Politica

La “Legge Bramini” rischia di saltare. L’imprenditore monzese pronto allo sciopero della fame

E' deluso e amareggiato, un'altra volta, Sergio Bramini, l'imprenditore monzese noto suo malgrado per essere fallito nel 2011 nonostante avesse un credito di 4 milioni dallo Stato.

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“Una finta democrazia annulla la mia legge, la Legge Bramini, per preparare il terreno a sloggi forzati violenti e crudeli di chi legalmente è ancora il proprietario della sua casa”. E’ deluso e amareggiato, un’altra volta, Sergio Bramini, l’imprenditore monzese, suo malgrado, noto per essere fallito nel 2011, nonostante avesse un credito di 4 milioni dallo Stato.
“Nel Piano Nazionale di ripresa e di resilienza – PNRR – si prefigura una riforma radicale dell’attuale articolo 560 cpc, ritornando alla legge Renzi-Boschi. Anzi la situazione è peggiorata. Ora le persone verrebbero cacciate dalla propria casa addirittura all’emissione dell’ordinanza dell’asta. Qua si tratta di dare spazio e la giusta dignità a uomini e donne che non hanno soldi neppure per fare un trasloco, così come era capitato a me. Allora io ho potuto contare solo sull’affetto e il supporto dei miei amici più cari” ha commentato Bramini.

Quando il suo caso è esploso nell’aprile 2011, la politica si era mossa in sua difesa, con i leader di M5s e Lega al suo fianco la sera prima dello sloggio forzato dalla sua villa di Brugherio. Poi la proposta di diventare consulente del Governo per lavorare a una legge in difesa degli imprenditori falliti per colpa dello Stato. E ancora una petizione per “permettere ai debitori incolpevoli di restare nelle loro abitazioni”.

Finalmente, poi la svolta con l’approvazione della “Legge Bramini“, a lui appunto dedicata, a tutela di chi è indebitato o fallito durante gli sfratti delle case.

Oggi però, dopo la sua lunga battaglia, l’imprenditore torna a parlare del caso e non è intenzionato ad arrendersi. “Io non resterò fermo, questo è un articolo di legge troppo importante. Se nessuno mi sosterrà sono persino disposto a iniziare uno sciopero della fame” prosegue.

“Sono 90 mila gli sloggi in programma ai quali si aggiungono 150mila sfratti imminenti ai danni di affittuari. Molti sono anziani che non hanno pagato due mesi di affitto”.

Tra coloro che avevano cercato di evitare lo sloggio di Sergio Bramini, il senatore Gianmarco Corbetta, Movimento 5 stelle. L’esponente pentastellato, infatti, per evitare lo sgombero dell’abitazione, aveva pensato di istituirvi il suo ufficio e trasferire il suo domicilio di parlamentare. 

“Allo stato attuale si tratta di una dichiarazione di intenti. Per divenire legge si dovranno seguire tutti gli iter previsti. Con il gruppo stiamo analizzando il documento e faremo poi le nostre considerazioni in merito” – ha commentato Corbetta.

“Non si può restare fermi”, Sergio Bramini ancora una volta sarà in prima linea. “Non resterò a guardare, situazioni come quella che ho vissuto io non devono più verificarsi“.

 

 

 

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