Monza, i commercianti riaprono i negozi: “Un terzo lockdown? Sarebbe la fine”

La scorsa domenica 30 novembre sono tornati ad alzare le serrande delle loro attività dopo quasi un mese di stop. Sono i commercianti di Monza. Li abbiamo intervistati.
C’è scritto “entrata libera” sulla vetrina del negozio di abbigliamento Twenty-One in via Bergamo a Monza. Un scritta semplice, due parole che solo un anno fa ci sembravano la normalità, oggi sono invece un evento eccezionale. Almeno per i commercianti lombardi che la scorsa domenica 30 novembre sono tornati ad alzare le serrande delle loro attività dopo quasi un mese di stop. A permetterglielo l’ultima ordinanza di Regione Lombardia per il contenimento del Covid-19, che ha traghettato le nostre città da “zona rossa” a “zona arancione“, un cambiamento che ha avuto come conseguenza anche l’apertura di alcune attività commerciali.
Ma quale clima si respira nella città capoluogo brianzola dopo la riapertura dei negozi? Lo abbiamo chiesto proprio ai commercianti del centro di Monza, che tra le promozioni del Black Friday e lo shopping natalizio guardano il bicchiere mezzo pieno. Incrociando le dita: perchè un terzo lockdown per molti di loro potrebbe essere insostenibile.
Domenica 30 novembre l’apertura dei negozi: una buona partenza
“Riuscire ad aprire: questo è l’importante – ci racconta Paolo, gestore del negozio di abbigliamento Twenty-Oneall’angolo tra Via Enrico di Monza e via Bergamo. – La nostra è un’attività familiare: siamo io e mia moglie a portare avanti il negozio e posso dire che quest’anno non è stato semplice. Cinque mesi di chiusura in tutto, che si uniscono all’incertezza di quello che verrà. Abbiamo riaperto domenica e devo ammettere che c’è stato un bel movimento. Inutile dire che le persone avevano voglia di tornare”.
“E’ vero, il movimento c’è stato: domenica forse anche troppo – prosegue Laura di “Dell’Orto Moda”. – Se dai il via libera alle persone loro escono, anche comprensibilmente: mi chiedo quale conseguenza ci sarà poi. Il nostro negozio, come so per certo quelli vicini, sta seguendo alla lettera le indicazioni ministeriali per garantire sicurezza: facciamo entrare nello store massimo 6 persone, tutto è sempre pulito, sanificato, stiamo attenti che i clienti non vengano in contatto tra di loro. Se c’è una cosa che ho capito quest’anno è che il contatto umano è qualcosa di importantissimo: facciamo il nostro lavoro, i clienti si fidano di noi e creano un rapporto umano, quasi confidenziale. Ci raccontano le loro storie, anche personali, e devo ammettere che alcuni clienti ci sono stati molti vicini durante la chiusura, scrivendoci di «essere forti» e che «non vedevano l’ora di tornare». Rispetto al primo lockdown c’è più amarezza, a mio parere: non sappiamo proprio cosa aspettarci”.
Delivery e Instagram anche per i commercianti
“Nel digitale credo poco – prosegue Laura – almeno nel settore dell’abbigliamento. Provare i vestiti, capire come ti stanno addosso non ha prezzo. Poi noi vendiamo tanti abiti da cerimonia che vanno “sentiti” sulla pelle. Non abbiamo un e-commerce, ma nell’ultimo anno è andata bene la pagina Instagram: le clienti vedevano i prodotti e ci scrivevano, oppure li cercavano una volta tornate. Insomma, io sono per la via di mezzo”.
“Non sono ancora persuaso dall’online, per noi il rapporto con il cliente viene prima di tutto – continua Giorgio Pironi di “Pironi Calzature”. – Detto questo, nelle settimane di chiusura qualche delivery lo abbiamo fatto anche noi: richieste che ci arrivavano da clienti storici, che ci conoscono e sanno come lavoriamo. La ripartenza è andata bene, complice anche il Black Friday con cui abbiamo fatto una scontistica del 20% su tutto. Adesso avanti a noi c’è un periodo che fa ben sperare: il Natale e i saldi di gennaio. Vediamo cosa succederà, ma io sono positivo”.
“Manca la fiducia: ma non mollo”
“Per il futuro? Non posso che incrociare le dita – ci raccontano nel negozio di cosmesi, Sapone e Bombe da bagno artigianali in via Vittorio Emanuele. – Non sappiamo più cosa dire: un giorno ci svegliamo e c’è un DPCM o una nuova ordinanza che può fermarci ancora. E le conseguenze sulle persone? Impossibile quantificarle: c’è tanta incertezza. Avere un’attività quest’anno è come stare come sulle montagne russe: appena ti riprendi, subito c’è la ricaduta. Non sono molto fiduciosa in chi ci governa, né sull’arrivo dei vaccini come rimedio a tutto, ma comunque non mollo”.
Un salto da chi non ha chiuso
E chi non ha mai chiuso in questo secondo lockdown? Abbiamo concluso il nostro giro al Libraccio di Monza, sempre via Vittorio Emanuele. “Non ci siamo mai fermati in questi ultimi mesi – ci raccontano – e abbiamo registrato un bel movimento, ovviamente in sicurezza. Una piccola, ma soddisfacente, nota positiva”.
Non si può non scrivere, però, come molti commercianti siano ancora poco al passo coi tempi con negozi che non hanno un sito internet e men che meno un e-commerce. Esercizi commerciali che non hanno un strategia social o addirittura non hanno i social. Finchè le cose andavano bene, forse ci si ppoteva permettere di ragionare così, ma adesso è arrivato il momento di fare i conti con la realtà, anzi con realtà che stanno in piedi grazie ad internet senza subire troppo la concorrenza di colossi come Amazon.