Politica

Varedo, i lavori per la passerella ciclopedonale non convincono. M5S, richiesta di accesso agli atti

Iniziano i lavori per la passerella ciclopedonale a Varedo. Molti cittadini e opposizione sfavorevoli alla progettualità voluta dalla giunta

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“Work in progress”: a Varedo sono ufficialmente iniziati i lavori per il progetto del sovrappasso ciclopedonale della ferrovia in via Umberto I, e per la realizzazione delle annesse aree di parcheggio.

La progettualità del sovrappasso (dotato di ascensore, corpo scala e passerella di sovrappasso) è stata interamente finanziata da Regione Lombardia per un importo pari a 1,5 milioni di euro e, chiarisce l’amministrazione comunale,  “prevedono la realizzazione di una struttura verticale adeguatamente inserita nel contesto urbano, grazie anche al supporto e alle indicazioni della soprintendenza archeologica“.

Tuttavia, se per la giunta Vergani (Lega) la soluzione proposta sembra essere “la migliore tecnicamente possibile” e per quanto de facto, possa rappresentare una soluzione ai problemi di viabilità ciclopedonale che attanagliano il passaggio a livello (leggi la notizia), il fronte dei no, nei confronti di questa opera, continua a perplimere gran parte della cittadinanza, preoccupata che la struttura possa essere “un pugno nell’occhio”. Un’istanza, questa, sulla quale si interroga fin da sempre anche l’opposizione, nelle schiere del M5s e del Pd. “Un’opera – precisa Zini (Pd) – che noi abbiamo contestato fin da subito“.

I TIMORI

E mentre l’amministrazione comunale ha iniziato ad informare la cittadinanza sull’inizio dei lavori, distribuendo i volantini nelle caselle postali dei varedesi, tra “un mattone e l’altro” l’opposizione si fa dubbiosa. Se lo sia a ragion ben veduta, è il motivo per il quale, il capogruppo del M5s Stefano Guagnetti ha depositato una richiesta di accesso agli atti indirizzata al comune. Obiettivo ottenere i dati inerenti alle effettive dimensione della  passerella. “Sono rimasto stupito dal rendering presentato, mi sembra ci sia qualcosa che non va”, chiarisce il consigliere pentastellato. “A voler guardare bene il grafico – precisano Guagnetti e Stefano Zini (Pd) – i cavi dell’alta tensione del treno sembrano passare in mezzo alla passerella. Un lavoro che difficilmente un grafico farebbe in modo volontario. Da qui il nostro sospetto – precisano – che per non dar adito a polemiche e prendersi invece i meriti (a maggio ci saranno le elezioni ndr) abbiano fatto vedere qualcosa di meno invasivo appositamente“. Al netto di  questa illazione, c’è da dire, stando a rumors interni, che alcuni membri appartenenti al gruppo della stessa maggioranza non sono favorevoli alla passerella ciclopedonale, proprio perché troppo “deturpate”.

Al netto di questi dubbi, che saranno chiariti dall’amministrazione comunale tramite risposta all’istanza presentata dal consigliere Stefano Guagnetti, il M5s insiste su altri punti. “La progettualità portata avanti dalla Giunta – precisa Guagnetti – non ci è mai piaciuta. Tramite la mozione presentata il 20 giugno 2017, avevamo infatti  presentato una proposta alternativa, corredata tramite un progetto grafico. Tuttavia – precisa Guagnetti –  questa proposta non è mai  stata valutata né e mai stata fornita una risposta tecnica plausibile. La nostra proposta è invece stata negata solo sulla base di pareri opinabili. E per quanto la maggioranza abbia tutto il diritto di prendere le sue decisioni, ancora una volta non c’è stata la volontà di condividere in modo costruttivo le diverse idee e trovare, assieme, la soluzione migliore”.

Progetto del sottopasso ciclopedonale presentato dal M5s

Le parole del consigliere Stefano Guagnetti si inseriscono nel solco di quanto asserisce Stefano Zini: “Fin da sempre – precisa – sono stato dell’idea che sarebbe bastato fare il sottopasso fatto di recente da Trenord più vicino a via Umberto I: sarebbe stato più funzionale e sicuramente utilizzato dai cittadini, che a questo punto non avrebbero più scavalcato le sbarre. Soprattutto – chiosa Zini – non sarebbero stati spesi 1,5 milioni di euro”.

