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Monza, via Calatafimi: quando arriverà la fine del cantiere sospeso?

Nel quartiere san Giuseppe i lavori, che da tre anni impediscono l'uso di un'ampia area parcheggio, sono bloccati da un contenzioso. Il Comune deve ancora definire i fondi, poi il bando di gara. Le lamentele dei residenti.

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Penelope nell’Odissea è stata 20 anni in attesa del ritorno ad Itaca del suo amato Ulisse. Per ora i residenti di via Calatafimi, nel quartiere San Giuseppe a Monza, ne hanno trascorsi “solo” 2 di anni da quando è stato aperto il cantiere in un’ampia area, interdetta, però, già da inizio 2018, per la presenza di un tratto del marciapiede e dell’asfalto gravemente spaccati e sconnessi, con un evidente avvallamento che da tempo rendeva complicato perfino parcheggiare. Ma di tempo, forse ancora anni, ne passerà sicuramente altro.

LA VICENDA

Andiamo con ordine. In realtà i lavori, avviati il 30 maggio 2019 dal Comune di Monza, sono stati sospesi dopo pochi giorni perché “durante i lavori di scavo è emersa la presenza di materiale inerte non compatto nel sottofondo – è scritto in una nota inviata ad MBNews ormai quasi due anni fa dall’Ufficio tecnico del Comune di Monza – materiale che presumibilmente potrebbe derivare da un “abbandono abusivo”, comunque non compatibile. Per questi motivi il cantiere di manutenzione ordinaria è stato interrotto”.

Una motivazione sicuramente seria. Che, però, continua a mantenere lo stato del cantiere sospeso nel tempo e, purtroppo, anche nello spazio. Con evidenti problemi di parcheggio in via Calatafimi, soprattutto il mercoledì e il sabato, giorni di lavaggio delle strade. Problemi ora solo parzialmente mitigati dalla decisione del Comune di sospendere il servizio fino a quando persisterà la zona rossa causata dal Covid-19.

Del resto, con il passare dei mesi e, come diceva De Andrè in una celebre canzone, se li conti, anche dei minuti, la verità, che da un passato lontano è prepotentemente tornata nel presente ed invade il futuro, è venuta completamente a galla. A fine 2019, infatti, una nota della Polizia locale, impegnata nelle indagini insieme alla Procura di Monza, affermava che “l’impresa edile, che 25 anni fa aveva realizzato dei lavori di edificazione nell’area interessata, inizialmente chiusa, in realtà aveva avuto un trasferimento di provincia e cambiato partita Iva”.

GLI SVILUPPI

L’ultima volta che MBNews si è occupata del caso di via Calatafimi, nel luglio 2020, le notizie hanno aggiunto una nota ancora più negativa a questo vero e proprio giallo edilizio-urbanistico. “La Procura di Monza va verso l’archiviazione del reato ambientale perché l’impresa che aveva lavorato in via Calatafimi 25 anni fa è fallita e non c’è modo di procedere dal punto di vista penale – faceva sapere l’Ufficio tecnico del Comune – la Polizia locale ha avviato un procedimento amministrativo, individuato una nuova società che fa capo ai presunti responsabili ed è stata emessa un’ordinanza per eliminare i rifiuti inerti e ripristinare l’area”.

“Ci sono due possibilità – aggiungeva l’Ufficio tecnico – i responsabili dell’azienda fallita 25 anni fa adempiono all’ordinanza e il cantiere può andare avanti oppure, come è molto più probabile, non adempiono e il Comune dovrà procedere, anticipando le spese per poi rifarsi sui responsabili stessi. L’ordinanza, dunque, aprirà quasi sicuramente un contenzioso tra le parti e il procedimento sarà per forza di cose lungo”.

Previsione decisamente indovinata. Perché mentre il 2020 è finito ed è ormai iniziato il 2021, il cantiere di via Calatafimi è sempre lì nella sua placida immobilità. E gli aggiornamenti che ci arrivano dal Comune aprono scenari dalle tempistiche assolutamente indefinite. Forse più di quelle che riguardano il Covid, altra costante che ci sta accompagnando di anno in anno.

“Per quanto riguarda l’area in cui sono stati ritrovati i rifiuti, nelle prossime settimane saranno definiti i fondi stanziati dal Bilancio – assicura Piazza Trento e Trieste – a quel punto il progetto dovrà essere approvato in Giunta e poi dovranno essere affidati i lavori mediante gara”.

Pensare che quest’ultimo passaggio, preliminare alla riapertura vera e propria del cantiere, possa avvenire per la prossima estate è quasi un esercizio di utopia. Meglio, quindi, non pensare ad una scadenza precisa. Traguardo, invece, già raggiunto da tempo dalla pazienza dei residenti di via Calatafimi.

“Dal 2018 abbiamo un cratere che non erutta, siamo oltre il paradosso – afferma, con non malcelata insoddisfazione, il signor Andrea, che ha casa nella vicina via Praga – possibile che i lavori pubblici a Monza funzionino in questa maniera? La città è totalmente allo sbando, come dimostra anche il fatto che c’è voluto più tempo per rifare i 20 metri del Ponte Colombo che il Ponte Morandi a Genova. Il momento socio-economico non ha nulla a che fare con questi ritardi”.

Le lamentele dei cittadini del quartiere San Giuseppe non si limitano ai lavori pubblici stradali. “L’illuminazione in alcune strade di questa zona è davvero scarsa – sostiene il signor Andrea – è indice che la manutenzione manca e nessuno controlla nulla. Lo dimostra anche la scritta, chiaramente offensiva nei confronti del premier Draghi (nella foto in alto), comparsa notte tempo in via Niccodemi sul muro del supermercato da poco ristrutturato e lasciata ancora lì da settimane”.

Intanto, almeno, una piccola, buona notizia c’è. Dopo quasi 2 mesi di blocco, un’altra area di parcheggio, sempre in via Calatafimi, in cui tutto sembrava fermo a parte del materiale appoggiato a terra circondato da transenne, è stata liberata. “Si trattava – chiariscono dal Comune – di un cantiere della società incaricata da Metropolitane Milanesi per eseguire i sondaggi e le indagini propedeutiche al progetto M5”. Un fronte su cui i tempi sono decisamente più lunghi. Eventualmente ci sarà modo, insomma, per arrabbiarsi ancora.

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