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Monza, la Consulta di Triante lancia la petizione: “Un quartiere da salvare”

Il documento, che ha raccolto oltre 950 firme in meno di una settimana, è indirizzato al sindaco e all'assessore Sassoli. Diversi i nodi: dall'ex Buon Pastore alle aree agricole fino alla mancanza di servizi.


Realizzare il Parco di viale Europa, previsto dal vecchio PGT (Piano Governo del Territorio) del 2017, non cedere le due aree verdi di via Meda e quella agricola situata tra via Macallè e via Gondar, introdurre nuove piste ciclabili. Sono queste alcune delle richieste principali che la Consulta di Triante, attraverso una petizione, indirizza direttamente al sindaco di Monza, Dario Allevi e all’assessore comunale all’Urbanistica, Martina Sassoli.

Il documento, a firma di Rita Caldarelli (nella foto in basso) e Gianpiero Villa, coordinatori della Consulta di Triante e Bruno Troja, cittadino membro del medesimo organismo cittadino, arriva a pochi giorni dal dibattito pubblico on line promosso da ambientalisti e Comitati cittadini ed incentrato sui gravi pericoli, a loro dire, di uno sviluppo urbanistico ed infrastrutturale che sarebbe orientato all’ulteriore consumo di suolo e al sacrificio degli spazi verdi ancora esistenti in una delle zone più ricercate e rinomate della città.

“Il nuovo progetto di viale Europa, l’abbattimento degli alberi in via Pizzagalli sono stati i due elementi scatenanti le proteste dei cittadini, che si stanno rendendo conto che nel nostro quartiere non esistono servizi come piste ciclabili, centri aggregazioni giovani e anziani, una piazza, altri giardini pubblici ed orti – afferma la coordinatrice della Consulta di Triante – con la nostra petizione vogliamo sensibilizzare il quartiere, oltre al resto di Monza, su quanto sta accadendo. Gli spazi verdi continuano a diminuire, al contrario di edilizia residenziale e supermercati”.

LE PROSPETTIVE

Uno dei simboli di questa battaglia, che contrappone questa parte di residenti all’amministrazione comunale monzese, accusata di “condurre una rigenerazione urbana e territoriale che favorirebbe l’inquinamento e i cambiamenti climatici” afferma Caldarelli, sono i circa 30mila metri quadri dell’area dell’ex-Buon Pastore, un sito vincolato dalla Soprintendenza e comprendente anche un parco secolare.

“Il progetto (quello della proprietà, la Bp Real Estate srl, presentato nel gennaio 2019 e poi più volte rivisto, Ndr) prevede 3 edifici residenziali per un totale di circa 240 appartamenti e 350 box, con un consumo di suolo di 5913 mq” si legge nel testo della petizione “Triante-Un quartiere da salvare”. Che ricorda anche il Programma integrato di intervento dell’ex Colombo in piazzale Virgilio “dove si prevede anche una media struttura commerciale, oltre a diversi permessi di costruire convenzionati in diverse piccole aree del quartiere”.

Sul fronte ambientale le condizioni attuali del quartiere Triante, secondo i promotori del documento rivolto al sindaco di Monza e all’assessore Sassoli, che noi di MBNews abbiamo provato ripetutamente a contattare in questi giorni per un commento o una replica, per i quali restiamo sempre disponibili, sono preoccupanti.

“Triante attualmente conta circa 15.000 abitanti su una superficie di circa 2 kmq, con un’alta densità abitativa (circa 8000 abitanti/kmq) – si legge nella petizione, che in quasi una settimana ha raccolto oltre 950 firme – è sempre stato caratterizzato da ampie aree verdi, pubbliche o private, alcune agricole, ma negli ultimi anni si è assistito ad un impoverimento di queste aree e al loro posto sono sorti e sorgeranno edifici residenziali o aree commerciali. Il verde pubblico o privato è in continua diminuzione ed è inferiore ai 3 mq a testa, molto al di sotto della media dei 9 mq richiesti dalla normativa”.

L’attenzione di associazioni ambientaliste, Comitati e Fridays for Future è anche sul manifesto del “Green City Network”, una dichiarazione in dieci punti per l’adattamento climatico a cui il Comune di Monza ha aderito nel luglio 2019. “Non è sufficiente far parte del Green City Network se poi non si seguono le linee guida – afferma Caldarelli – sappiamo che questa pandemia è legata ai cambiamenti climatici, all’inquinamento. A Monza cosa si sta facendo? Si sta aumentando il consumo di suolo e non si prevedono progetti per aumentare spazi verdi o migliorare la mobilità (trasporti pubblici e piste ciclabili). Anzi, vengono messe in vendita le poche aree verdi pubbliche”.

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