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Dad spenta e protesta all’Omnicomprensivo di Vimercate: “Vogliamo la scuola e la vogliamo sicura”

Mattina di manifestazioni al centro scolastico più grande della Brianza per chiedere trasporti adeguati e il ritorno in aula in sicurezza

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Con lo slogan “Vogliamo la scuola e la vogliamo sicura” venerdì 22 gennaio anche gli studenti dell’Omnicomprensivo di Vimercate hanno scioperato. Una mattina di Dad spenta a casa per quasi tutti gli studenti dei quattro istituti vimercatesi Banfi, Einstein, Vanoni e Floriani e, per chi ha potuto, un ritorno in presenza simbolico all’esterno del centro scolastico più grande della Brianza.

Striscioni e cartelli appesi sulla cancellata e un’assemblea improvvisata sotto il portico d’ingresso del centro con una cinquantina di ragazzi e ragazze in rappresentanza delle quattro scuole superiori dell’Omni. “Ci siamo decisi a scioperare quando ci hanno detto che sarebbe stato confermato il rientro in aula al 50% e scaglionato per fasce orarie – spiega Lorenzo Sangalli, uno dei portavoce del liceo Banfi – un sistema che abbiamo già visto che non funziona, non consente di venire a scuola in sicurezza o perché gli autobus sono già strapieni oppure, per chi ha turni come quello delle 9, perché i bus mancano”.

Il potenziamento dei trasporti scolastici è uno dei nodi principali da risolvere per un polo scolastico come l’Omnicomprensivo che, in periodi normali, viene raggiunto quotidianamente da più di 4.000 studenti. “Chiediamo un reale aumento dei mezzi – si legge nel messaggio che annunciava lo sciopero di venerdì diffuso da Calogero Di Caro, altro portavoce del liceo Banfi – e vogliamo che le istituzioni la smettano di prenderci in giro. Il 20% in più di mezzi non è una percentuale adatta. La nostra sicurezza non è tutelata.Il nostro futuro non è tutelato. La nostra istruzione non è tutelata”.

Ma assieme al trasporto scolastico a Vimercate, come nel resto delle scuole superiori d’Italia, l’altro problema da risolvere è quello di garantire un’attività didattica adeguata a tutti. Perché “dopo 10 mesi di emergenza non è più pensabile che possa essere la Dad la soluzione – spiega Lorenzo Sangalli –Abbiamo bisogno di tornare a scuola, con lezioni in presenza il prima possibile e in sicurezza. La didattica a distanza è un surrogato dell’insegnamento, è una misura che può andare bene per un tempo breve, per organizzare la ripresa delle lezioni in sicurezza, e non deve essere sostitutiva dell’attività a scuola”.

Venerdì assieme agli studenti dei quattro istituti vimercatesi c’erano anche alcuni rappresentati dell’Uds di Monza, l’Unione degli studenti che nelle scorse settimane ha realizzato una ricerca tra 820 studenti di 13 diversi istituti della Brianza. “La ricerca dell’Uds dice che il 30% degli studenti in Dad non riesce a seguire le lezioni e a partecipare alle attività della classe – prosegue Lorenzo – In pratica questo primo quadrimestre per molti è stato perso ed è una situazione che non possiamo permetterci che accada  anche per la seconda parte dell’anno. Dobbiamo tornare a scuola e chiediamo alle istituzioni del territorio di investire subito risorse per risolvere i problemi dei trasporti e permetterci di poter venire a scuola in sicurezza”.

Assieme ad alcuni docenti ha solidarizzato con la manifestazione degli studenti dell’Omnicomprensivo anche dal consigliere comunale di Azione Davide Nicolussi che sulla questione dei trasporti scolastici nel vimercatese ha presentato nell’ultimo Consiglio comunale, assieme agli altri gruppi di centrosinistra, un’interrogazione: “Alcune delle conseguenze peggiori di questa epidemia le stanno subendo i ragazzi e penso che ormai si sia compreso come le relazioni umane non possano essere sostituite da sistemi tecnologici – ha commentato Nicolussi -. E’ necessario che le istituzioni garantiscano un ritorno a scuola in sicurezza e, a livello locale, che almeno sia organizzato un sistema di trasporto scolastico adeguato”.

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