Sociale

Adolescenti perfetti: è davvero quello di cui la nostra società ha bisogno?

Mi capita, confrontandomi con genitori di ragazzi adolescenti, di ascoltare lamentele su quanto questi siano problematici e di difficile gestione.

adolescenti perfetti

Mi capita, confrontandomi con genitori di ragazzi adolescenti, di ascoltare lamentele su quanto questi siano problematici e di difficile gestione. Altre volte, sempre più spesso, sento invece di figli di cui andare orgogliosi, ragazzi meravigliosi che fanno i compiti, aiutano in casa e che non trasgrediscono mai le regole che i genitori danno loro; anzi, alcuni, sono cosi giudiziosi che non è neppure necessario dar loro un indirizzo, perché già sanno cosa è giusto fare e cosa no.

Un genitore di oggi lavora, corre tra mille impegni quotidiani e si impegna anche per l’educazione dei figli; presente e sempre pronto a controllare questi piccoli esseri umani fin dalla tenera età, grazie anche agli strumenti di connessione, si aspetta che il suo duro lavoro di educatore venga ripagato con risultati eccellenti, risultati che raggiungano target il più possibile vicini a quelli di quei figli perfetti di cui parlavamo sopra.

Quegli stessi genitori che ricordano la loro adolescenza come un’epoca di grandi conflitti famigliari. Chiaramente, in un’era come la nostra dove tutto è in continua evoluzione, ci si aspetta che tutto possa cambiare. Sono cambiate le tecnologie, è cambiato il mondo del lavoro, è cambiata la possibilità di essere connessi l’uno all’altro; ci si può aspettare, quindi, che anche gli adolescenti cambino e non siano più quei terribili mostri che hanno terrorizzato generazioni di genitori da sempre. Ma purtroppo – o per fortuna – ci sono alcune cose che non cambiano.

Se osservassimo l’adolescenza in modo più scientifico e meno emotivamente coinvolto, ci accorgeremmo che essa non è altro che un’epoca della vita che racchiude uno specifico compito evolutivo.
Partiamo dal fatto che l’intero arco di vita di una persona è una continua evoluzione, un continuo presentarsi di sfide che possono essere risolte e superate in modo più o meno difficoltoso e, in alcuni casi, anche non superate.
Gli adolescenti sono coloro che, superata l’età infantile, iniziano ad affacciarsi alla potenziale età adulta. Durante l’adolescenza, infatti, si iniziano a ricevere più responsabilità e libertà.

Ma per poter essere adulti bisogna riuscire a costruire un’identità forte, bisogna capire chi si è nel mondo, cosa si vuole fare, quali siano i propri gusti; bisogna insomma costruire un Sè capace di resistere alle intemperie della vita. Per poter fare questo l’unica cosa sensata da fare è provare, sperimentare, mettere in dubbio tutto quello che è stato appreso fino a quel momento. Non è possibile costruire un’identità vera se si ricopia l’immagine che i genitori hanno offerto fino a quel momento. Per poter costruire un Sè forte è necessario il disordine, è necessario rimescolare le carte del gioco, è necessario testare i limiti sulla propria pelle.

Il rischio, se non si supera questo compito evolutivo (diventare mentalmente adulti), è quello di crescere solo anagraficamente. Diventare cioè adulti “non adulti”, incapaci di trovare il proprio posto nel mondo, privi di interessi, incapaci di assaporare il gusto della vita perché inconsapevoli dei propri gusti.

Non dobbiamo essere troppo orgogliosi dei nostri adolescenti perfetti perché probabilmente, a causa del nostro eccesso di controllo e della nostra incapacità di gestire le difficoltà, hanno deciso di rinunciare a sé stessi, preferendo la nostra pace alla loro individualità.

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