Economia

Cassa Integrazione 2020: Milano e Brianza quasi 312 milioni di ore

MBNews ha approfondito i dati insieme a Enzo Mesagna, segretario, con delega al mercato del lavoro della Cisl Monza Brianza Lecco.

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Con gli ultimi dati del mese di dicembre 2020, l’Inps ci restituisce i valori della Cassa Integrazione di tutto il 2020: se in Italia le ore autorizzate sono state poco meno di tre miliardi, in Lombardia un miliardo e cento, nelle sole provincie di Monza e Brianza e Milano hanno sfiorato i 312 milioni.

“Per la precisione, 311 milioni 510.167 a fronte di 13 milioni 071.925 di tutto il 2019. Un incremento quindi esponenziale, se poi si aggiunge il fatto che in questi numeri non sono conteggiate le ore di cassa integrazione del fondo Fis, delle aziende con meno di 15 dipendenti ma più di 5 (prevalentemente il commercio), del mondo dell’Artigianato (Fspa) e quelle del mondo agricolo (Cisoa), è evidente che stiamo parlando di un monte ore totale davvero elevato”, spiega Enzo Mesagna, segretario, con delega al mercato del lavoro della Cisl Monza Brianza Lecco.

“Il trend della cassa integrazione ovviamente ripercorre un po’ l’andamento oscillante della pandemia, si registra quindi uno scarso utilizzo nei primi tre mesi del 2020, una vera e propria esplosione ad aprile e maggio, poi un calo costante verso l’estate e infine una nuova risalita verso la chiusura dell’anno. I settori più colpiti sono il manifatturiero ma anche il mondo legato terziario, ovvero turismo, la ristorazione, il commercio”, spiega Mesagna.

Sì alla proroga del blocco dei licenziamenti

“Questi numeri sono un segnale inequivocabile del fatto che evidentemente non siamo ancora fuori pericolo pandemia. Considerato questo scenario, riteniamo che sia fondamentale prorogare il divieto di licenziamenti, sbloccarli ora significherebbe buttare benzina sul fuoco e oggi non ce lo possiamo permettere. Una parte di questo scotto peraltro, l’abbiamo già pagato, perché non dimentichiamolo, in tante situazioni le aziende hanno fatto scadere, laddove presenti, tutti i contratti a termine senza rinnovarli. C’è poi tutta una fetta di risoluzioni del rapporto di lavoro, frutto di soluzioni condivise tra lavoratori e azienda, per avere accesso alla Naspi”.

Bene gli sgravi contributivi per le assunzioni

“Oltre al blocco dei licenziamenti, bisogna pensare anche a dare una risposta e alle aziende e ai lavoratori con i noti ammortizzatori sociali. Vanno bene anche gli sgravi contributivi, introdotti dalla Legge di Bilancio, per le assunzioni di giovani sotto ai 35 anni e per le donne, a tutti gli effetti, la categoria che maggiormente ha subito gli effetti della pandemia”.

“Le donne sono le più colpite dal punto di vista occupazionale: al terzo trimestre 2020 (gennaio-settembre), rispetto a tutto il 2019, si registra infatti un calo degli avviamenti per quanto riguarda le donne del 23,1%, mentre gli uomini sono calati del 19,7%. Anche confrontando soltanto i terzi trimestri 2020/2019, il calo per le donne è dell’11.4% rispetto al 9.6% degli uomini. Resta dunque, sempre peggiore la situazione femminile. E’ evidente se si pensa al fatto che le donne sono maggiormente impiegate in settori come la ristorazione o l’estetica. La situazione di precarietà non è dissimile nei giovani, dove le assunzioni sono calate, rispetto al 2019, del 27,7% nella fascia 15/24 e del 21,1% nella fascia dai 25/34″.

Bisogna far ripartire l’occupazione

“Gli sgravi contributivi dunque, sono certamente importanti, direi anche necessari, tuttavia, a nostro avviso, bisogna fare qualcosa di più: si deve pensare a come far ripartire l’occupazione. Ancora una volta torniamo a sottolineare che è tempo di dare il via agli investimenti pubblici e alle grandi opere, non solo, è fondamentale incentivare e promuovere gli investimenti privati, creare una sorta di volano positivo che sia in grado di far ripartire l’economia e far balzare verso l’alto i livelli occupazionali”.

“Ovviamente per grandi opere non si intende necessariamente il ponte di Messina, ci sono anche tante altre opportunità valide sul nostro territorio, basti pensare ad esempio all’edilizia scolastica e al dissesto idrogeologico. Sono davvero tanti gli interventi importanti che si potrebbero attuare per dare il via a quel circolo virtuoso che è l’occupazione”.

Foto: Pixabay

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