Otto giochi contro la mafia. Il progetto del liceo Nanni Valentini

I risultati dei lavori sono stati presentati con la partecipazione di un volontario di Libera, Enzo Giussoni e Marco Faceti, dell’osservatorio antimafia. 

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La mafia non si combatte stando in silenzio. Questa una delle frasi che forse abbiamo sentito più spesso occupandoci dell’argomento. Ed è anche da questo, dal concetto di omertà, di mancata comunicazione con gli altri che parte il progetto della classe 5^C del liceo artistico “Nanni Valentini” di Monza: creare 8 giochi da tavolo. I risultati dei lavori, coordinati dalla professoressa Laura Riva, sono stati presentati via Meet con la partecipazione di un volontario di Libera, Enzo Giussoni e Marco Faceti, dell’Osservatorio antimafia.

“Dopo l’incontro dell’anno scorso, con Giovanni Impastato, ci siamo chiesti come raccogliere l’eredità di Peppino e del suo linguaggio anticonformista, controcorrente – spiega Riva. “Abbiamo provato quindi a declinarlo nell’indirizzo di design della nostra scuola. Creare dei giochi che ribaltassero ad esempio lo stereotipo del gangster come modello del cattivo da seguire, proponendo un modello opposto in modo divertente e avvincente. Percorsi insomma che fossero promotori di consapevolezza e insieme di conoscenza”.

Quest’ultima un altro elemento cardine. Ma come sono costruiti i giochi, realizzati per lo più nel periodo del lockdown? Spesso si ispirano ad altri conosciuti da tutti, ad esempio quello dell’Oca, come nel caso  di Climb, percorso di ascesa dove l’obiettivo è arrivare in cima a un complesso di gradini o di SpinIt, creato sul modello della roulette. Ma c’è anche Iuris, ispirato al risiko, dove lo scopo è quello di liberare mossa dopo mossa le regioni Italiane dalla criminalità organizzata.

E la relazione di tutti con la Costituzione e la sua conoscenza è molto stretta. Durante il percorso infatti, per andare avanti o evitare penalità sono previste domande sugli articoli, posti in relazione spesso con l’esperienza di tutti i giorni.

Ed proprio la quotidianità, il voler mettere sotto gli occhi di tutti un sistema criminale tanto diffuso quanto, spesso, e pensiamo alla Lombardia, difficile da vedere, un elemento intrinseco in molti dei giochi progettati dagli studenti del Nanni Valentini. Liberatutti ad esempio, si colloca in un’ambientazione domestica e se vogliamo, nascosta, come spiega Federico, uno dei creatori. Lo scopo è quello far fuggire il proprio personaggio, scelto tra dieci figure professionali, dalla casa di un mafioso, rispondendo alle domande ed evitando trappole.

Tra gli altri giochi ci sono anche Noiseflip, Gear, dove la mafia, vista come meccanismo, viene “sconfitta” dal giocatore che, sempre rispondendo correttamente a vari quesiti, toglie per primo sei ingranaggi. Senza dimenticare poi Legal Tower e The teen destiny. In quest’ultimo, i ragazzi hanno costruito la mappa sulla base della cartina di Corleone, luogo simbolo. I protagonisti, ovvero i personaggi, sono proprio dei ragazzi legati però a famiglie criminali che provano a cambiare il loro futuro.

Ogni strumento per parlare di legalità e mafia è ben accetto -commenta Enzo Giussoni, volontario di Libera -. Come diceva Borsellino, l’importante è che se ne parli. Ho trovato molto interessante questo progetto”. E conclude scherzosamente: “Mi piacerebbe vincere la schedina per permettere ai ragazzi di produrre e commercializzare ciò che hanno prodotto”.

Articolo di Carlo Codini

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