Politica

Hub vaccinali, sindaci Pd sul piede di guerra. Ponti: “Alla Regione chiediamo presidi territoriali”

"Altro che fare scaricabarile: i Comuni stanno facendo la loro parte, sempre con spirito di collaborazione istituzionale".


Alla narrazione di Bertolaso, che li ha accusa di fare lo “scaricabarile”, non ci stanno i sindaci PD. E ribattono: “Quale scaricabarile: è un anno e mezzo che siamo in pista per risolvere le problematiche che si vengono a creare”. E’ emerso questo ieri, giovedì 1° aprile, nella diretta Facebook organizzata dal Partito Democratico MB, che ha messo intorno a un tavolo alcuni primi cittadini del centro-sinistra brianzolo per fare il punto sul programma di vaccinazione contro il Coronavirus.

Hub vaccinali, i sindaci: “Eravamo pronti, poi tutto si è fermato”

Parlano senza peli sulla lingua i sindaci dem sul tema dei centri vaccinali di prossimità, da giorni al centro di polemiche e malcontenti. In atto c’è un vero e proprio cortocircuito: se da una parte i sindaci di (quasi) tutti i colori politici si rendono disponibili ad individuare e rendere operativi i centri, dall’altra per Regione, ATS e ASST non ci sono le dosi di vaccini sufficienti da dare agli hub. E quindi la macchina si ferma, spesso ancora prima di partire. 

E’ il caso, ad esempio, dei comuni di Nova Milanese, Arcore e Seregno, raccontati dai sindaci Fabrizio Pagani, Rosalba Colombo e Alberto Rossi, che dopo aver iniziato l’iter per predisporre il centro e mobilitato una rete per un servizio efficiente, lo scorso 25 marzo durante il Consiglio di Rappresentanza, hanno visto sfumare la possibilità di avere un hub di prossimità operativa per i propri cittadini. E poi ci sono i casi clamorosi che stanno facendo il giro d’Italia, come quello di Verano, in cui il centro c’è, i vaccini pure, ma mancano le liste. “Avevamo un piano da 6000 vaccinandi, con 4 linee di vaccinazione possibili – spiega il sindaco Massimiliano Chiolo. – Ora l’hub è fermo: perchè? Perchè abbiamo finito il personale scolastico e non abbiamo ancora nuove liste. Abbiamo chiesto se potevamo iniziare a vaccinare i nostri anziani e c’è stato risposto che «non è possibile: non si può cambiare il sistema»”.

Ponti: “Puntare su presidi territoriali”

“La nostra proposta è chiara – conclude Gigi Ponti, consigliere regionale PD. – In parallelo ai grandi centri di vaccinazione servono postazioni territoriali per stare vicini a chi non può spostarsi con facilità o i soggetti fragili. Perchè in altre regioni sono più avanti rispetto a noi? Secondo me perchè ha vinto questo modello”.

“Altro che fare scaricabarile: i Comuni stanno facendo la loro parte, sempre con spirito di collaborazione istituzionale – ha commentato a MBNews Vincenzo di Paolo, Capogruppo PD in consiglio provinciale. – Con la diretta di stasera abbiamo voluto che raccontassero direttamente il proprio impegno e il lavoro che costantemente portano avanti. C’è chi fa speculazione politica e chi invece cerca di portare soluzioni concrete per rispondere ai bisogni dei cittadini. E quello che c’è da fare ora è dare una svolta e una accelerata alla campagna vaccinale. I Comuni in questo possono giocare un ruolo ancor più determinante. Vogliamo che anche la Provincia di Monza e Brianza possa giocare al meglio un ruolo di coordinamento che spesso manca. La “Cabina di regia per la gestione del Covid” è l’organismo istituito apposta per una condivisione di informazioni, scelte e strategie per il territorio. È dal 16 febbraio che questa Cabina di regia non si riunisce. Ne abbiamo chiesto una convocazione urgente per riprendere un discorso e affrontare i nodi della campagna vaccinale”.

Questa mattina il messaggio, durissimo, del Senatore vimercatese Roberto Rampi (Pd): Giù le mani dai nostri sindaci. Che da oltre un anno lavorano ormai notte e giorno per risolvere le tante emergenze, rispondere alle esigenze dei cittadini, mettere toppe ai disastri della Regione. Questo fuoco di fila dei consiglieri regionali della Lega all’attacco dei sindaci del centrosinistra è indecoroso. E non servirà nella intenzione di nascondere quel che tutti hanno capito: che la gestione lombarda della sanità e dell’emergenza non sta in piedi, non funziona, ed è concentrata come sempre soprattutto sugli interessi di pochi, sugli amici degli amici.”

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