Seregno, lockdown e giovani. Il sindaco Rossi: “Riaprire le scuole è la priorità”

23 marzo 2021 | 00:00
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Seregno, lockdown e giovani. Il sindaco Rossi: “Riaprire le scuole è la priorità”

Gli effetti delle serrate sono di duplice natura: da una parte economici, dall’altra psicologici. A farne le spese sono soprattutto i più giovani.

La Lombardia sta vivendo la sua seconda settimana in zona rossa. Esercizi commerciali chiusi, didattica a distanza, socialità ridotta allo street necessario. Gli effetti delle serrate sono di duplice natura: da una parte economici, dall’altra psicologici. A farne le spese sono soprattutto i più giovani che, tra la DAD e l’interruzione delle attività ludico e motorie, sono costretti ad un isolamento h24.

L’INCOGNITA: IL RIENTRO A SCUOLA 

A fare una riflessione circa la situazione è Alberto Rossi, sindaco di Seregno e papà di due bambini desiderosi di tornare in classe con i loro compagni. “Una domanda risuona in casa: “Papà, quando possiamo tornare a scuola?” Non lo so. L’unica risposta che ho saputo dare così a bruciapelo, come penso sia capitato a tante e tanti cittadini. Perché è la verità. Non ne abbiamo idea mentre un altro anno scolastico avanza verso la sua conclusione. Credo che in molti vi siate sentiti fare questa stessa domanda. Sono a casa. Con noi, quando lavoriamo e quando non lavoriamo. In alcuni casi con i nonni (che magari aspettano ancora di essere vaccinati) o con la baby sitter, per chi se la può permettere. – spiega Rossi – Non vanno a scuola. Per gli adolescenti la situazione è grave, per i piccoli è drammatica. Chi va alle elementari impara meno, nonostante il grande impegno delle insegnanti. A distanza si fa più fatica, anche se si ha un buon computer, o tablet, e una buona connessione”.

DANNI EMOTIVI 

Il punto però per il primo cittadino non è solo la didattica. La difficoltà più grande è quella emotiva. “Pesa a noi adulti stare meno con le altre persone, figurarsi per loro che vivono un isolamento quasi totale. Si, perché non è chiusa solo la scuola, sono fermi anche lo sport, le attività culturali, gli oratori. I bambini sono in cattività e ne vediamo le conseguenze fra le mura di casa: scatti di rabbia, stanchezza, tristezza, silenzi, anche lacrime”.
Quanto saranno grandi gli effetti di lungo periodo di questa situazione? Ancora presto per saperlo fino in fondo. I dati attuali però ne fanno intravedere la portata: “per gli adolescenti, crescita delle prime visite per disturbi alimentari e ricoveri per disturbi psichiatrici (+79% e +12% nel territorio di ASL Toscana Centro, ad esempio). Sui piccoli non lo sappiamo ancora” evidenzia Rossi.

GESTIONE FAMILIARE COMPLESSA 

Averli a casa fa diventare anche difficile tenere insieme famiglia e lavoro ed è incredibile che a Roma questo non sia percepito ancora con forza. Come facciamo a lavorare e aiutarli a seguire la lezione insieme?” aggiunge il sindaco seregnese.
E poi, controlla la connessione, si sente l’audio ma non si sente il microfono, si sente il microfono ma non si sente l’audio e quindi stacca, ripristina la connessione, e ricomincia. “Capisco il bisogno di ridurre la circolazione delle persone, per ridurre quella del virus. Lo capisco davvero. Ma vedo, tutti i giorni, che i nostri bambini hanno bisogno di andare a scuola. I bambini hanno bisogno di stare coi bambini. Ci vorranno ancora parecchi mesi prima di essere tutti vaccinati. Riaprire le scuole, come posti in cui crescere, deve essere la priorità. Loro ne hanno bisogno. Glielo dobbiamo”.