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Lissone, una petizione per salvare il “pratone”. Ma il sindaco Monguzzi ha le mani legate

Lissone si ritrova ad essere la "maglia nera del cemento" e risulta avere il 71,36 % di suolo artificiale. A rischio, adesso, anche una parte del "pratone". La replica del Sindaco.

pratone lissone da petizione

Giù le mani dal “pratone”, il polmone verde della città. E’ un grido trasformato in firme quello dei cittadini di Lissone, che sulla nota piattaforma Change.org hanno lanciato pochi giorni fa una petizione per salvare l’area verde compresa tra le vie San Giorgio, Don Bernasconi e Fausto Coppi. Un’area prossima ad importanti interventi edilizi, conseguenze di decisioni politiche prese quasi 10 anni fa, che rischiano ora di compromettere una delle poche aree verdi in città.

Mentre la petizione continua a crescere (conta ad oggi oltre 1300 firmatari), a prendere le distanze dal progetto è anche l’attuale amministrazione che in una nota ha comunicato di non avere mezzi per intervenire e che “la responsabilità di quelle scelte appartiene a chi ha governato questa città prima del 2012”.

Monguzzi: “Nessun potere per annullare la decisione presa”

Rischia di scomparire una parte del parco di Lissone e il timore vero è che non si possa fare niente per impedirlo. Ad autorizzare  ulteriori interventi edilizi in quell’area è infatti il Piano integrato d’intervento numero 15 che concede volumetria anche in zona RU3, dove con decisione del Consiglio Comunale del 29 settembre 2011 è stato approvato un Piano che consente entro il 2024 all’operatore di costruire ulteriori metri cubi di volume. Attualmente, è stata presentata una richiesta di permesso di costruire per un edificio di 5 piani per una volumetria di 4.566 metri cubi.

“L’attenzione alla riduzione del consumo di suolo è dimostrata nei fatti dai due mandati amministrativi che hanno preso il via dal 2012, come dimostrano scelte coraggiose assunte dall’attuale e dalla precedente Amministrazione Comunale in fortissima discontinuità col passato. Vi sono però dei diritti concessi ai privati prima del 2012 che il Comune non può in alcun modo né ledere, né limitare – spiegano in una comunicazione ufficiale il Sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi, e l’assessore alla Pianificazione territoriale, Antonio Erba. – Nelle scorse ore ci siamo confrontati con le promotrici della petizione on-line che ci sentiamo di sottoscrivere nell’intento, ma il Sindaco o la Giunta non hanno il potere per annullare una decisione presa dal Consiglio Comunale, seppur assunta nel 2011. Nell’area, rimangono ancora alcune migliaia di metri cubi di volumetria a disposizione degli operatori, un diritto inalienabile che scadrà nel 2024. È questa la dimostrazione di come la pianificazione territoriale abbia un riflesso nel medio e nel lungo periodo e possa comportare degli impatti sul territorio anche in momenti molto successivi a quelli dell’approvazione”.

“La mia Amministrazione Comunale ha messo in atto tutti gli strumenti possibili per contrastare in maniera significativa il consumo di suolo e salvaguardare il territorio della città di Lissone – aggiunge il Sindaco – . Laddove era possibile intervenire, lo abbiamo fatto.”

Un tentativo per salvare il “pratone” la prima giunta Monguzzi lo aveva già provato. L’Amministrazione Comunale nel 2013 aveva infatti preso la decisione di annullare il piano dichiarandolo decaduto, ma il Tar Regionale aveva invece accolto il ricorso dell’operatore annullando la delibera che cancellava il piano.

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