Cultura

Cinema e spettacoli, ancora giù il sipario. Voce ai teatri MB: “Il web non è tutto: pronti a tornare”

I luoghi di cultura in Brianza si sono arresi? La risposta è no, ma un po' d'amaro in bocca resta. Perché nonostante eventi online e nuove tipologie di interazione niente è ancora in grado di sostituire il contatto diretto. 

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Sono passati oltre cento giorni dal fatidico stop, più di tre mesi senza alzare il sipario e senza film in sala. E ad essere sinceri è quasi un anno che il mondo della cultura e dello spettacolo è appeso a un filo, in bilico tra brevi riaperture con presenze contingentate e chiusure pensate per contenere l’emergenza Covid-19.

Oggi, dopo un anno di mancati incassi, spettacoli annullati e numeri neri per il settore, a cercare di sbloccare la situazione è Regione Lombardia, che ha chiesto al Governo tramite i suoi assessori Letizia Moratti (welfare) e Stefano Bruno Galli (cultura) la riapertura dei teatri e delle sale cinematografiche alla luce dei dati dell’andamento epidemiologico e della necessità di scongiurare la crisi del settore dello spettacolo e dell’intrattenimento, ma anche soprattutto a tutela del valore della cultura.

“Teatri e cinema, insieme con i musei il sabato e la domenica – rimarcano Moratti e Galli – possono e anzi devono essere riaperti, pur con tutte le misure di prevenzione che garantiscano un distanziamento in totale sicurezza, e nel rispetto del coprifuoco fissato per le ore 22. Ridiamo vitalità alla cultura nelle nostre città, consentendo ai giovani, alle famiglie e a tutti i cittadini nel complesso di riappropriarsi di momenti di arricchimento culturale e di socialità. Solo facendo leva sui luoghi della cultura, che costituiscono un presidio territoriale fondamentale, è possibile ricostruire le nostre comunità”.

Ma cinema e teatri in Brianza si sono arresi? La risposta è no, ma un po’ d’amaro in bocca resta. Perché nonostante eventi online e nuove tipologie di interazione, niente è ancora in grado di sostituire il contatto diretto.

Teatro Manzoni: “L’esperienza in sala? Unica” 

“Il teatro è l’arte del qui ed ora: vedere uno spettacolo è viverlo con una certa ritualità e in condivisione con altri – spiega a MBNews Paola Pedrazzini, direttore artistico del Teatro Manzoni di Monza. – Penso che in qualche modo il digitale tradisca il linguaggio stesso. In questi mesi il nostro lavoro è stato un continuo “costruire e ricostruire” la stagione, in base ai DPCM e alle ordinanze regionali: ma se ce lo permetteranno saremo pronti a tornare in presenza, ovviamente tenendo conto che la salute e la sicurezza sono la cosa più importante. In questo ultimo anno non siamo stati soli: l’Assessore alla Cultura, Massimiliano Longo, ci è sempre stato di supporto, con la consapevolezza che il teatro è in grado di costruire una comunità solida che condivide passioni e valori. Ci piacerebbe che la situazione si sbloccasse anche per ritornare a fare le numerose attività che facevano con i ragazzi delle scuole: è un pilastro importantissimo del nostro lavoro e non vediamo l’ora di tornare in presenza anche con loro”.

Binario 7: “Il web è esploso, ma sogniamo la riapertura” 

“E’ da fine febbraio che siamo in una continua situazione di incertezza – ci spiega Gregory Bonalumi, Teatro Binario 7 – e a parte qualche apertura per il resto abbiamo dovuto dire momentaneamente addio a tantissime nostre attività, tra cui la scuola di teatro. Siamo felici di essere riusciti a portare in scena almeno una nostra produzione nei pochi giorni di apertura del 2020, “La casa degli Spiriti“, che è andata molto bene e ci ha dato speranza. Oggi sono meno fiducioso su una riapertura a breve, ma spero di sbagliarmi. La nostra attività web e social invece è andata davvero bene: la voce del Binario 7 non si è mai spenta, grazie a dirette Facebook, attività web e social. E ovviamente grazie a “Radio Binario 7”, a cui abbiamo molto lavorato e che vanta un ricco palinsesto. E’ una situazione complicata, è innegabile, e sono tante le realtà che stanno soffrendo. Tra quelle “medie” qualcuno ce la farà, qualcuno non ce la farà. Noi siamo battaglieri”.

