Salute

Quando fare una vaccinazione è un’odissea…

Speriamo che questo episodio isolato non accada più.  

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Può capitare un errore. Non c’è dubbio, anche noi tutti i giorni ne facciamo nel fare il nostro lavoro, ma la storia che vi stiamo per raccontare, naturalmente realmente accaduta in Brianza, nasconde qualcosa di più di un semplice errore. 

Una donna, 79 anni, residente a Lesmo dopo aver fatto la prima dose di vaccino il 12 aprile, deve andare a fare il 3 maggio il richiamo. Il 30 di Aprile riceve un sms con la conferma dell’appuntamento che però è stato spostato dal San Gerardo al nuovo centro vaccinale di Monza, in via Philips all’incrocio con viale Campania. La prenotazione è per le ore 18.

Quando la figlia accompagna l’anziana per la vaccinazione, succede l’inaspettato. La donna non risulta ai terminali. E a poco servono i documenti che ha con sè che attestano l’avvenuta prima dose. Per il personale addetto all’accoglienza non si può procedere con la seconda dose. Tutto ciò le due donne lo vengono a saper dopo circa due ore di attesa. La donna, ricordiamolo, ha 79 anni.

La figlia è molto turbata e scocciata per l’accaduto. Vorrebbe picchiare i pugni e ottenere quanto le è dovuto per sua madre, ma non lo fa. Si attiene a quanto le dicono e torna a casa con il compito di riprendere un nuovo appuntamento. 

Così però, dopo molte telefonate al numero verde e al vax manager e all’urp di Monza, scopre che “lei avrebbe dovuto pretendere il vaccino”. Mi faccio ripetere due volte la frase al telefono. Mi assicura che le dicono che ha sbagliato ad alzare bandiera bianca. Che chi ha sbagliato è la persona all’accoglienza (forse troppo ligia?), ma anche lei che non ha insistito, non ha preteso il vaccino. Insomma, la donna avrebbe dovuto alzare la voce? Minacciare di chiamare chicchessia pure di vedere la madre vaccinata? Pazzesco, eppure questo è quello che le hanno detto che avrebbe dovuto fare.

La donna, invece, da persona civile ed educata si è attenuta alle disposizioni e ieri, come suggerito dagli operatori al telefono si è recata con l’anziana madre di nuovo al centro vaccinale. Questa volta decisa a risolvere la situazione. All’accoglienza c’era un’altra persona rispetto al giorno prima e le cose sono andate da sole diversamente. Nel giro di pochi minuti è stata somministrata la seconda dose. 

L’errore probabilmente è stato nel non avere inserito nel data base la prima dose, ma perchè ad un errore se ne è sommato un altro? Perchè non risolvere il problema senza che le due donne fossero costrette a perdere tempo e pazienza? Ma cosa significa poi che bisognava pretendere il vaccino?

Speriamo che questo episodio isolato non accada più.  

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