Attualità

Monza, i giardini di via Calatafimi: aperti per “ordinanza” dei bambini

Vicino ad uno degli ingressi è comparso un cartello in cui i più piccoli, nello stile delle affissioni comunali, rivendicano il diritto di giocare e socializzare all'aria aperta. Ma anche di venire in contatto con virus e batteri.

giardini-via-calatafimi-mb (Copia)

La protesta sembra diventata una delle cifre principali di questi nostri tempi così strani e funestati dal Covid-19. Solo negli ultimi giorni, possibilmente bardati di mascherina e a dovuta distanza, sono scesi in piazza per chiedere allo Stato di riaprire la propria attività ristoratori, ambulanti, commercianti e partite IVA. Li avevano preceduti altre categorie professionali, dai lavoratori dello spettacolo agli albergatori. Per non parlare degli studenti di ogni età e delle loro mamme, che più volte si sono lamentati pubblicamente della didattica a distanza imposta dalla pandemia.

Del resto sono da poco passati i giorni di Pasqua, quelli in cui, senza voler essere blasfemi, perfino il Signore alle soglie dell’estremo sacrificio della crocifissione, secondo le Sacre Scritture, accenna ad una sorta di protesta nei confronti di Dio con le famose parole: “Padre, allontana da me questo calice, ma sia fatta la tua e non la mia volontà!”.

In questo clima di generale agitazione, però, non c’era ancora capitato di vedere i bambini scendere in campo, quasi in prima persona, per rivendicare il loro diritto di “giocare, socializzare, stare all’aria aperta, convivere e venire a contatto con virus e batteri”. Sono queste le richieste scritte in un piccolo cartello plastificato, appeso vicino ad uno degli ingressi dei Giardini Sergio Ramelli in via Calatafimi a Monza.

Il testo, firmato genericamente da “I Bambini”, si richiama nella sua forma estetica alle disposizioni affisse dal Comune in molti degli spazi verdi pubblici della città. Non a caso l’intestazione del cartello è Ordinanza dei bambini n.1: “Questo parco riapre (e non chiude più) per ragioni di necessità e salute – si legge – vorremmo ricordare a tutti gli adulti, genitori, sindaci, capi di governo, insegnanti, dottori, ect. Ect. che Noi Bambini, per crescere sani e forti e rimanere in salute fisica e mentale, abbiamo bisogno di… 1. GIOCARE! 2. SOCIALIZZARE! 3. STARE ALL’ARIA APERTA! 4. CONVIVERE E VENIRE A CONTATTO CON VIRUS E BATTERI!”. Un elenco scritto in rosso per dare ancora più rilievo alle esplicite richieste dei più piccoli.

La “battaglia” dei bambini di via Calatafimi per non passare la primavera appena incominciata e la prossima estate, ancora avvolta dalle incertezze della pandemia, davanti alla tv, agli schermi e ai videogiochi sembra avere l’appoggio di chi quotidianamente frequenta i Giardini Sergio Ramelli. “Sono assolutamente d’accordo con quanto affermato nel cartello – afferma Veronica, madre di due bimbi di uno e tre anni – i più piccoli hanno diritto a stare all’aria aperta, anche per sfogarsi, in uno spazio come questo dove, a differenza di altri, possono giocare piuttosto distanziati e in sicurezza”.

“A quelle elencate aggiungerei un’altra richiesta – sostiene Giorgio, che ha portato il nipote di quattro anni ai Giardini di via Calatafimi – i bambini hanno diritto a giocare liberamente dove non si portino i cani a spasso. In questa zona ci sono due aree cani e, quindi, in questo parco i padroni con i loro animali non dovrebbero nemmeno passare. Perché i bimbi devono buttarsi e rotolarsi sulla stessa erba su cui un cane magari ha fatto i propri bisogni?”. Una domanda a cui si affretta a dare il suo consenso anche nonna Carmela, che nel frattempo si è avvicinata ad ascoltare ed è ai Giardini di via Calatafimi con i suoi due nipoti, .

Insomma forse alla famosa locuzione latina “Mens sana in corpore sano”, scritta da Giovenale nelle Satire quasi duemila anni fa, ma evidentemente valida anche per i bambini di oggi, è il caso di aggiungere le parole “nel rispetto degli altri”. Un concetto, altrettanto importante, a cui ci sentiamo di augurare anche più di duemila anni di fortuna.

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