se ne occupi qualcun altro – ha commentato Lassini -. Ma a Seveso c’è ancora tanto da fare e penserei al futuro: questo luogo è una ricchezza, qui – dice indicato il prato e gli alberi all’ingresso del parco – nel 1983 c’erano i sassi, ora c’è un ecosistema che si è evoluto continuamente partendo da zero, un posto unico in Europa che è stato studiato tantissimo e che raccoglie una somma incredibile di conoscenze. Ricordo che ai tempi chi decide di fare il parco non fu il comune, ma il commissario speciale: già allora questa era una scelta che andava oltre i localismi”. Di qui la sua proposta di affidare la gestione del Bosco delle Querce a Ersaf e Legambiente: “In questo momento tra l’altro i soldi ci sono, la Regione ha aperto dei bandi per finanziare opere di rimboschimento”.

Una proposta, o una provocazione, subito accolta da Fabio Lopez, consigliere di Ersaf: “Al momento siamo gli unici ad avere la gestione di questo territorio, e infatti il parco è in ordine, con l’erba sfalciata: ma c’è stato un periodo, durante la fase di passaggio, in cui non era così. Raccolgo la sfida, però mi piacerebbe che ci possa essere un legame forte, con una progettualità forte, con tutte le aree della zona. A me piacerebbe che, una volta risolta questa emergenza, si potesse tenere una conferenza programmatica in autunno in cui tutti, istituzioni e stakeholder, si ritrovino a discutere del futuro del parco”.

Fare rete: nessun parco è un’isola

Una necessità, quella di fare rete, manifestata anche dalla presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto. “È incomprensibile che fino a oggi nessuno abbia lavorato per ampliare i confini del Bosco delle Querce – ha affermato, riferendosi alla raccolta firme lanciata proprio per questo motivo -. La cura del territorio va pensata però in un ambito più ampio: il parco del GruBria deve entrare nell’ambito del Bosco delle Querce“. “Creiamo legami – le fa eco il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti -. I parchi non possono essere isole: ragioniamo nel senso di creare una rete con le Groane“. “Ampliamo il Bosco delle Querce: andiamo in quella direzione, la natura è la base di tutto” conclude Maurizio Zilio, il presidente del circolo Legambiente di Seveso.

Questione diossina: le vasche sono sicure?

Le affermazioni del sindaco sono assurde: non si può strumentalizzare una vicenda così dolorosa e delicata”. “Quelle del sindaco sono motivazioni campate per aria e strumentali”. “Mentre Allievi dava le dimissioni dicendo che il Bosco delle Querce era pericoloso, noi eravamo qui a presentare il progetto dell’ampliamento, con i bambini che giocavano sul prato poco distante, a suo dire contaminato: ma allora cosa c’è di vero?”. “Sulle vasche o ci sono dei fatti oggettivi o si sta parlando di aria fritta: è inammissibile che lo faccia un sindaco”. Sono solo alcune delle dichiarazioni rilasciate dai partecipanti al dibattito del 10 luglio (nell’ordine, Lopez, Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente, Giorgio Garofalo di Seveso Futura e Meggetto). “Non conservare l’eredità del Bosco delle Querce mi sembra davvero un voler squalificare tutto quel che è stato – aggiunge Meggetto -. Mi stupisce l’idea di voler togliere qualcosa che può fare vanto alla città. Anche la Fla se ne è andata da Seveso, ma perché? Anche questo merita una risposta molto più adeguata di quella che non è stata data in questi mesi”. “Come consigliere regionale ho chiesto quello che qui chiediamo tutti: totale trasparenza” ha aggiunto Ponti.

E Pedemontana?

Non possiamo accettare dei progetti che prevedano di entrare nel parco naturale del Bosco delle Querce – ha affermato Ponti -. La Milano-Meda d’altra parte necessita di essere riqualificata – ha aggiunto – ma questo non può avvenire sul terreno del parco”. 45 anni più tardi, a Seveso, come altrove, non si può abbassare la guardia sul tema dell’ambiente.

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