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Riapertura scuole superiori in Brianza, i presidi: “Tanta confusione, ma ci siamo”

L'11 gennaio è previsto il ritorno in aula degli studenti, in presenza al 50%. Sempre che non ci siano ulteriori cambiamenti. MBNews ha sentito il parere di alcuni dirigenti scolastici.

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Magari i bookmakers inglesi, capaci di lanciare scommesse perfino sul colore dei cappelli della Regina Elisabetta nelle uscite pubbliche o sull’arrivo degli alieni, stabiliranno una quota anche sulla durata della ormai prossima riapertura in presenza delle scuole superiori, prevista per l’11 gennaio. Perfino i giocatori più esperti, però, farebbero fatica ad indovinare. In ogni caso, almeno, sarebbe un modo per scherzare un po’ su un argomento che, invece, è molto serio, importante e, purtroppo, sempre più preoccupante. Anche a Monza e in Brianza.

SI RIPARTE, MA COME?

Nella situazione paradossale in cui, da un lato non sempre le decisioni del Governo sembrano rispettare l’ormai abusato slogan “la scuola al primo posto” e dall’altro le misure prese da Regioni ed enti locali aumentano la confusione, il 7 gennaio doveva essere la data del ritorno in classe degli studenti delle superiori. Che, invece, fino al 9 gennaio continueranno con la didattica a distanza in tutta Italia. E, poi, dall’11, in Lombardia e in molte altre Regioni, dovrebbero tornare in aula, ma solo al 50%.

Il condizionale è d’obbligo, visto che l’8 gennaio, sulla base dell’ormai noto Rt, l’indice di trasmissibilità del Coronavirus, saranno decisi i colori delle singole Regioni, divise ancora una volta tra gialle, arancioni e rosse. Senza dimenticare che la variabile trasporti, che vede anche la Provincia di Monza e Brianza in prima fila insieme alla Prefettura, può riservare ulteriori, amare, sorprese.

Se questo è il quadro generale, che riguarda nel nostro territorio circa 40 mila studenti, suddivisi nei 58 istituti scolastici di secondo grado organizzati su 70 sedi e distribuiti in 17 Comuni, chi è chiamato a dare le pennellate sulla tela sono i dirigenti scolastici. Che, quasi con la creatività tipica di un’artista, dovranno continuare a trovare soluzioni adeguate alle specifiche situazioni.

MBNews, per capire meglio l’umore di questi giorni del sistema scuola, ha sentito Lucia Castellana, preside del Liceo scientifico “Paolo Frisi” di Monza, Renata Antonietta Cumino, dirigente dell’Istituto professionale statale per i servizi dell’enogastronomia e commerciali “Adriano Olivetti” di Monza, Mariella Rauseo, dirigente del Liceo statale scientifico e classico, “Ettore Majorana” di Desio.

UN CONTINUO TAGLIA E CUCI

“Ci sarebbero voluti prudenza e buon senso – afferma Castellana – è un lavoro immane di rimodulazione e riorganizzazione con banchi che vengono tolti e aggiunti, circolari che rettificano le precedenti e cambiamenti sempre all’ultima ora”. L’evidente sconforto non aleggia solo dalle parti del Frisi. E’, anzi, un sentire comune in questi giorni che normalmente segnano l’inizio della seconda parte dell’anno scolastico dopo le tradizionali festività natalizie.

“Comprendiamo le difficoltà, ma in questo momento il problema è che le apparenti nostre incertezze generano dubbi e confusione in tutte le componenti del sistema scuola, dagli studenti alle famiglie fino agli insegnanti – sostiene Cumino – è un susseguirsi di fare e disfare, nemmeno per l’11 gennaio possiamo essere sicuri di quello che succederà”. “Le notizie dell’ultimo momento ci mettono in difficoltà con l’utenza che deve organizzarsi per acquistare biglietti o abbonamenti per i mezzi di trasporto – spiega Rauseo – mi rendo conto, d’altro canto, che le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri sono molto impegnative in quanto coinvolgono grandi responsabilità sia a livello sanitario che economico”.

Di fronte a tutto questo, chi ha il compito di guidare scuole superiori che mediamente hanno una popolazione scolastica complessiva ben oltre le mille persone, non può permettersi l’immobilismo o l’attesa speranzosa. “Nel corso delle vacanze natalizie, ma anche nei giorni precedenti, abbiamo lavorato per rifare l’orario e adattarlo alle richieste del Dpcm e del piano del Prefetto di Monza e Brianza che prevedono lo scaglionamento su due turni, alle 8 e alle 9, per l’ingresso dei ragazzi – afferma la dirigente del Majorana di Desio (nella foto in alto) – applicheremo questa novità dall’11 gennaio e, nel nostro caso, avremo contemporaneamente in presenza il 50% degli studenti di ogni singola classe perché ritengo più corretto non privilegiarne alcune rispetto ad altre”.

“Dall’11 gennaio, se non ci saranno ulteriori cambiamenti, seguiremo il modello che avevamo già previsto a settembre, con una rotazione degli studenti a classi intere – spiega la dirigente dell’Olivetti di Monza – per avere il 50% complessivo dei ragazzi in presenza abbiamo pensato di fare settimane con le prime, le quarte ed alcune quinte alternate con altre con le seconde, le terze e le atre quinte”.

COSA CI ASPETTA?

Probabilmente l’incertezza dell’evoluzione della pandemia da Coronavirus, nonostante la campagna vaccinale ormai avviata, costringe e costringerà i dirigenti scolastici ad elevate dosi di resilienza, ma soprattutto di elasticità, per tutto il prosieguo dell’anno scolastico in corso. “Nelle ultime settimane abbiamo dovuto preparare ed inviare al Prefetto piani diversi in base prima al previsto 75% degli alunni in presenza, poi al 50% a partire dal 7 gennaio, quindi al 50% dall’11 gennaio – afferma Cumino – nel nostro caso, comunque, l’attività didattica in presenza non si è mai fermata davvero, visto che abbiamo avuto tutti i laboratori funzionanti, e per fortuna da settembre ad adesso all’Olivetti i casi di positività sono stati non più di una ventina”.

“Le criticità maggiori arrivano dal sistema provinciale dei trasporti ed è questo il motivo per cui molti dirigenti scolastici avevano posto obiezioni alla decisione del Prefetto di stabilire alle 8 e alle 9 gli orari degli ingressi scaglionati – continua – molti studenti, infatti, arrivano a Monza da lontano e, quindi, per loro, entrare alle 8 o alle 9 significa prendere la stessa corsa di autobus o treno”.

Il futuro della scuola, insomma, resterà un’incognita nel 2021. Anche per gli eventuali bookmakers. Speriamo, almeno, che non si verifichi lo scenario ipotizzato in questi giorni da Save the Children. Che, attraverso un’indagine condotta da Ipsos, ha calcolato, come conseguenza delle chiusure anti-Covid, in 34mila il numero degli studenti italiani delle scuole superiori a rischio abbandono scolastico.

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