Salute

Brianza, nel 2020 sono diminuiti del 48% gli esami cardiologici e del 70% quelli oncologici

L'appello di M5S in Regione: "Dati preoccupanti. Regione Lombardia dovrebbe iniziare a pianificare una più solida medicina territoriale".

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Numeri allarmanti quelli snocciolati dai Cinquestelle in Regione Lombardia. Numeri che descrivo un aspetto preoccupante delle conseguenze della pandemia. Nel scorso anno in Brianza sono stati eseguiti oltre il  57% ed il 26% di esami in meno rispetto al 2019. Esami di tipo cardiologico e oncologico. Una situazione che, evidentemente avrà conseguenze preoccupanti per la salute dei brianzoli in termini di diagnosi precoce o di cure vere e proprie.

 “Numeri alla mano, solo in Brianza, nel corso del 2020 sono stati eseguiti 22.624 esami cardiologici in meno rispetto al 2019, una differenza pari al 26,60%. Per quanto riguarda gli screening oncologici, invece, si parla di una differenza di 50.823 esami, pari al 57,73%- hanno spiegato Marco Degli Angeli e Marco Fumagalli, consiglieri pentastellato di Regione Lombardia-“.

I dati forniti dalle Asst rivelano che a risentire del taglio sono state soprattutto le prime visite cardiologiche (-31,57%)  e le visite di controllo cardiologico (-17,59%) .

Nel dettaglio per quanto riguarda gli esami oncologici specifici come le colonscopie e le mammografie i dati sono ancora più di rilevo. Rispetto al 2019, le colonscopie sono diminuite del 57,78% mentre le mammografie del 53,17%.

“Si tratta – commentano i due consiglieri – di dati particolarmente preoccupanti, se si considera che le malattie cardiovascolari costituiscono, ancora oggi, uno dei più importanti problemi di salute pubblica. L’analisi effettuata desta maggiori preoccupazioni  soprattutto se si considera che per ogni 100 donne che eseguono un approfondimento di screening, di queste quattro ricevono una diagnosi di cancro. Ci si augura, quindi, che il lavoro di screening negli ospedali possa tornare alla normalità. Sarebbe tuttavia il caso che Regione Lombardia, data l’incerta situazione pandemica e a fronte dei preoccupanti dati emersi finora, possa iniziare a prendere provvedimenti utili a garantire puntuali campagne di screening e prevenzione su tutti il territorio. Soprattutto, cavalcando l’onda del Recovery Plan che intende attribuire alla Sanità fondi per circa 15 miliardi, Regione Lombardia dovrebbe iniziare a pianificare una più solida medicina territoriale nonché un rafforzamento delle strutture di sanità pubblica, come ad esempio le così dette Case di Comunità, strutture intermedie e nuovi standard per le Rsa, duramente colpite durante l’emergenza Covid”.

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