ALTRA QUESTIONE
LA PASSERELLA CICLOPEDONALE E IL SOTTOPASSO VEICOLARE

I fondi ottenuti da Regione Lombardia per la realizzazione della passerella, fanno parte di una pianificazione più grande, iniziata ormai diversi anni fa: una progettualità che interessa la riqualificazione dell’area Snia. A tal proposito, dichiarava il sindaco Vergani il 30 luglio 2018: “Abbiamo iniziato un percorso con Maroni, grazie al quale sono stati stanziati 1,5 milioni di euro per la realizzazione di una passerella ciclopedonale, che metterà in sicurezza l’attraversamento del passaggio a livello. Inoltre, di questi soldi, circa 200mila euro verranno destinati allo studio di un eventuale sottopasso veicolare, che attraverserà l’ex area Snia”.

Sono passati due anni dalle dichiarazioni di Vergani. I fondi per il sovrappasso sono stati stanziati, al di là dei tanti pareri contrari. L’area Snia è finalmente stata comprata all’asta, ma l’opposizione si chiede ancora che fine abbia fatto lo studio di fattibilità per il sottopasso veicolare. E mentre Stefano Zini si domanda se “la realizzazione della passerella ciclopedonale sia il primo passo verso la chiusura definitiva del passaggio a livello“, la questione giunge ai piani alti di palazzo Pirelli. Il capogruppo del M5s Lombardia Massimo De Rosa, servendo un assist al consigliere comunale Stefano Guagnetti, ha depositato una richiesta di accesso agli atti indirizzata alla Dg ambiente e Clima. Lo scopo è stato quello di chiedere delucidazioni in merito alle procedure di bonifica dell’ex area Snia, sito di interesse Regionale. Secondo le intenzioni del consigliere pentastellato di regione Lombardia, questo sarebbe il primo passo per comprendere come e in che misura, chi di dovere intenda procedere. “Visto e considerando come la maggioranza non ha finora ascoltato le nostre istanze  c’è da augurarsi – conclude Guagnetti -, che l’amministrazione comunale non intenda arrivare alla conclusione dei fatti con un progetto ultimato e non prontamente condiviso, per il quale non si potrà quindi lavorare di concerto”.

LA RISPOSTA DELLA MAGGIORANZA

A raccogliere le perplessità dell’opposizione è stato in primis Matteo Figini, assessore agli affari Legali del comune di Varedo, il quale ha dichiarato: “Come al solito le minoranze, in particolare il Pd travestito da lista civica con a ruota i 5s, replicando l’inutile asse governativo romano, non perdono occasione per alimentare futili polemiche quando ci si dovrebbe unire come comunità dinanzi a un progetto utile e innovativo: la verità è che l’abbiamo fatto noi e non loro”.

Una replica dal tono sardonico, quella dell’assessore, alla quale sono seguite alcune delucidazioni. Per quanto riguarda la collocazione del sovrappasso ciclopedonale il comune ha infatti evidenziato come, “a differenza del progetto alternativo presentato dal m5s, il passaggio ciclopedonale a Varedo avviene quasi totalmente da via Umberto in prossimità delle sbarre e non su via Napoli”. Inoltre – viene chiarito – è stato scelto un sovrappasso poiché i sottopassi pedonali generano maggiori problemi di sicurezza e pulizia. La struttura scelta – ribadiscono dal comune – sarà dotata ovviamente di videosorveglianza e illuminazione notturna ed è tecnicamente la miglior soluzione possibile”.

E se le dichiarazioni dell’assessore non spengono certo le perplessità dell’opposizione, circa la grandezza effettiva del progetto rispetto al rendering pubblicizzato, il progetto – rimbecca Matteo Figini  – è esattamente quello depositato in comune a seguito di accordo con Regione, sovrintendenza e ferrovie Trenord”.

A proposito di ferrovie Nord o meglio, del passaggio a livello, il primo cittadino Filippo Vergani coglie l’occasione per rispondere ad una perplessità messa in campo dal capogruppo del Pd Stefano Zini: “A seguito di tale costruzione – spiega Vergani – il passaggio a livello assolutamente non chiuderà“. Lancia quindi un appello a tutta la cittadinanza: ” Raccomando fortemente di non aprire, sferzandole, le cosiddette gonne apposte sotto le sbarre: già questa settimana è stata sfiorata una tragedia, che avrebbe coinvolto addirittura dei bambini insieme a un loro genitore. Questo – conclude Vergani – è un altro segno dell’importanza del progetto in costruzione”.

 

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