Attualità

La Casati Arcore scrive al Comune: “Il progetto della RSA è a norma di legge?”

Antonio Radice: "Niente pregiudizi, ma la rsa deve essere conforme alla legge".

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La Casati Arcore chiede un controllo specifico sul progetto della casa di riposo che dovrebbe sorgere proprio accanto al Palaunimec. La casa dei bianco verdi potrebbe essere circondata su tre lati, stando all’attuale progetto, da una palazzina destinata a diventare casa di riposo.

Il presidente della Casati, Antonio radice, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta alla cittadinanza, mentre in Comune ha fatto protocollare una lunga relazione contenente le osservazioni in merito al progetto di realizzazione della struttura.

Si legge testualmente: “Sono emerse delle criticità principalmente dal punto di vista urbanistico e strutturale. Dal punto di vista della densità edilizia il progetto è di molto superiore rispetto al piano comunale di governo del territorio.” E poi il presidente entra nel merito del progetto, scrivendo che dal punto di vista della capienza sorge il dubbio che non siano rispettate le norme: due rsa da 40 e 120 posti, lì posso coesistere?

“Niente pregiudizi, ma la rsa deve essere conforme alla legge”

“Da ultimo ci si è posti la seguente domanda: gli aggravi in termini urbanistici (parcheggi e traffico, ndr) sono stati adeguatamente considerati nel progetto? Sono equamente bilanciati dagli impegni che l’operatore privato intende assumersi verso la comunità?”

Tanti dubbi sollevati dal presidente Radice, che hanno lo scopo di invitare ad una riflessione su un progetto che da subito aveva fatto storcere il naso agli arcoresi, se non fosse per il semplice motivo che quello è uno degli ultimi prati verdi rimasti in città. E poi quello è il luogo più adatto per una RSA: di solito sono immerse nel verde, ci sono ampi giardini dove gli anziani possono camminare o farsi portare per una boccata d’aria. Qui tra la strada statale, accanto al Palaunimec e di fronte alla scuole, è veramente il luogo dove gli anziani possono trovare pace?

Cosa risponderà l’amministrazione?

IL TESTO DELLA LETTERA

Ciò che abbiamo fatto quali rappresentanti di U.S. A. Casati è esattamente ciò che avrebbe fatto qualsiasi cittadino che ha a cuore lo sviluppo armonico del territorio del proprio Comune, vale a dire esaminare senza alcun preconcetto il progetto di sviluppo proposto e verificarne la conformità ai parametri di legge.

Ebbene, premesso che non sta a noi giudicare, ma è tutto rimesso al potere “discrezionale” dell’Amministrazione, dallo studio della proposta sono emerse alcune criticità principalmente dal punto di vista urbanistico e strutturale.

Rispetto al primo, il progetto prevede una densità edilizia, vale a dire il rapporto tra i metri cubi di edificio e la superficie del lotto di intervento, di molto superiore a quanto di norma previsto dal piano comunale di governo del territorio.

Rispetto, poi, ai profili strutturali, esistono delle norme tecniche che regolano la costruzione delle RSA. Dal loro esame sorge più di un dubbio sulla conformità tra la soluzione adottata in progetto – che prevede di realizzare nello stesso edificio due RSA da 40 e 120 posti letto, con diversi servizi in comune – e i limiti di capienza massima previsti dalla legge.

Da ultimo, ci si è posti la seguente domanda: gli aggravi in termini urbanistici inevitabilmente conseguenti alla realizzazione delle due RSA (si pensi, ad esempio, alla maggior richiesta di parcheggi e al maggior traffico indotti dall’avvio dell’attività) sono stati adeguatamente considerati nel progetto e, soprattutto, sono equamente bilanciati dagli impegni che l’operatore privato intende assumersi verso la comunità? La risposta, anche qui, compete all’Amministrazione.

Noi ci siamo limitati a fornire alcuni spunti di riflessione.

A titolo esemplificativo, in merito agli impegni concessi alla realizzazione del progetto la legge prevede che per interventi di questo tipo il proponente ceda gratuitamente alla collettività aree di sua proprietà da destinare a pubblici servizi. Ebbene, per una struttura di quasi 7.000 mq complessivi verrà ceduta al Comune un’area pari ad appena 138 mq (ossia 1/50 del totale).

Ancora, a fronte di un progetto di certo economicamente molto vantaggioso per l’operatore il suo impegno verso la collettività si è limitato a prevedere uno sconto del 10% su 16 posti letto in RSA. Su 160 posti letto complessivi, l’operatore rinuncia in sostanza ad appena l’1% delle proprie entrate.

Ribadiamo, non esiste alcun pregiudizio verso la realizzazione di una struttura destinata a ospitare persone anziane. È però, crediamo, interesse comune realizzare un progetto che sia pienamente conforme alla legge, e ciò implica la sua capacità di soddisfare, accanto alle – legittime – esigenze dell’impresa che lo ha proposto, anche quelle dell’intera comunità arcorese.

 

LA FOTO DEL PROGETTO

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