Politica

Giovani e droghe, cresce il consumo anche a Monza. Il dibattito accende il consiglio

Un mercato, quello degli stupefacenti, che oggi, complice anche la pandemia, vede tristemente crescere la domanda tra soggetti minori. 

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Droga e giovani: l’uso di sostanze illegali tra gli adolescenti è in costante aumento anche a Monza. Un mercato, quello degli stupefacenti, che oggi, complice anche la pandemia, vede tristemente crescere la domanda tra soggetti minori. 

Il problema è stato al centro del consiglio comunale di ieri, che ha visto la partecipazione di Don Gino Rigoldi, Presidente di Comunità Nuova Onlus e cappellano dell’Istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria” di Milano, del Prof. Massimo Clerici, psichiatra e direttore del dipartimento salute mentale e dipendenze della ASST – Monza, della Dott.ssa Renata Nacinovich, neuropsichiatra infantile e direttore della neuropsichiatria infantile della ASST –  Monza, del Dott. Giovanni Luca Galimberti, psichiatra, direttore del servizio dipendenze della ASST Monza, del Questore di Monza, Michele Sinigaglia e del Preside dell’Istituto Mosè Bianchi Guido Garlati.

IL RITORNO DELL’EROINA

Nel 2019, nella popolazione generale tra i 15 e i 24 anni, il 28% dei ragazzi e il 19 % delle ragazze ha assunto nell’ultimo anno una sostanza stupefacente illegale.  Nei ragazzi tra i 15 e i 19 anni il 34% ne ha fatto uso almeno una volta. Il 5% in modo frequente. Il 2% non sa neppure cosa usa.

Sempre tra i 15 i 19 anni la cannabis fa la parte del leone, il 3% ha usato cocaina e l’1.2% eroina, che sta iniziando a riprendere piede. Questi sono i dati nazionali forniti all’aula dal Dott. Giovanni Luca Galimberti, psichiatra, direttore del servizio dipendenze della ASST Monza. A Monza le percentuali corrispondono.

Il Sert di Monza ha visto negli ultimi 4 anni un aumento costante degli utenti giovani: tra i 14 e i 21 anni, e tra i 21 e i 26. Nel 2017 sono stati in cura 109 ragazzi, nel 2019 ben 182. Le sostanze più interessate sono i cannabinoidi, anche se cocaina e oppiacei sono usati in maniera significativa. Il 10% dei ragazzi che giungono al Sert consumano già cocaina ed eroina. Negli ultimi 10 anni si è assistito ad un processo di normalizzazione, dove vengono banalizzate le conseguenze e per molti ragazzi fumare le canne è assolutamente normale. E’ cambiata anche l’offerta, la disponibilità, le droghe seguono la moda. Ora ci sono sostanze di ogni tipo, chimiche, un mercato enorme e una facilità anche nel reperirle” spiega il dottore.

L’approccio è come al supermercato: chi vuole trova tutto, lo trova comunque e a prezzi assolutamente bassi. Sono politiche delinquenziali di spaccio difficilmente contrastabili. E’ cambiato anche il modo d’uso: prima l’eroina era il “buco” ora viene spinta la modalità del fumarla e questo ha molto appeal sui giovani e creano dei danni terribili. Le famiglie disperate sono tante, troppe. Credo che la cosa più difficile da affrontare per dei genitori con figli dipendenti da stupefacenti, sia la solitudine, quel sentimento misto a vergogna che li porta a un certo punto, per disperazione a rivolgersi alle Forze dell’Ordine. I ragazzi hanno bisogno di ricevere dei no e il mondo adulto deve recuperare il suo ruolo. Con i genitori cerchiamo di portarli a recuperare il ruolo educativo perduto. Il mondo cambia velocemente e i servizi devono cambiare con esso. Non si lavora più come 30 anni fa e dunque ben vengano i progetti preventivi di oggi”.

AUTOLESIONISMO IN AUMENTO

“Ad oggi ci preoccupa l‘aumento dei casi di tentati suicidi e episodi di autolesionismo tra i giovani, a volte associati anche all’uso della droga ed ingestione di farmaci.  Altro aspetto cresciuto in questo periodo quello dei disturbi alimentari, non solo nelle ragazze come si può genericamente pensare” ha spiegato la Dott.ssa Renata Nacinovich, neuropsichiatra infantile e direttore della neuropsichiatria infantile della ASST –  Monza.

