Politica

Vimercate, atto finale per il recupero del vecchio ospedale. Sartini: “Abbiamo raddoppiato la parte pubblica”

E' pronto l'atto integrativo con opere e servizi pubblici da realizzare con l'operazione urbanistica più grande della città

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E’ arrivata all’atto finale la revisione dell’accordo per la riqualificazione dell’area del vecchio ospedale e, dopo 12 anni, può chiudersi la fase politica dell’operazione urbanistica più grande e importante di Vimercate, dal valore stimato intorno ai 300 milioni di euro, per passare a quella tecnica. Alla fase in cui gli operatori potranno presentare i piani di intervento per ottenere i permessi di costruire e quindi far partire nei prossimi anni i cantieri che cambieranno il volto della città, intervenendo su un’area di 135 mila metri quadrati che dal centro storico, passando dall’ex Consorzio agrario ed ex cava Cantù, arriva a ridosso della tangenziale.

Venerdì 19 febbraio è stato comunicato che è stato firmato da tutti i soggetti coinvolti l’atto integrativo all’accordo di programma del 10 luglio 2019, quando si era raggiunta un’intesa tra Regione e Asst Vimercate, come proprietari delle aree pubbliche del vecchio ospedale, gli operatori delle aree private (Devero Costruzioni spa, Eldap srl, Leader srl e Castello Sgr spa) e il Comune per rivedere l’accordo di programma originario firmato nel 2009. In particolare la revisione ha riguardato la modifica di opere e servizi previsti nella parte pubblica dell’operazione, tutte azioni oggetto dell’atto integrativo appena raggiunto.

E’ un documento che è stato sottoscritto dal direttore generale di Asst Brianza Nunzio Del Sorbo, dal sindaco di Vimercate Francesco Sartini e dall’assessore regionale Fabrizio Sala e che, entro 30 giorni, deve passare all’approvazione definitiva dell’Amministazione regionale e del Consiglio comunale. Per la Regione già lunedì 22 febbraio l’atto integrativo dell’accordo sull’area del vecchio ospedale di Vimercate sarà all’ordine del giorno della riunione della Giunta Fontana, mentre per il municipio è il Consiglio comunale ad avere competenza per l’urbanistica ed è previsto che venga convocata una seduta per la votazione entro il 15 marzo.

L’area di 135mila metri quadrati del vecchio ospedale, ex Consorzio agrario ed ex cava Cantù

Nei contenuti, l’atto integrativo aggiorna l’insieme delle opere e dei servizi della parte pubblica e, per quanto riguarda quelli di cui è titolare l’Asst Brianza, vengono confermate le 2 nuove costruzioni: il futuro PreSst (Presidio socio sanitario territoriale con anche il nuovo Cps, il centro psico-sociale) un edificio che riporterà in centro città ambulatori e servizi sanitari dal valore di 5 milioni di euro per una superficie lorda di 4.000 metri quadrati, e le cosiddette “Residenze Protette”, quindi una struttura socio-assistenziale che di 3.000 metri quadrati. E’ di proprietà dell’Asst anche lo storico palazzo delle ex Medicine lungo via Cereda, un edificio da 4.800 metri quadrati che sarà recuperato e destinato a ospitare altri servizi pubblici ancora da decidere.

Riguardano invece il municipio la costruzione del nuovo teatro comunale, struttura ipogea da 1.500 metri quadrati dal valore di 3,38 milioni di euro, che sarà collegato con l’ex Cappellania, l’ex chiesa di 700 metri quadrati da destinare ad attività culturali per cui è previsto un intervento di ristrutturazione dal costo di 707mila euro. Nella stessa area sono previsti due parcheggi interrati ad uso pubblico dal valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro, così come fanno parte del pacchetto pubblico il recupero degli spazi in superficie con la piazza tra l’ex Villa Gerosa e le ex Lavanderie.

“Questo atto integrativo – spiega il sindaco Francesco Sartini – è una variante all’accordo del 2009, poi adottato dalla precedente Amministrazione nel 2016, che aumenta le parti di interesse pubblico fino a raddoppiare i volumi degli spazi che saranno al servizio di Asst, Regione e Comune: da 21 mila metri cubi previsti con il vecchio accordo, si passa a oltre 40 mila metri cubi di strutture pubbliche. Con questo passaggio troviamo l’equilibrio a un piano che come era stato pensato nel 2009 non era sostenibile e arriviamo a bilanciare la parte pubblica e quella privata”.

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