Villoresi: “Da noi il Teatro d’Asporto”

“Speriamo in una nuova apertura, che sia la volta buona – prosegue Gennaro D’Avanzo direttore del Teatro Villoresi di Monza. – Il teatro è un luogo dove il distanziamento è possibile e lo abbiamo dimostrato: ancora non mi è chiaro perchè si possa andare al supermercato o in tabaccheria, mentre non si può entrare in un museo o in una sala cinematografica. La sicurezza è importante, ma penso che noi del settore abbiamo dimostrato di poter lavorare bene, anche da questo punto di vista. Ho l’impressione che il mondo della cultura sia stato messo da parte: pochi ristori e tante chiusure. Tuttavia, non ci siamo mai arresi: al Villoresi abbiamo anche fatto il “Teatro d’Asporto“, studiando un piano di piccoli incontri settimanali. Ha funzionato e penso abbia portato anche gioia nelle persone che hanno deciso di aderire: un momento per sentirci ancora vicini”.

Excelsior: “La riapertura? Pensiamo già all’arena estiva”

“La nostra è una comunità di volontari – ci spiegano dall’Excelsior Cinema & Teatro di Cesano Maderno. – Nell’ultimo anno ci siamo un po’ reinventati con i social, anche se appena abbiamo avuto l’occasione abbiamo riaperto con il cinema estivo, a luglio, agosto e metà settembre a Palazzo Borromeo. La voglia di ripartire adesso c’è, sia per i nostri spettatori, sia per i volontari. Ma siamo cauti: la programmazione la stiamo immaginando concretamente in estate. Durante il lockdowm abbiamo fatto tante iniziative, ci piace ricordare il cinema a domicilio: un’idea anche semplice, che consisteva nell’indicare un film che potevano recuperare online facilmente e poi vederlo tutti insieme, seppur a distanza grazie ad una diretta Facebook. Abbiamo avuto un buon seguito e anche belle soddisfazioni”.

Cineteatro Nuovo Arcore: “Spettacoli online e cineforum: così siamo vicini alla comunità”  

“Aspettiamo notizie – aggiunge Gianni Spinelli, direttore artistico del Cineteatro Nuovo di Arcore – e personalmente penso che le condizioni per riaprire ci siano tutte: in una sala grande, con presenze contingentate, mascherine e igienizzanti i rischi dovrebbero essere al minimo. In questi mesi non siamo stati con le mani in mano, abbiamo fatto alcune iniziative interessanti. Durante le feste, ad esempio, spettacoli teatrali per i più piccoli, con un discreto successo e oltre 100 famiglie che hanno aderito alle iniziative. Poi, in collaborazione con Acec Milano, abbiamo portato in scena la figura di Hetty Hillesum, una scrittrice nota per i suoi diari scritti nei campi di concentramento. Pur in modalità digitale abbiamo raggiunto circa 350 persone. In cantiere ora c’è un cineforum, con brevi presentazioni a cura di un critico cinematografico. Mi rendo conto che non è come stare in presenza, eppure è il nostro modo per sentirci vicini alla nostra affezionata comunità”.

“Aprire? – conclude Spinelli. – Resto ottimista: le condizioni per i cinema ci sono già da ora, secondo me. Forse per il teatro è più difficile: con la riduzione della capienza, ad oggi i nostri 450 abbonati non potrebbero stare tutti in sala e i costi di produzioni importanti sono significativi. E’ più difficile sì, ma speriamo presto di poter tornare ad alzare su il sipario”.

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