Politica

Centri vaccinali, il Pd brianzolo: “Servono strutture di prossimità, non grandi hub”

Vincenzo Di Paolo: "L'obiettivo di ATS Brianza è quello di fare 1 milione di vaccini in quattro mesi. Per raggiungere questi numeri servirebbero 200 linee vaccinali e a oggi ne contiamo circa 50".

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Strutture pubbliche di prossimità e decisioni prese con il territorio. Queste in buona sostanza le richieste del PD brianzolo a Regione Lombardia sul tema vaccini. Un tema che da settimane coinvolge i rappresentanti del centro sinistra in una “battaglia” contro la scelta degli hub  rispetto ai centri già potenzialmente presenti nei Comuni brianzoli  e che in alcuni casi sono già utilizzati per la campagna vaccinale per gli over 80. Il documento è stato presentato da Pietro Virtuani (Segretario provinciale del PD MB), da Vincenzo Di Paolo (responsabile EELL PD MB), da  Cherubina Bertola (Presidente del PD MB) e da Gigi Ponti (Consigliere regionale PD).

I Comuni hanno fin da subito collaborato con Regione per individuare alcuni centri vaccinali di prossimità come a Lissone, Nova, Muggiò e Lentate. Alcuni centri sono stati usati per la campagna vaccinale degli over 80 come Misinto e Desio. Regione ha poi scelto di cambiare rotta e di non recepire quanto proposto dalle amministrazioni comunali. Oggi la Moratti ha visitato l’hub di Carate. Ecco, non condividiamo l’entusiasmo e l’ottimismo della Vicepresidente. L’obiettivo di ATS Brianza è quello di fare 1 milione di vaccini in quattro mesi. Per raggiungere questi numeri servirebbero 200 linee vaccinali e a oggi ne contiamo circa 50.  Da qui la nostra richiesta di potenziare le linee vaccinali sul territorio. Continuiamo a non capire per quale motivo si sia scelto di chiudere il centro vaccinale del PalaDesio“.

Una richiesta che secondo gli esponenti del PD andrebbe ad aggiustare il tiro anche per l’immediato futuro. “Gli scienziati – ha precisato Cherubina Bertola- parlano già di dover prevedere un terzo richiamo del vaccino. Questo significherebbe far diventare il sistema vaccinale un’attività permanente sul territorio. In futuro la motivazione attuale, che risiede nella paura e che porta ad aderire alla campagna vaccinale, potrebbe ovviamente venire meno. Ecco allora che la scelta di vaccinarsi dovrà essere sostenuta fornendo un servizio di prossimità per rendere davvero la vaccinazione un’attività ordinaria”.

Infine una diretta accusa alla Lega, alla guida di Regione Lombardia. “Contestiamo l’approccio della Lega nell’amministrare la Lombardia– ha concluso Pietro Virtuani-. in quanto si è rivelata poco propensa alla concertazione con il territorio. Le soluzioni sono calate dall’alto. La nostra proposta ha l’obiettivo di rendere più efficace la campagna vaccinale. Chiediamo centri di prossimità, strutture pubbliche individuate dai Comuni con criteri oggettivi e decisioni prese insieme al territorio”.

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