Ambiente

Per la prima volta una donna alla guida di Fiab Monza in Bici: faccia a faccia con Saveria Fontana

52 anni, residente a Triante, madre di due figlie con una laurea in sociologia in tasca e un lavoro in ATS Brianza, Saveria è la prima presidente donna nella storia dell'associazione cicloambientalista monzese.

saveria fontana fiab

“Ho una speranza ed è quella che appena si potrà tornare alla nostra vita sceglieremo di farlo in sella ad una bicicletta”. E’ ottimista Saveria Fontana, nuova presidente di Fiab Monza in Bici, l’associazione cicloambientalista brianzola che chiama a raccolta gli amanti delle due ruote. 52 anni, residente a Triante, madre di due figlie con una laurea in sociologia in tasca e un lavoro in ATS Brianza, Saveria è la prima presidente donna nella storia dell’associazione, che ha quasi 20 anni di attività e oltre 300 soci. “Le donne ci sono tra i nostri iscritti. Adesso alla guida ci sono io, ma mi piacerebbe tracciare la strada per le donne che verranno dopo di me. Penso sia il momento giusto per spingere sui temi ambientali: c’è attenzione, una consapevolezza nuova e ci sono i giovani. E non è scontato”. Inizia così la nostra intervista.  

Da pochi giorni è alla guida dell’Associazione Fiab Monza in Bici. Ha voglia di raccontarci quale è stato il percorso che l’ha portata a Fiab?

“Parto dicendo che mi sento onorata di ricoprire questo ruolo: sono la prima donna a farlo, ma spero che ne saranno altre. Sono monzese d’adozione, vivo qui da circa 30 anni e sono un’ecologista da sempre, ma negli ultimi anni mi sono appassionata sempre di più ai temi dell’ambiente, della salute e della sostenibilità. Per questo sono arrivata a Fiab: adoro muovermi in bici e penso faccia bene a noi stessi e al mondo utilizzare mezzi di trasporto cosiddetti «dolci»”.

“Muoversi in bici” è facile a Monza?

“Secondo me è comodo. Mi spiego: il nostro è un territorio abbastanza pianeggiante e le distanze da un luogo all’altro spesso sono brevi. Monza è una città media ed ha tutte le carte in regola per essere una città a misura di bicicletta. Purtroppo non sempre è sicura: penso che per giovanissimi ed anziani ci siamo molte difficoltà nelle nostre strade”.

C’è quindi, a suo parere, un problema di sicurezza delle strade monzesi?

“Ci sono a Monza delle belle piste ciclabili. Non sono una di quelle persone che dice che va tutto male: ci sono dei tratti molto belli e delle bike lane comode, ad esempio. Restano però delle potenzialità che si potrebbero implementare. Il mondo va in quella direzione e anche l’Italia sta cercando di tenere il passo: con il nuovo codice della strada, durante il primo lockdown alcune cose si sono mosse. Ci sono città vicine come Milano, ad esempio, che hanno fatto dei passi da gigante. Questo mi fa ben sperare anche per Monza”.

Pensa che il cambio di passo possa avvenire concretamente con questa amministrazione?

“Penso che sia un bel periodo per premere l’acceleratore. Ci sono nuove possibilità che permettono interventi veloci, senza spendere troppi soldi, anche in via sperimentale. Penso che questa amministrazione possa dimostrarci che è il momento giusto per investire in progetti di mobilità dolce. Sono felicissima che il consiglio comunale abbia approvato una mozione per istituire a monza le strade scolastiche, le vie di fronte alle scuole soggette a chiusure temporanee o zone 30. Adesso bisogna vedere come proseguirà l’iter e capire con quali modalità verranno disciplinate”.

Dopo oltre un anno di chiusure ed eventi ridotti all’osso, cosa c’è in cantiere per il 2021 di Monza in bici?

“A me piacerebbe valorizzare quello che già c’è. Fiab nazionale ha dei progetti molto belli, come la rete dei comuni ciclabili. Noi vogliamo tentare di sensibilizzare la nostra amministrazione per aderire. Sarebbe quasi come una challenge: i comuni lavorano per ottenere un “bollino” di città ciclabile e per avere un patentino, cioè i requisiti minimi per dichiarasi comune ciclabile. Avere questo bollino è un riconoscimento che potrebbe essere un bel biglietto da visita per i turisti. Verrebbe data ai comuni la consulenza tecnica e la possibilità di partecipare a corsi, oltre a fare rete e condividere buone pratiche. Insomma: un bell’incentivo a migliorare”.

“E poi abbiamo degli eventi in cantiere che mi piacerebbe fare in presenza: “bimbi in bici”, evento a livello nazionale che quest’anno è fissato per ottobre; “bike challenge, bike to work”, a fine settembre; e poi una serie di progetti con le scuola e le aziende che mi piacerebbe concretizzare. Promuoveremo sicuramente anche la biciclettata delle donne, “Fancy Women bike ride”, durante la terza domenica di settembre”.

Quali sono le sue speranze ora che è presidente di questa associazione?

“La mia speranza è quella di fissare alcuni obiettivi e riuscire a raggiungerli, magari anche per step. Il sogno più grande è che finito il lockdown molte più persone scelgano di muoversi in bicicletta. In Italia è stimato che il 5% sceglie la bici per muoversi in città: Fiab vuole arrivare al 15%. Seconde me la strada è tracciata. La bici è un mezzo che consente di vivere la città in maniera più rilassata e fa bene all’ambiente: questo è il messaggio che voglio lasciare”.

 

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