Politica

Botta e risposta Pd-Lega sulla chiusura del centro vaccini al PalaBancoDesio

Finiti i vaccini agli over 80 il centro chiuderà, Desio non risulta tra gli hub individuati da Regione Lombardia.

PalaBancoDesio

La scelta di chiudere il centro vaccini anti-Covid allestito al PalaBancoDesio non piace al Partito Democratico. E non è solo quello di Desio a sollevare il caso, alla loro mobilitazione per chiedere di rivedere la decisione si sono aggiunti ben altre 10 sezioni brianzole.

La notizia era nell’aria ed è stata confermata dopo Pasqua, finiti i vaccini agli over 80 il centro chiuderà, Desio non risulta tra gli hub individuati da Regione Lombardia, in cui a metà aprile prenderà il via la fase di vaccinazione massiva. Ricordiamo che i centri selezionati dalla giunta Fontana-Moratti sono a Monza (Autodromo e Area ex Philips), Carate (Polaris studio).

In molti sperano in un ripensamento anche perchè il centro stava funzionando bene grazie al lavoro degli operatori sanitari e dei volontari. Solo qualche giorno fa il sindaco Roberto Corti, con un intervento a la/ con un video sui social ha fatto il punto snocciolando i dati: dal 15 marzo al 5 aprile sono state somministrate più di 10mila dosi, con una media di 480 persone al giorno con punti di 600. “Un centro che sta funzionando bene e risponde alle necessità del territorio. Mi auguro che si arrivi a un ripensamento e a una ri-progettazione dello schema vaccinale, perchè siamo solo all’inizio e in tanti devono anche essere vaccinati e quindi devono avere anche la possibilità di farlo in modo vicino. Questo centro c’è, funziona bene, quello che è un po’ assurdo e incomprensibile è perchè si debba chiudere per aprirne altri che oggi non ci sono “.

 

Il PD “No alla chiusura”

Il PD di Desio si è rivolto direttamente al Presidente Attilio Fontana e alla Vicepresidente Letizia Moratti con tre interrogativi: “Perché quando il “Piano Bertolaso” ha individuato a marzo gli hub per la vaccinazione massiva non ha inserito il PalaDesio – visto che è uno dei palazzetti più grandi della Regione ed è pubblico? Perché lanciarsi alla cieca su spazi non ancora sperimentati (e in alcuni casi più piccoli e non ancora allestiti) quando al PalaDesio è stato dimostrato il buon funzionamento organizzativo nel primo mese di vaccinazioni? Perché la giunta regionale con questa operazione ha privilegiato spazi di proprietà privata a discapito di quelli pubblici? Quanto ci costano? In quali tasche finisce questo sperpero di denaro pubblico?”.
Da qui poi la richiesta di mantenere attivo il punto di Desio: “Chiediamo che i centri vaccinali di prossimità siano individuati secondo criteri chiari e oggettivi, nonché attraverso procedure di selezione rapide e trasparenti, ascoltando i bisogni del territorio e coinvolgendo l’Assemblea dei Sindaci della Provincia. La sfida per la campagna vaccinale è decisiva; non si ripetano gli errori passati, perché è necessario un cambio di passo per essere all’altezza della situazione.”

LA REPLICA DELLA LEGA

Non è tardata ad arrivare la replica della Lega: “Anziché esprimere soddisfazione per il fatto che gli over-80 del suo territorio hanno potuto vaccinarsi a Desio, non trova meglio che far polemica su decisioni che non competono ai comuni ma alle autorità sanitarie” –  dichiara Alessandro Corbetta, consigliere regionale della Lega -. “Corti sa benissimo che il PalaBancoDesio  è stato utilizzato come alternativa al centro vaccinale dell’Ospedale di Desio per evitare assembramenti. Consapevole di questo rischio, infatti, la Asst Brianza aveva chiesto la disponibilità all’amministrazione comunale per ampliare l’offerta vaccinale avvalendosi del PalaBancoDesio. Stanno per essere allestiti alcuni Hub a livello provinciale – prosegue il consigliere regionale – grazie ai quali i cittadini di Desio potranno vaccinarsi nelle vicinanze senza dover recarsi in altre province o a parecchi chilometri dalle proprie abitazioni. Realizzare un punto vaccinale in ogni Comune non è possibile, per motivi logistici ampiamente chiariti dalla Protezione Civile, da Poste Italiane e dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo. In un momento che richiede serietà, i sindaci del Pd preferiscono polemizzare su tutto e fomentare i cittadini portando avanti la logica del proprio orticello. Probabilmente hanno nostalgia delle costose primule e del piano fallimentare che aveva immaginato l’ex commissario Arcuri”. conclude Corbetta.

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