Economia

Economia internazionale e artigianato locale. Apa Confartigianato incontra Giulio Sapelli

Giulio Sapelli, professore di economia alla Statale di Milano, incontra e dialoga con gli artigiani di Apa Confartigianato

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Torna l’appuntamento con “storie di artigiani: Apa Confartigianato Imprese Milano Monza e Brianza ha voluto incontrare Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica all’Università degli Studi di Milano. Un incontro formativo la cui occasione, per molti artigiani, è stata quella di ascoltare e dialogare con il professore partendo proprio dagli spunti contenuti nel suo ultimo libro: “Nella Storia Mondiale: Stati. Mercati. Guerre”.

 

L’incontro online, che si è tenuto lo scorso giovedì 8 aprile, ha visto la partecipazione di Enrico Brambilla, segretario generale di Apa Confartigianato e di Giovanni Barzaghi, presidente dell’associazione di categoria.Diversi gli artigiani associati che hanno preso parte all’incontro. Grande protagonista, ovviamente, il professor Giulio Sapelli, il suo lavoro è stato bene introdotto dal segretario Brambilla: “Ciò che contraddistingue il contributo di Sapelli è sicuramente la sua capacità di unire macro e micro tematiche molto importanti: dagli Stati, alle guerre, alla vita della micro impresa”.

 

Quello che Sapelli traccia nel suo libro è quindi un grande affresco del mondo attuale, che viene descritto partendo da una constatazione: il declino dell’Europa. Un’Europa che sembra abbia smarrito un pezzo del suo ruolo nello scacchiere internazionale. Rea, secondo quanto Sapelli narra, la Germania. Quest’ultima avrebbe più guardato i suoi interessi generali, anziché mettersi al servizio di interessi generali.

“Questo è un libro che è tutto nel titolo”, spiega Sapelli. Un libro, così come al professore piace definirlo, sulle metamorfosi (quelle di Ovideo), che spiega tre grandi fenomeni, per l’appunto di trasformazione, entro i quali il mondo Occidentale ha iniziato il suo percorso di mutamento. “Si parta dai disordini internazionali – testimonia Sapelli -, ci sono guerre ovunque, senza che ci siano però dichiarazioni di guerra. Manca pertanto una stabilità dell’ordine internazionale. In secondo luogo, la nostra economia è entrata in una fase caratterizzata dalla deflazione secolare ( nessuno cresce più del 2 o 3%). In ultima analisi c’è la perdita di un rapporto fondamentale: quello dell’umanità con lo Stato”.

Secondo il professore Sapelli è questo un fenomeno che porta alla così detta “secolarizzazione” (la separazione tra istituzioni religiose e istituzioni secolari, con il conseguente declino delle credenze e delle pratiche religiose ndr). La crisi religiosa viene quindi sostituita, secondo Sapelli, da credenze quasi magiche (usa un eufemismo), come ad esempio quelle dei no Vax”. 

COSA EMERGE? 

Non c’è una crescita economica. Al contrario c’è un indebitamento pubblico e privato che pervade tutto il mondo. “Oggi – spiega il professore – chiamiamo inflazione l’aumento dei prezzi al 2%. Una cosa mai vista nella storia delle teorie economiche mondiali, visto che, storicamente, l’inflazione è sempre stata considerata tale partendo da tassi del 10% in sù”.

Cosa è cambiato allora? Semplice, ci troviamo in un’era dove il capitalismo è contrassegnato da un abbassamento del tasso medio di profitto. Ed è questo un fenomeno che colpisce soprattutto le medio piccole imprese. Ne consegue un abbassamento del tasso salariale medio. Il pubblico non spende. I depositi bancari si gonfiano, ma crollano gli investimenti in capitale fisso. L’economia ristagna su se stessa.

Alla base di questa metamorfosi (malevola), la politica economica intrapresa dall’Europa. Ed è qui che prende forma l’amara nota critica che Sapelli attribuisce al vecchio continente: non aver messo al primo posto i cittadini – così come fanno i Paesi del Common law – favorendo al contrario lo Stato. È difficile per Sapelli “avere una moneta unica senza avere una Banca Centrale, una Costituzione democratica e un parlamento che legifera, cosa che non fa il parlamento europeo”. L’errore, quindi, è quello di essere governati da trattati anziché da Democrazia. Parola intesa nel senso greco del termine, il più alto: “demos cratia”, potere del popolo

 SCENARIO INTERNAZIONALE E QUOTIDIANITÀ DELLE NOSTRE IMPRESE:

Da questo scenario una delle più dirette turbolenze che si è scaricata sul mercato, è il costo della  materia prima. Questi sta avendo un forte rialzo, soprattutto in alcuni settori. Rimane da comprendere se tale rialzo toccherà anche i rifornimenti energetici.Qual è quindi la diretta ricaduta sulle nostre imprese?

“Prima di tutto – spiega Sapelli – servirebbe una politica monetaria che tuteli la capacità di acquisto e, soprattutto, bisognerebbe iniziare a guardare ad un’economia capace di creare indotto. La Francia lo fa con l’energia nucleare:  le centrali nucleari producono infatti un vasto indotto sull’economia francese.In Italia – chiosa Sapelli –  il bonus sull’edilizia ha dato un forte impulso all’economia”.

Per Sapelli una ripartenza, artigiana e non solo, parte quindi da una visione olistica dell’economia: “Abbiamo bisogno di tutto”, spiega. “Dalla siderurgia, alle strade, ma soprattutto c’è bisogno di capitale fisso. Fondamentale, per ogni tipologia di impresa, è poi la tecnologia online, la quale è utile ad abbassare i costi”.

In definitiva, quello che Sapelli ha prospettato è – parafrasandolo – “una sonora svegliata”. Un riassetto, insomma, anche mentale: “La montagna di liquidità che ha il nostro Paese non favorisce la mobilitazione dei risparmi verso l’industria e la manifattura. Il capitalismo – conclude – vive se ci sono dei buoni salari  e se c’è l’occupazione: ed è tutto il contrario di quello che ha fatto e che sta facendo l’economia europea”.

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