Ambiente

Associazioni e comitati in difesa dell’Area Scotti: “Meno unità abitative e altezze più basse”

Il Coordinamento di associazioni e comitati di Monza ha scritto all'amministrazione e ai consiglieri comunali una lunga lettera per chiedere di rivedere il progetto e salvare la ciminiera, simbolo della storia manifatturiera della città. 

mojoli mb

Non mollano i cittadini monzesi sull’area Scotti, lo spazio dimesso dell’ex Feltrificio in viale Cesare Battisti. Dopo quasi un anno dalla petizione contro i “casermoni” che portò a galla le perplessità dei residenti sulle modiche del progetto di riqualificazione dell’area, questa volta a parlare è l’intero Coordinamento di associazioni e comitati di Monza, che ha scritto all’amministrazione e ai consiglieri comunali una lunga lettera per chiedere di rivedere il progetto e salvare la ciminiera, simbolo della storia manifatturiera della città.

“Quel Feltrificio – si legge nel testo della lettera – faceva parte delle numerose industrie del cappello che caratterizzarono Monza fino alla metà del XX secolo. Un simbolo identitario di quegli immobili è, di sicuro, la ciminiera alta ben 40 metri, la maggiore in altezza rispetto ad altre, pur presenti in Città”.

La proposta delle associazioni e dei comitati

“Come noto – spiegano dal coordinamento – la modifica al PII ex Feltrificio Scotti in viale Battisti, prevede la costruzione di sette nuovi edifici residenziali di cui uno da 7 piani e due da 8 piani (26 metri); la ristrutturazione della Villa Azzurra (residenziale); la ristrutturazione dell’ex Casa delle Aste (scuola di musica); la demolizione della ciminiera; un nuovo collegamento viabilistico tra via Scarlatti e via Boito. Abbiamo appreso con grande stupore che in data 9 marzo, la Commissione del Paesaggio, ha espresso, a maggioranza, un parere favorevole alla demolizione della ciminiera. Peraltro, in data successiva, il 17 marzo, gli Uffici competenti, hanno dichiarato che la modifica del suddetto PII, è da assoggettare a una Valutazione Ambientale Strategica (VAS). In tale provvedimento, oltre a descrivere una serie di forti criticità, si dice che sono da ricercare soluzioni ingegneristiche atte a mantenere la ciminiera quale elemento identitario e nella sua integrità”.

“Per tutti i motivi sopra esposti – concludono –  i sottoscritti ribadiscono che il progetto di modifica al PII ex Feltrificio Scotti venga totalmente rivisto e chiedono: il restauro della ciminiera; la ricostruzione, almeno in parte, degli edifici industriali demoliti, consentendone usi compatibili, pur attualizzati, nonché il recupero di nuove funzioni e spazi pubblici in “open space”; una drastica riduzione del numero di unità abitative e delle altezze dei sette nuovi edifici residenziali (massimo 3 piani) a fronte delle migliaia di alloggi non occupati esistenti; di aumentare le destinazioni a servizi (es. nuovo centro civico del Q. Cazzaniga); un collegamento ciclopedonale tra via Scarlatti e via Boito (in sostituzione del nuovo collegamento viabilistico)”.

“Ci vorrà del tempo per concludere l’iter del VAS – spiega a MBNews Giorgio Majoli, del coordinamento – poi il tema tornerà all’interno del consiglio comunale. Intorno all’ex Feltrificio si sta sviluppando un ricco dibattito, spero che qualche consigliere decida di sposare la nostra causa. Noi abbiamo scritto all’amministrazione e al consiglio: adesso non ci resta che aspettare un riscontro”.

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