Economia

Cinquant’anni di gestione: anniversario per la Casa del Formaggio, il negozio più antico di Monza

Massimo Mantovani, l'attuale proprietario, ha raccontato a MBNews la storia del negozio più antico di Monza.

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Se non ci siete mai stati, se non l’avete mai notato passeggiando per il centro di Monza, è arrivato il momento di scoprirlo: stiamo parlando della Casa del Formaggio. Esiste dal lontano 1902 ed è il negozio più antico della città, nonché l’ultimo esercizio di alimentari presente su via Italia. Lo scorso 28 febbraio 2021 ha festeggiato 50 anni con la stessa gestione. Nel corso di oltre un secolo è stato gestito soltanto da 3 proprietà. L’attuale, è la più longeva.

Tra arredi originali degli anni ’70, esportazioni pionieristiche del Castelmagno fuori dai confini del Piemonte e consegne a domicilio per fronteggiare la pandemia, La Casa del Formaggio ha saputo resistere all’evolversi dei tempi. MBNews ha scelto di raccontarvi la sua storia, al contempo, imprenditoriale e familiare.

50 anni di intensa attività 

“Fino a prima della guerra la Casa del Formaggio è stata di proprietà di un certo Mantovani, in sostanza un nostro omonimo, che però non ha alcun grado di parentela con noi, poi dal dopo guerra e fino al 1971 ci sono stati i Locatelli. Da costoro, mio papà ha acquistato l’esercizio e da allora ci siamo stati noi, con il socio Marconi, scomparso ormai 5 anni fa. Siamo la proprietà più longeva della Casa del Formaggio”, spiega Massimo Mantovani, l’attuale proprietario, che ha iniziato a lavorare in negozio, a fianco del padre, nel 1982.

“Da 50 anni a questa parte, la Casa del Formaggio è rimasta praticamente identica con gli stessi arredi degli anni ‘70, fatta eccezione per il bancone frigo, che abbiamo vinto nell’ambito del Concorso Vetrine 1977, indetto in Svizzera. In quell’occasione, avevamo creato un’auto della Formula 1 con formaggi e salami, in onore del Gran Premio di Monza. Diciamo che ci ha portato fortuna!”.

Le difficoltà del centro storico e la pandemia

Da allora si sono susseguiti decenni di intensa attività, a un certo punto però, le cose hanno iniziato a cambiare: “Un tempo, in via Italia, c’erano tutti gli alimentari, il macellaio, il fruttivendolo, quindi le persone venivano qui e facevano tutta la spesa. Poco alla volta sono scomparsi. Ora siamo rimasti gli unici e questo chiaramente ci penalizza. Dallo scorso anno poi, con l’arrivo della pandemia, con il lockdown e le successive zone rosse, noi qui in centro siamo rimasti isolati: molti dei nostri clienti arrivano dalla Brianza e non potendo spostarsi nel weekend, per lungo tempo non si sono visti”.

Massimo però, non si è perso d’animo e per fronteggiare le difficoltà indotte dalle restrizioni, ha pensato di implementare qualche consegna a domicilio: “Ho iniziato a portare i formaggi a casa dei nostri concittadini, in particolare quelli anziani e devo dire che così ho recuperato almeno una parte del fatturato. Si sono anche aggiunti clienti nuovi, che non avevo mai visto prima in negozio e che poi hanno continuare a venire, non appena il lockdown è terminato. Durante l’estate fortunatamente abbiamo aggiunto un’altra fetta di fatturato, ma quello che ci preoccupa ora è l’ennesimo ingresso in zona rossa”.

I primi a esportare il Castelmagno dal Piemonte

La storia della Casa del Formaggio oltre a essere ultradecennale è anche ricca di aneddoti interessanti. Ce n’è uno in particolare, che è davvero curioso e degno di nota: “Nel 1973, il sindaco del Comune di Castelmagno, ci ha donato una targa, perché all’epoca siamo stati i primi a esportare questo formaggio fuori dai confini del Piemonte. Io ero piccolino e ricordo che ho accompagnato mio papà a Castelmagno a prendere il formaggio. All’epoca nessuno lo conosceva, poi nel corso degli anni è diventato piuttosto popolare e ora diciamo che ha una produzione quasi industriale”.

Negozi come la Casa del Formaggio sono un patrimonio di inestimabile valore, per l’economia e la memoria storica cittadina. Non perdiamoli mai di vista!

 

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