Cultura

Monza, Giornate FAI di Primavera la miglior cura è la cultura: più di mille visitatori

Delle 5 aperture, accessibili solo da gruppi prenotati, le più gettonate sono state i Giardini della Villa Reale e il Duomo. Buon riscontro anche per le serre degli agrumi antichi. Ora si pensa alla riapertura della Villa.

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Di luce, in questo week-end di metà maggio, se ne è vista davvero poca. Eppure a Monza sui visi di tante persone e nei sorrisi, nascosti dalle immancabili mascherine, il sole è brillato lo stesso. Perché il 15 e il 16 maggio, dopo la pausa forzata del 2020 causa Covid-19, sono tornate in presenza le giornate FAI di Primavera.

Nel primo evento nazionale di massa dedicato all’arte, alla cultura, alla storia e alla natura da quando siamo entrati nel tunnel della pandemia, anche il capoluogo della Brianza ha dato il suo contributo per aprire spiragli di serenità e bellezza in un cielo, non solo metaforicamente, ancora molto plumbeo. E lo ha fatto con cinque aperture. Dai Giardini reali al Serrone, Rotonda e serre degli agrumi antichi, dalla facciata del Duomo recentemente restaurata al Santuario Santa Maria delle Grazie, fino alla Chiesa di San Maurizio.

Le cinque tappe del percorso “Arte, natura e spiritualità”, proposta dalla Delegazione FAI Monza con il Gruppo Giovani e il supporto di oltre 110 volontari, sembrano aver raccolto l’adesione e l’apprezzamento dei visitatori. Che hanno raggiunto Monza da altri Comuni della Brianza, magari in bici, come ad esempio alcuni gruppi della FIAB. Ma anche da altre zone della Lombardia, in particolare Milano, con tanti appassionati di botanica e vivaismo.

“Nel week-end delle giornate FAI di Primavera abbiamo avuto complessivamente 1330 visitatori di cui 365 al Duomo, 415 ai Giardini reali, 240 al Serrone, 190 al Santuario Santa Maria delle Grazie, aperto solo il sabato e 120 alla Chiesa di San Maurizio, aperta solo la domenica – spiega Elena Colombo, Presidente del Comitato FAI  di Monza – siamo molto soddisfatti, anche in considerazione del fatto che, causa Covid, non abbiamo potuto accogliere tutti perché abbiamo dovuto effettuare, nel rispetto delle norme di sicurezza e anti-contagio, un numero contingentato di visite e solo su prenotazione”.

“Si è vista la voglia delle persone di tornare a godere di persona il nostro patrimonio artistico, storico e naturalistico – aggiunge – è stata un’esperienza molto bella perché abbiamo coinvolto tanti nuovi volontari, in alcuni casi perfino coppie di fidanzati e con noi, oltre alla Protezione civile come ormai di consueto, questa volta c’era anche la Croce Rossa che, con i propri volontari, soprattutto donne giovani, ha rilevato la temperatura e distribuito il gel igienizzante ai visitatori. Desidero ringraziare di cuore i delegati per la parte organizzativa, il nostro Gruppo giovani, guidato da Annachiara Cesana e  tutti i volontari per la loro partecipazione così convinta”.

UN PASSO VERSO LA NORMALITA’

Il confronto con le ultime giornate FAI svolte in presenza, quelle dell’autunno 2019, quando con le aperture di Monza e Lentate sul Seveso si era riusciti ad accogliere oltre 3mila visitatori, non è possibile. Troppo diverse le condizioni logistiche ed organizzative.

Ma queste giornate FAI di primavera, uno dei due eventi annuali di punta della fondazione nata nel 1975, che il 15 e il 16 maggio in 300 città d’Italia hanno riaperto 600 tra parchi, edifici, ville storiche e beni culturali sparsi su tutto il nostro territorio nazionale, a Monza hanno cercato di andare incontro anche ai gusti più ricercati dei visitatori.

“C’è stata un’ottima risposta di pubblico anche al Serrone, Rotonda e alle serre degli agrumi antichi, aperti solo agli iscritti FAI, dove, grazie ad una collezione monzese finora ricreata in base alle informazioni contenute nel catalogo del 1825 ad opera del giardiniere e botanico Giovan Battista Rossi, il vivaista Davide Chiaravalli ha illustrato in dettaglio alcune varietà rare, mentre il citrologo Diego Pessina si è soffermato su alcune varietà antiche di agrumi”.

LE PIU’ GETTONATE

I beni monzesi che hanno raccolto più visitatori nelle giornate FAI di Primavera sono stati la facciata restaurata del Duomo e i Giardini reali. Nel primo caso si è trattato di un’occasione per scoprire, anche da un punto di vista tecnico, le complesse ed innovative metodologie alla base del recente restauro, concluso dopo 5 anni di lavoro e un budget di circa 1 milione e 400 mila euro. Un traguardo celebrato con la benedizione della facciata, capace di ritrovare i colori e la bellezza originaria, lo scorso 4 ottobre alla presenza di Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano Metropolitana.

Non era, invece, una novità, ma ha mostrato ancora una volta tutto il suo appeal, la visita ai Giardini reali. In circa un’ora i visitatori hanno potuto percorrere parte dei 40 ettari dello spazio verde alle spalle della Villa reale di Monza. Tra storia e natura, cambiamenti di stile e nazionalità nella cura del paesaggio, l’attenzione si è concentrata su alberi monumentali quali il ginkgo biloba, la sequoia e le cosiddette “querce gemelle”, compagne da oltre 200 anni di chi cammina nei Giardini reali. Ma, in un viaggio nel tempo, supportato da tavole ed incisioni di fine Settecento-inizio Ottocento, si sono svelate anche le caratteristiche dell’antro di Polifemo, della grotta, del laghetto superiore e inferiore ed del Tempietto neoclassico, “topoi” del giardino all’inglese e, in parte, recentemente restaurati.

L’interesse dei visitatori, tra cui non sono mancati quelli più piccoli al seguito di genitori appassionati di arte e natura, si è soffermato anche su alcuni particolari non molto noti. Come, ad esempio, la presenza di un tempietto massonico al di sotto di quello neoclassico. L’accesso non consentito in questo caso ha solo in parte ridotto la capacità di immaginare l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, colui che è stato il motore primario della costruzione della Villa Reale e dei suoi Giardini, mentre partecipa a riunioni segrete dal sapore decisamente misterioso.

LA RIAPERTURA DELLA VILLA

Il prossimo futuro della Delegazione FAI Monza, Covid permettendo, punta anche sull’ormai prossima riapertura della Villa Reale. Che dovrebbe avvenire, dopo il tempestoso divorzio con il concessionario privato, il prossimo 29 maggio.

“Partecipiamo ad entrambi i bandi, il primo con scadenza 20 maggio, il secondo 20 luglio, che il Consorzio ha aperto alla società civile per l’organizzazione di un calendario di attività ed iniziative estive ed autunnali – annuncia la presidente Colombo – stiamo mettendo a punto una serie di proposte di valorizzazione che, per il momento, preferisco non svelare”.

Nell’attesa dei prossimi sviluppi, anche le giornate FAI di Primavera hanno fatto capire che la voglia di veder riaprire la Villa Reale, che dovrebbe comprendere, secondo quanto annunciato anche da Regione Lombardia, tutti gli ambienti del primo Piano Nobile, le Sale di rappresentanza e gli Appartamenti Reali del Corpo centrale e dell’Ala Sud, è molto alta.

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