Sociale

Reggia di Monza in viola: la città aderisce alla Giornata delle malattie infiammatorie croniche intestinali»

Sono 250 mila le persone in Italia che convivono con la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.

villa reale monza mb

Le malattie infiammatorie croniche intestinali, spesso invalidanti, affliggono 250.000 persone in Italia. Mercoledì 19 maggio si celebrerà la «Giornata mondiale delle malattie infiammatorie croniche intestinali» e la Reggia di Monza sarà Illuminata di viola (colore simbolo di queste patologie) per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulla condizione delle persone che convivono con la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.

L’Amministrazione Comunale ha accolto l’invito di Anci e dell’associazione «M.I.Cro. Italia ODV», che rappresenta tutti i pazienti affetti di malattie infiammatorie croniche intestinali, perché «riteniamo importante partecipare alla campagna di sensibilizzazione nei confronti di una serie di patologie molto diffuse e invalidanti, su cui è necessario fare opera di informazione, di prevenzione e di consapevolezza», spiega il Sindaco Dario Allevi.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (in inglese «IBD», cioè «Inflammatory bowel disease») incidono pesantemente sulla vita delle persone che ne sono affette, fino a compromettere la vita lavorativa e familiare. Colpiscono gli adulti, uomini e donne indistintamente, soprattutto tra i 20 e i 30 anni, ma sempre più spesso insorgono in età pediatrica. Nel mondo colpiscono tra i 4 milioni e i 6 milioni di persone. Le «IBD» sono malattie a causa sconosciuta. L’ipotesi prevalente è quella di una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni (per esempio batteri normalmente presenti nell’intestino). Questo squilibrio immunologico può instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici propri dell’individuo e fattori ambientali. Le malattie infiammatorie croniche intestinali presentano una certa «familiarità», ovvero la tendenza ad un maggior rischio nei parenti delle persone affette, ma non sono malattie ereditarie.

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