Dove iniziare, se non a scuola, per parlare di rispetto e contrasto alla violenza? Da ieri in Brianza c’è una panchina rossa in più e il merito è anche degli studenti e delle studentesse del liceo Parini, che hanno contributo alla realizzazione di uno dei simboli contro la violenza sulle donne. Si è svolta ieri, giovedì 6 maggio, l’inaugurazione della nuova panchina nei pressi dell’ingresso di via Settembrini della succursale lissonese del Liceo linguistico Parini. Presenti anche il Sindaco Concettina Monguzzi e gli assessori Annì Mariani e Alessia Tremolada.
Parole contro la violenza di genere
A rendere ancora più speciale il primo giorno della nuova seduta, le parole di emancipazione femminile messe nero su bianco dagli studenti in francese, inglese, spagnolo e tedesco, che hanno riscritto alcuni versi di donne simbolo come Simone de Beauvoir, Malala, Clara Campoamor e Alice Schwarzer.
L’iniziativa è inserita in un più ampio percorso scolastico inerente la storia dell’arte e l’educazione civica: a dipingere di rosso la panchina sono stati gli alunni della classe quarta del Liceo insieme a un gruppo di ragazzi con disabilità. La panchina rossa nel giardino della scuola Parini va ad aggiungersi a quelle già posizionate dall’Amministrazione Comunale sul territorio in occasione delle Giornate internazionali contro la violenza sulle donne: le sedute si trovano in Piazza Pertini (fronte Villa Magatti), in Piazza don Camporelli (Santa Margherita) e all’ingresso del Laghetto del Bosco Urbano.
E l’impegno della scuola lissonese potrebbe non finire qui. L’obiettivo è portare le panchine rosse anche negli altri istituti. “Stiamo lavorando ad un progetto ad hoc che arrivi anche negli altri plessi – spiega a MBNews la professoressa Marina Colombo. – In questo modo ci sarà anche un lavoro di collaborazione tra pari, quindi tra gli studenti del Parini, che lavoreranno per promuovere l’iniziativa educazione civica in Brianza, e quelli delle altre scuole. Quello che vogliamo fare sono progetti che abbiano un senso sul territorio e che possano far uscire la scuola dal proprio perimetro.”
