Economia

Contratto multiservizi, Filcams Cgil MB: “Il rinnovo manca da 8 anni, le imprese ci ascoltino!”

In un'intervista la sindacalista Laura Lautieri spiega qual è lo stato della trattativa con le aziende del settore pulizie e servizi integrati. E i motivi che lasciano in apprensione anche i circa 30mila lavoratori del nostro territorio.

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La vita, quella personale, sociale, economica e culturale, per molti era diversa soltanto se si guarda indietro a poco più di un anno fa, prima del Covid-19. Figuriamoci, allora, quante cose sono successe se pensiamo ad un periodo di 8 anni, tanti quanti sono passati dalla scadenza dell’ultimo Contratto nazionale collettivo del settore multiservizi.

I lavoratori e le lavoratrici delle pulizie e dei servizi integrati, che tutti i giorni, anche in piena pandemia, permettono di utilizzare in sicurezza ospedali, scuole, uffici, banche ed aziende, stanno attendendo da quasi 6 anni che si concluda il negoziato aperto tra le imprese e le organizzazioni sindacali.

“L’emergenza pandemica ha evidenziato ancor di più l’importanza del lavoro di queste lavoratrici e lavoratori, che hanno bisogno del riconoscimento del loro lavoro, dei loro diritti, della loro dignità, attraverso il rinnovo del Ccnl – afferma, in quest’intervista ad MBNews, Laura Lautieri (nella foto in basso) della Filcams Cgil di Monza e Brianza – con il Covid, molte imprese hanno aumentato i loro fatturati, ma di fatto stanno impedendo il rinnovo del Ccnl”.

Lautieri, qual è lo stato di una trattativa che oltre 600mila lavoratori e lavoratrici in tutta Italia stanno seguendo con trepidazione da anni?

Dopo la grande mobilitazione dello scorso ottobre, culminata con la manifestazione nazionale del 21, di fronte alla persistente resistenza delle associazioni datoriali al rinnovo del Ccnl, il 13 novembre scorso, il settore delle pulizie/servizi integrati ha proclamato un partecipato sciopero nazionale. Questo ha riaperto il dialogo tra le parti che si era interrotto a settembre dopo mesi di incontri inconcludenti.

Sono state raggiunte intese su materie importanti come la salute, la sicurezza, la contrattazione integrativa, il contrasto alla violenza e i congedi per le donne vittime di violenza. Ora ci aspettiamo un cambio di passo nelle impostazioni delle associazioni datoriali, la cui mediazione è fondamentale per riportare le aziende al tavolo delle trattative e per dare una risposta economicamente dignitosa per il salario. Intanto sul fronte sindacale, a livello regionale, stiamo organizzando una serie di assemblee da remoto per aggiornare i lavoratori e le lavoratrici sullo stato delle cose.

Quali sono in questo momento gli ostacoli principali alla conclusione del rinnovo del Ccnl dei multiservizi?

Sono 3 le tematiche su cui è ancora necessario trovare l’accordo. La malattia, con le imprese che vorrebbero ridurle e non riconoscere il pagamento di 3 giorni di assenza. C’è poi il salario per il quale i datori di lavoro non sembrano disposti a riconoscere l’una tantum. Infine c’è la questione banca ore, una sorta di flessibilità in parte gratuita che si pretenderebbe sui supplementari e gli straordinari accumulati dai lavoratori e dalle lavoratrici.

Quali sono i numeri del settore multiservizi a Monza e in Brianza?

Difficile dirlo con sicurezza, anche perché parliamo di un comparto in cui, oltre ad un salario dignitoso, spesso mancano diritti e tutele contro la precarietà. Sulla base di una stima possiamo dire che nei Multiservizi nella nostra provincia lavorano tra i 20 e i 30mila lavoratori che, come nel resto d’Italia, stanno subendo un danno economico importante per il mancato rinnovo del contratto collettivo. Negli ultimi anni di crisi, inoltre, il settore ha visto continui tagli sulle ore di lavoro e di conseguenza sulle retribuzioni di ciascun lavoratore.

La trattativa sul Ccnl multiservizi si inserisce nella più generale tematica del rinnovo dei Contratti collettivi nazionali. Qual è la posizione della Filcams Cgil di Monza e Brianza su questo punto?

Bisognerebbe risolvere il problema delle regole per assorbire in via legislativa le indicazioni delle parti sociali sugli accordi interconfederali di rappresentanza. Ci vuole un sistema che regoli i rapporti di lavoro e i principi su cui la contrattazione deve muoversi. Questo permetterebbe di ottimizzare i tempi e l’efficacia delle trattative ed impedirebbe la proliferazione dei contratti che attualmente è ancora molto forte in Italia.

 

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