Dati allarmanti anche quelli portati in aula dal Prof. Massimo Clerici, psichiatra e direttore del dipartimento salute mentale e dipendenze della ASST – Monza “In tempo di pandemia i nostri servizi sono rimasti sempre aperti, e il 57% di chi si è presentato nel nostro ps  ha manifestato problematiche per uso di sostanze. La maggior parte non sono necessariamente persone già in carico ai nostri servizi e solo il 5 % vi ci arriva. Questo perchè sono poco attrattivi e spesso rivolti principalmente alla fascia adulta”.

VIOLENZA E BABY GANG

A preoccupare però sono anche gli episodi di estrema violenza che riempiono le pagine della cronaca cittadina. Ultimo, in ordine cronologico, la rissa a Desio dove è comparso persino un machete. “A queste problematiche l’approccio deve essere molteplice. Tra aprile e giugno 2019 abbiamo portato a termine l‘operazione GTA di una ferocia inaudita. Questi episodi bisogna ricordali perché è vero che la pandemia influisce ma l’emergenza giovanile è purtroppo presente da una decina di anni. Fenomeni amplificati dai social network che possono avere anche un uso distorto. Altro fenomeno che ci sta preoccupando è la malamovida, che nulla ha che vedere con la socialità sana, ma che spesso ha l’alcol come fattore scatenante.- ha aggiunto il questore di Monza, Michele Sinigaglia.

RELAZIONI SOCIALI E FAMIGLIA

Per Don Gino Rigoldi: “Gli adolescenti sempre più di frequente hanno la paura di essere inadeguati. C’è un grande senso di solitudine e le famiglie spesso, in queste occasioni, non sono un riferimento certo per il proprio futuro.

Della stessa opinione anche Guido Garlati:  “Credo fortemente nella centralità della relazione tra gli insegnati e i giovani. Solo chi crea relazioni può far passare degli insegnamenti, dei messaggi positivi. La situazione attuale sta fortemente condizionando i nostri adolescenti: tendono sempre più a staccarsi dalla vita reale, si chiudono in sé stessi. Oggi i ragazzi hanno bisogno di essere stimolati perchè la tendenza è di restare nella loro stretta cerchia di relazioni. La chiusura delle scuole ovviamente peggiorerà le cose: i ragazzi torneranno nella sola dimensione casalinga e in rapporti virtuali“.

LE REAZIONI DELL’AULA

Proposte e suggerimenti sono giunti dai consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza. Progetti educativi, centri di ascolto, potenziamento delle strutture esistenti. Molto è stato fatto, ma tanto si deve ancora fare per creare una rete solida di appoggio per le nuove generazioni.

Tra coloro che più volte hanno sollevato in aula il problema della diffusione delle droghe pesanti tra i giovani, il capogruppo di Civicamente, Paolo Piffer: “Il consiglio comunale è andato esattamente come temevo, da parte della politica solo molta retorica, poche proposte concrete e nessuna autocritica. Se non si ammette di aver sbagliato si continuerà a commettere gli stessi errori. Tutti i tecnici presenti hanno ribadito i concetti che provo a portare in aula da anni, se vogliamo provare a governare il fenomeno delle dipendenze tra i giovani dobbiamo cominciare ad ascoltarli davvero e a costruire relazioni. La strada è l’educazione e non la repressione. Dobbiamo investire nella prevenzione. Anni di politiche giovanili praticamente inesistenti ci hanno portato dove siamo ora, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I giovani monzesi sono in assoluto le vittime più colpite dall’incompetenza di certi assessori, e la Pandemia poi ha fatto tutto il resto. Gli stessi che si sono dimenticati dei giovani ora vorrebbero aiutarli, ma non li conoscono e non li capiscono. Sono sinceramente preoccupato per la mia città, perché le cose stanno andando male ma governando in questo modo, presto,  potrebbero andare ancora peggio.

 

 

 

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